Pelare la cipolla: la Gestalt Analitica un approccio pratico alla Psicoterapia
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Parlare del nostro modo di lavorare significa anche dare l’idea del quadro di riferimento teorico, cioè dello “sfondo”, dal quale è emerso quell’insieme metodologico, “figura”, che abbiamo chiamato Gestalt Analitica.
Sostanzialmente la Gestalt analitica è un’integrazione tra i contributi della psicoterapia della Gestalt di Perls e quelli della psicologia analitica di Jung.
I primi contributi, cioè l’attenzione al contesto familiare e sociale del paziente (campo), la sottolineatura dei messaggi del corpo (non possiamo dimenticare che Perls ha dato voce alla corazza muscolare di Reich e un corpo all’analisi), la valorizzazione dell’agire quale funzione di crescita dell’individuo, il riferimento continuo ai vissuti personali furono salutati come rivoluzionari quando apparvero nel panorama dominato dallo strapotere della parola che già cominciava ad essere vista come strumento di fuga e resistenza, grazie al facile uso-abuso dell’intellettualizzazione e della razionalizzazione.
Non c’è dubbio, infatti, che il metodo del “ pelare la cipolla ”, cioè partire dal prendere coscienza dell’esperienza attuale che si sta vivendo (qui e ora), prestare attenzione al sentire emozionale e corporeo che fa luce sull’autenticità del contatto con sé e con gli altri conduca più direttamente a un adattamento creativo all’ambiente, dal momento che avere consapevolezza di come ci muoviamo nel mondo per raggiungere i nostri obiettivi e dei blocchi che mettiamo in atto per “fallire” è il primo passo verso il cambiamento. Per il presupposto che esiste un’energia interiore che l’uomo può indirizzare per mantenere e autorealizzare se stesso , facendo fronte ai propri problemi in equilibrio con l’ambiente, tale consapevolezza fa si che tutta l’energia utilizzata per tenere in piedi i nostri meccanismi di difesa o resistenze possa essere riconvertita nella ricerca di nuove soluzioni anziché portare avanti comportamenti ripetitivi.
Tuttavia, nel corso degli anni, l’assunto gestaltico di base secondo il quale esistono solo bisogni e necessità attuali e l’ hinc et nunc è l’unica cornice spazio temporale entro cui intervenire per trattare la struttura delle nevrosi e della dinamica contatto/ritiro , a nostro avviso hanno evidenziato il rischio che la Gestalt si concretizzasse come una terapia sintomatica.
È a questo punto, secondo noi, che l’integrazione con la visione junghiana aggiunge ricchezza e trova soluzioni, allargando lo sfondo di base e creando un orizzonte più ampio .
Gli elementi fondamentali mutuati dalla psicologia analitica riguardano il concetto di inconscio personale e collettivo, la presenza del transfert e controtransfert, il recupero del valore della parola ed il ruolo del terapeuta.
Noi crediamo che la radice ultima dei bisogni attuali dell’uomo risieda nella storia di ognuno , storia che presenta aspetti individuali (inconscio personale) ed elementi ancestrali comuni a tutti gli individui, di tutte le culture (inconscio collettivo), rappresentati per esempio dai miti.
Nel quadro di questa doppia storicità, tali bisogni si manifestano, negoziano ed eventualmente si realizzano entro le costellazioni relazionali del presente .
In tal senso, ci sembra che la psicologia analitica recuperi all’interno di una visione fenomenologia, nel quale il presente è il luogo centrale della cura, la dimensione dinamica del passato.
È per questo che le scelte relative al soddisfacimento di tali bisogni non potranno non avere conseguenze sul nostro futuro, quindi, il concetto del “qui ed ora” va assolutamente ampliato, affiancando all’eterno presente di Perls la dimensione storica non soltanto in relazione al passato, ma anche in rapporto al futuro in quanto progettualità, allargando quindi il contesto, lo sfondo, dall’interno del quale emergono le figure rappresentate dai comportamenti umani.
In pratica i concetti di inconscio personale e collettivo ci permettono di dilatare il “come” gestaltico per arrivare a ciò che sta dietro a quelle figure che appaiono attuali, gli archetipi, che con le loro immagini frequentemente si attualizzano sia nei sogni che nelle dinamiche dei gruppi.
Centro Studi Psicosomatica
Articolo scritto dal collegio dei didatti