Dott.ssa Barbara Celani
Chesstress
Stress = sforzo…
Definiamo lo stress come l’esito delle modificazioni messe in atto per fronteggiare lo squilibrio del rapporto tra richieste (reali o percepite) e le capacità/possibilità (reali o percepite).
A livello fisico lo stress causa molte modificazioni, ad esempio nel livello di cortisone secreto dalle ghiandole surrenali che abbassa le difese immunitarie, nell’aumento della secrezione dell’ormone tiroideo che accelera il metabolismo (ciò può comportare tensione, insonnia, legate all’aumento di produzione energetica), abbassa il livello degli ormoni sessuali, aumenta il colesterolo (per avere più “combustibile”), acuisce i sensi, aumenta il battito cardiaco ecc… Gli effetti, inizialmente positivi e utili per affrontare i normali impegni, se protratti nel tempo e/o se troppo intensi o afinalistici, possono diventare negativi.
Esistono dei fattori di vulnerabilità e di protezione allo stress. I primi sono legati perlopiù a fattori genetici, obesità, insonnia, cattiva alimentazione, obiettivi non realistici, assunzione di eccitanti, alcool, droghe, alcuni farmaci, lavoro non soddisfacente, problemi economici e familiari, incapacità a gestire relazioni. I secondi relativi anch’essi a fattori genetici e alimentari e inoltre: impegni alternativi a quelli abituali, lavorativi, stressanti, realismo negli obiettivi, conoscenza dello stress e dei suoi effetti, utilizzo di tecniche di rilassamento, qualità del sonno, stabilità economica, buone relazioni sociali, flessibilità.
E’ importante tenere a mente che le nostre energie non sono infinite ma limitate e più le utilizziamo per fronteggiare lo stress e meno ne avremo per proteggerci dalle malattie. Le nostre energie inoltre non andrebbero convogliate in un unico scopo o ruolo: non siamo solo manager, mamme o studenti, ognuno di noi può investire in più obiettivi e questo ci protegge da un impoverimento delle risorse che creerebbe difficoltà, soprattutto nell’eventualità che l’”oggetto” esclusivo di investimento venga a mancare.
Rispetto al modo di fronteggiare gli eventi, ricordiamoci inoltre che siamo noi a stabilire il significato e l’entità delle cose che ci accadono e che “dobbiamo” fare: se assumiamo un atteggiamento vittimistico diveniamo complici o artefici di una logica negativa che va contro la speranza, il realismo, il benessere.
Un’ultima cosa: fa molto “figo” dichiarare di avere un’alta soglia di tolleranza allo stress e di saper gestire una grande quantità di impegni, ma sarebbe forse più “figo” per la nostra salute cercare di abbassare questa soglia.