Lo scienziato Gessa e la cura per i gay
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"Per l'omosessualità non c'è cura. Perché non è una malattia. La cura invece c'è per chi ha avversione verso i gay, li rifiuta e si scatena con aggressioni verbali e fisiche contro di loro".
Gioca con le dichiarazioni provocatorie il neuroscienziato di fama mondiale Gianluigi Gessa. "Studi scientifici hanno dimostrato che più forte è l'avversione verso gli omosessuali più è latente e inconscia l'attrazione verso di loro - ha spiegato Gessa - se si vive ad esempio in un ambiente particolarmente ostile e conservatore è difficile, a volte impossibile, potersi esprimere. Da qui nascono nevrosi patologiche, stati di infelicità. La psicoterapia può svelarla e aiutare queste persone a vivere meglio e non esprimersi in modo dannoso proprio contro l'oggetto del loro desiderio". Il neuroscienziato ha stilato l'elenco delle più comuni convinzioni errate, frutto di una cultura discriminatoria dura a morire: "L'omosessualità è una volgare perversione, è contro natura, una malattia mentale che può essere curata, un peccato mortale, una scelta da scoraggiare. Sono le cinque principali bestialità che albergano nella testa dell'omofobo". E di "cervello omofobo" parlerà questa sera al Lazzaretto di Cagliari al dibattito che mette a confronto il sindaco del capoluogo, Massimo Zedda, la consigliera regionale per le parità, Luisa Marilotti, la presidente della Provincia, Angela Quaquero, esperti e rappresentanti delle associazioni Lila e Arc. La manifestazione, "L'Eredità dei corpi", prende spunto dal romanzo omonimo di Marco Porru, edito da Nutrimenti, finalista al premio Calvino. Parole, immagini, danza, teatro, cinema, pittura, fotografia, con un tema dominante: il rifiuto di quel clichè del corpo bello e sano venduto come unico passaporto per il successo e l'inclusione sociale. "Non c'è niente che debba esser curato, se non l'ambiente ostile che si crea attorno a chi ha un diverso orientamento sessuale e non può decidere in santa pace di seguire i propri naturali impulsi. E' questo che crea infelicità - ha sottolineato Gessa - l'iscrizione al genere maschilè avviene attraverso un ormone derivato dal testosterone che si produce nel feto. Dunque non c'è preghiera, farmaco, psicoterapia che possa modificare l'orientamento sessuale. Il nostro cervello, se non fosse per via degli ormoni, sarebbe femmina. La Bibbia dice che dio creò l'uomo e poi da una sua costola fece la donna. Le neuroscienze suggeriscono che prima creò la donna e poi con un'iniezione di testosterone creò l'uomo".
Venerdì 18 maggio 2012 11:36