LA MEDIAZIONE FAMILIARE

LA MEDIAZIONE FAMILIARE

LA MEDIAZIONE FAMILIARE E’ FONDAMENTALMENTE GESTIONE DEL CONFLITTO AL FIN DI RINEGOZIARE LE RELAZIONI FAMILIARI IN VISTA DI UNA SEPARAZIONE O DI UN DIVORZIO.

IL CONFLITTO NON E’ SEMPRE NEGATIVO E NELLA COPPIA NON E’AFFATTO UN “FATTO” STRAORDINARIO. IL COFLITTO FA PARTE DEL CICLO DI VITA NATURALE DELLE COPPIE, E’ INSITO NEL LORO STRUTURARSI, NELLO STRUTTURARSI DI QUELLO CHE VIENE DEFINITO INCASTORO DI COPPIA.

L’INCASTRO DI COPPIA RAPPRESENTA QUELLA DINAMICA IRRAZIONALE ED EMOTIVA CHE FA SI CHE DUE PERSONE SI SENTANO ATTRATTI L’UNO DALL’ALTRO SULLA BASE DELL’LLUSIONE CHE L’ALTRO SODDISFI I PROPRI BISOGNI INESPRESSI. QUANDO TALE ILLUSIONE (TIPICA DELLA FASE DELL’INNAMORAMENTO) DECADE NELLO SCONTRO CON LA REALTA’ LA COPPIA ENTRA IN CRISI E HA DUE POSSIBILITA’: O RINEGOZIA IL PROPRIO LEGAME SU BASI OGGETTIVE O SI SEPARA.

LA SEPARAZIONE E’ SEMPRE UN FATTO DOLOROSO PERCHE OLTRE ALLA ROTTURA E ALLA PERDITA DEL LEGAME, PRESUPPONE ANCHE IL FALLIMENTO DI UN PROGETTO DI VITA SOCIALMENTE CONDIVISO.

LA MANCATA ELABORAZIONE DELLE DINAMICHE AFFETTIVE, EMOTIVE E SOCIALI DELLA SEPARAZIONE PUO’ CONDURRE AD UN ELEVATA CONFLITTUALITA’ CHE IMPEDISCE UN ADEGUATA GESTIONE DELLA SITUAZIONE E DEL PERMANERE DELLA BI-GENITORIALITA’ CONDIVISA.

LA MEDIAZIONE FAMILIARE FAVORISCE UNA PIU’ IDONEA GESTIONE DELLA SERPARAZIONE E DEL DIVORZIO; ESSA NON E’ AFFATTO UN INVENZIONE DELL’UOMO MODERNO MA ERA GIA’ IN USO SIN DALLA CIVILTA’ ANTICA.

LA MEDIAZIONE FAMILIARE, COME OGGI LA CONOSCIAMO, DERIVA DALLA MEDIAZIONE CIVILE E COMMERCIALE E NASCE NEGLI USA AD OPERA DI J.O. COOGLER CHE TRA L’ALTRO LA UTILIZZO’ IN SEGUITO AD UNA ESPERIENZA PERSONALE.

NEGLI ANNI SUCCESSIVI SI E’ DIFFUSA ANCHE IN EUROPA REGOLAMENTANDOSI ANCHE A LIVELLO NORMATIVO.

IN ITALIA LA SITUAZIONE RIGUARDO ALL’USO DELLA MF RISULTA PIUTTOSTO CONFUSA IN QUANTO NON ESISTE UNA VERA E PROPRIA LEGISLAZIONE CHE LA FORMALIZZI, ECCEZION FATTA PER LA LEGGE 54/2006 SULL’AFFIDO CONDIVISO DELLA PROLE IN CASO DI SEPARAZIONE CHE NE FA UN ACCENNO ALLA POSSIBILITA’ DEL GIUDICE DI FAR RICORSO AD UN TERZO ESPERTO IN MEDIAZIONE SENZA PERO’ CIRCOSCRIVERNE ESATTAMENTE FUNZIONI LIMITI E FORMAZIONE DEL MEDIATORE STESSO.

IN ITALIA LA MEDIAZIONE FAMILIARE SI E’ DIFFUSA A PARTIRE DALLA FINE DEGLI ANNI ’80 CON L’ISTITUZIONE DELL’ASSOCIAZIONE GeA (GENITORI ANCORA) E POI SUCCESSIVAMENTE ATTRAVERSO CENTRI PUBBLICI (SOPRATTUTTO I CENTRI PER LE FAMIGLIE) E CENTRI PRIVATI. ESISTONO DIVERSI MODELLI E DI MEDIAZIONE FAMILIARE CONTESTUALMENTE UTILIZZATI A SECONDA DELL’APPROCCIO TEORICO SU CUI FONDANO. TUTTAVIA OGNUNO DI QUESTI MODELLI, NONOSTANTE DIVERSE SFACETTATURE O INCLINAZIONI, HANNO IL MEDESIMO OBBIETTIVO: QUELLO DI FACILITARE LA COMUNICAZIONE FRA I CONIUGI AL FINE DI PERVENIRE AD UN ACCORDO CHE SIA POI RICONOSCIUTO VALIDO LEGALEMENTE E OMOLOGATO DAL GIUDICE COMPETENTE. IL MEDIATORE RAPPRESENTA UN TERZO NEUTRALE E IMPARZIALE, ADEGUATAMENTE FORMATO CHE HA LA FUNZIONE DI SOSTENERE LA COPPIA NEL PERCORSO DI RI-COSTRUZIONE DELLE RELAZIONI FAMILIARI NEL RISPETTO E NEL RICONOSCIMENTO DELL’ALTRO E QUANDO CE NE SONO, DEI FIGLI. SEBBENE LA MEDIAZIONE FAMILIARE SIA MIRATA ALLA REDAZIONE DI ACCORDI SCRITTI, IL SUO COMPITO PIU DIFFICILE E IMPORTANTE E’ QUELLO DI FACILITARE LA COMUNICAZIONE, RIATTIVARLA QUANDO SI E’ INTERROTTA, AVVIARE I CONIUGI AD UN SALUTO CHE NON SIA PREGNO DI RIVENDICAZIONE E RABBIA MA DI PROPOSITIVA RESPONSABILIZZAZIONE, FIDUCIA E SPERANZA.