Sei in: Articoli: Psicoterapia : Articoli dal web:
A Tgcom24 la psicoterapeuta dei reduci: "Stress post traumatico è cicatrice indelebile"
//www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/articoli/1039834/a-tgcom24-la-psicoterapeuta-dei-reduci-stress-post-traumatico-e-cicatrice-indelebile.shtml
"Non sono ricordi per loro, rivivono continuamente il dramma della guerra", dice la dottoressa Sabrina Bonino
08:44 - “Il disturbo post traumatico da stress è la patologia di cui può soffrire chi ha vissuto eventi molto traumatici. La conseguenza principale è che non si riesce a elaborare i fatti avvenuti come ricordi, ma è come se li si rivivesse continuamente”. Così la psicoterapeuta Sabrina Bonino spiega il Post traumatic stress disorder (Ptsd). “Uno degli eventi più stressanti che si possano vivere è la guerra”, spiega la dottoressa che ha avuto in cura, assieme al dottor Daniele Moretti, al Dipartimento di Salute Mentale dell’Asl 2 di Savona, diretto dal professor Antonio Maria Ferro, cinque reduci di Nassiriya affetti da questa patologia.
Quanti casi esistono in Italia di militari di ritorno dalle missioni all’estero che soffrono di Ptsd?
“L’Italia non ha statistiche ufficiali: nei Paesi in cui si è invece studiata la frequenza con cui il disturbo si manifesta sui militari di ritorno da missioni all’estero si parla di un tasso di incidenza che va dal 2,8% al 20%. Una forbice così ampia è dovuto alle differenze fra le tipologie delle missioni”.
Quali sono i sintomi del Ptsd?
“Chi soffre di disturbo post traumatico da stress non riesce a elaborare i fatti traumatici come ricordi, ma è come se li rivivesse continuamente. Non ripensa a quei momenti, li rivive. Nei casi più estremi si sentono gli stessi odori e i medesimi rumori di quegli istanti. Non si è qui e ora, si è di nuovo là”.
Quali sono le conseguenze pratiche di questo tipo di disturbo?
“Di fatto non si riesce a vivere normalmente, è un disturbo fortemente invalidante, perché blocca le attività quotidiane. Anche fatti o sensazioni banali possono attivare flashback. Fra i pazienti, reduci di Nassiriya che ho seguito, alcuni non sopportavano di sentire il rumore dei petardi, anche in situazioni in cui era normale e prevedibile, come ad esempio il capodanno. Per loro era l’innesco del flashback: si trovavano di nuovo nel momento in cui il camion esplodeva alla base. Altre forti situazioni di stress erano dovute per esempio alla vista di persone in divisa o di colleghi di caserma”.
Si guarisce da questa patologia?
“Le cure sono diverse: da quelle farmacologiche alla psicoterapia, all’Emdr, una terapia effettuata con un processo semi-ipnotico. Spesso i vari metodi vengono associati. Quanto alla guarigione, dipende da diversi fattori. Alcuni riescono a superare determinati dolori , altri continuano a portarseli dietro. Un certo dolore però resta. Io dico che è come avere un braccio che è stato gravemente ferito: con le cure appropriate l’arto torna a essere funzionante, ma le cicatrici, più o meno marcate che siano, restano”.
“L’Italia non ha statistiche ufficiali: nei Paesi in cui si è invece studiata la frequenza con cui il disturbo si manifesta sui militari di ritorno da missioni all’estero si parla di un tasso di incidenza che va dal 2,8% al 20%. Una forbice così ampia è dovuto alle differenze fra le tipologie delle missioni”.
Quali sono i sintomi del Ptsd?
“Chi soffre di disturbo post traumatico da stress non riesce a elaborare i fatti traumatici come ricordi, ma è come se li rivivesse continuamente. Non ripensa a quei momenti, li rivive. Nei casi più estremi si sentono gli stessi odori e i medesimi rumori di quegli istanti. Non si è qui e ora, si è di nuovo là”.
Quali sono le conseguenze pratiche di questo tipo di disturbo?
“Di fatto non si riesce a vivere normalmente, è un disturbo fortemente invalidante, perché blocca le attività quotidiane. Anche fatti o sensazioni banali possono attivare flashback. Fra i pazienti, reduci di Nassiriya che ho seguito, alcuni non sopportavano di sentire il rumore dei petardi, anche in situazioni in cui era normale e prevedibile, come ad esempio il capodanno. Per loro era l’innesco del flashback: si trovavano di nuovo nel momento in cui il camion esplodeva alla base. Altre forti situazioni di stress erano dovute per esempio alla vista di persone in divisa o di colleghi di caserma”.
Si guarisce da questa patologia?
“Le cure sono diverse: da quelle farmacologiche alla psicoterapia, all’Emdr, una terapia effettuata con un processo semi-ipnotico. Spesso i vari metodi vengono associati. Quanto alla guarigione, dipende da diversi fattori. Alcuni riescono a superare determinati dolori , altri continuano a portarseli dietro. Un certo dolore però resta. Io dico che è come avere un braccio che è stato gravemente ferito: con le cure appropriate l’arto torna a essere funzionante, ma le cicatrici, più o meno marcate che siano, restano”.
Cecilia Pierami