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Comunicazione efficace e assertività


Assertività è un termine che proviene dal latino asserere (= asserire), cioè affermare con convinzione e tenacia. Per definire il comportamento assertivo, possiamo immaginarlo come il punto centrale di un continuum che vede alle due estremità il comportamento aggressivo e quello passivo (Giusti, 1992)


Il comportamento passivo è quello di una persona che mette da parte le proprie esigenze, i propri diritti, subisce le situazioni senza apparenti reazioni: nel rapporto con gli altri, oltre ad avere difficoltà a dire di “no” alle richieste altrui, non riesce a dimostrare adeguatamente quello che sa fare e quanto vale ed in questo modo rischia di essere svalutata dagli altri oltre che da se stessa.


Il comportamento aggressivo è quello di una persona che cerca di fare in modo che le proprie esigenze ed i propri diritti siano soddisfatti ad ogni costo, senza tenere in considerazione le opinioni e le esigenze altrui. In questo modo, riesce anche ad appagare alcuni bisogni, ma rischia di compromettere altri elementi importanti della propria vita, come i rapporti inter-personali. In questo modo, pur ottenendo dei successi, chi si comporta in modo aggressivo si trova spesso ad essere insoddisfatto di se stesso.


Il comportamento assertivo è invece quello di chi considera importanti le proprie esigenze, diritti, bisogni e desideri e cerca di soddisfarli. Riconosce la propria e l’altrui libertà, ovvero libertà da pregiudizi e condizionamenti ambientali.


L'assertività è la capacità di identificare ed esprimere i propri bisogni e i propri diritti, le proprie sensazioni positive o negative, comunicare in modo aperto, onesto, diretto, senza violare i diritti ed i limiti altrui. Comportarsi in maniera assertiva vuol dire apprezzarsi per ciò che si è riconoscendo anche i propri limiti, avere stima di se stessi, assumersi la responsabilità delle proprie scelte di vita.



In sintesi, si può dire che l'assertività, tenendo presenti i propri obiettivi ed interessi, è la manifestazione più immediata e diretta di emozioni, sentimenti, esigenze e convinzioni personali. (Giannantonio-Boldorini, 2007).


Una buona assertività permette delle scelte consapevoli, una buona soddisfazione dei propri bisogni, ma soprattutto l’affermazione di se stessi ed è qualcosa che si può apprendere e migliorare.


Dall’inglese “ assertiveness” viene tradotto come “efficacia personale/ efficienza/ affermatività”. Assertività può essere definita come la somma delle abilità che consentono di comunicare ed ascoltare in maniera efficace e, dunque, la capacità di identificare ed esprimere le proprie sensazioni positive o negative, i propri bisogni, i propri pensieri, di definire e difendere i propri diritti, senza violare i diritti ed i limiti altrui.


E’ un approccio che mette in condizione di gestire in modo positivo e costruttivo i rapporti interpersonali ed è una capacità che può essere appresa e migliorata. Il cambiamento presuppone l’assunzione personale di responsabilità circa comportamenti, emozioni, pensieri.


L’ assertività , in un’ottica cognitivo-comportamentale, è uno stile di comportamento che consente di comprendere le proprie emozioni e le proprie esigenze, di imparare ad esprimerle in modo adeguato e costruttivo per riuscire a realizzare i propri obiettivi.


L’individuo assertivo si riconosce il diritto di:


· avere i propri valori, pareri ed emozioni;


· gestire la propria vita come meglio crede;


· non dover giustificare le proprie sensazioni o comportamenti;


· di vedere rispettati i propri bisogni e limiti;


· di dire "NO";


· chiedere aiuto e informazioni senza dover avere sensazioni negative di vergogna o di colpa;


· fare degli errori;


· piacersi ed accettarsi anche se non si è perfetti.


Il modo in cui ciascuno di noi si relaziona agli altri è influenzato dai condizionamenti familiari, sociali, morali che subisce nel corso della propria vita, oltre che dalle proprie paure e dai propri modelli di riferimento.



Spesso non abbiamo la piena consapevolezza di essere “vittime” di questo tipo di condizionamenti e accettiamo, senza spirito critico, le categorie di vero/falso o giusto/sbagliato che abbiamo appreso. Tra queste convinzioni implicite ci possono essere, ad esempio:


· Non si può cambiare;


· Non sarò mai all’altezza di…


· Esistono comportamenti giusti in ogni occasione;


· Non si può sbagliare;


· Bisogna essere i primi in ogni ambito e situazione;


· Esiste solo una soluzione etc.


Secondo un approccio di tipo cognitivo-comportamentale, alcuni condizionamenti, così come sono stati appresi, possono essere “disappresi”, si può imparare a “decondizionarsi” dagli apprendimenti avvenuti e a “ricondizionarsi” verso pensieri e comportamenti più funzionali al raggiungimento dei propri obiettivi , e al sostegno dei propri diritti.



I numerosi condizionamenti familiari, sociali e morali possono spesso inibire un’espressione diretta della nostra personalità. La passività o l’aggressività sono conseguenze delle idee, convinzioni o credenze che si sono consolidate a partire dalla nostra infanzia.


Da qui ci si può collegare alla definizione Giusti: per definire il comportamento assertivo, possiamo immaginarlo come il punto centrale di un continuum che vede alle due estremità il comportamento aggressivo e quello passivo (Giusti, 1992).


In sintesi, si può dire che l'assertività, tenendo presenti i propri obiettivi ed interessi, è la manifestazione più immediata e diretta di emozioni, sentimenti, esigenze e convinzioni personali. (Giannantonio-Boldorini, 2007).


Una buona assertività permette delle scelte consapevoli, una buona soddisfazione dei propri bisogni, ma soprattutto l’affermazione di se stessi