«C’era una volta l’energia atomica poco costosa, competitiva, sicura…Ecco che riparte la favoletta del nucleare che risolve tutti i problemi energetici dell’Italia…». Legambiente commenta con ironia e durezza le dichiarazioni del ministro Scajola. Il titolare del dicastero dello sviluppo economico, intervenendo all’assemblea di Confindustria, ha annunciato che entro la legislatura partiranno i lavori di un gruppo di centrali nucleari di nuova generazione. «Prima di sbandierare atomi a destra e a manca – sottolinea il presidente nazionale di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza – l’esecutivo dovrebbe chiarire alcuni piccoli particolari. Pima di tutto: dove pensa di recuperare i soldi per realizzare gli impianti?». Un esempio significativo riportato da Legambiente ricorda che il primo (e finora unico) reattore nucleare commissionato nell’Europa occidentale dopo Cernobyl – quello finlandese sull’isola di Olkiluoto – ha già sforato il budget di spesa previsto del 35%, passando dagli iniziali 3 miliardi di dollari agli oltre 4,1 attuali. Il dibattito si è dunque acceso sulla possibilità di riportare nella nostra penisola il nucleare, in particolare con le tecnologie definite “di quarta generazione”. Per Umberto Veronesi, senatore del PD, il nucleare è «una scelta obbligata per una corretta politica energetica globale». «La possibilità di pagare meno in futuro i costi dell'energia, che già ci stanno schiacciando e non essere intrappolati da un gioco stringente dei fornitori» sono per Raffaele Bonanni, leader della Cisl, motivi validi per dire si alle energie nucleari. Infine, modernizzazione del sistema del Paese rispettando l’ambiente, autonomia nei confronti dei fornitori di energia e recuperare il ritardo accumulato rispetto alle altre nazioni europee sono le altre tesi che spingono verso l’energia atomica. Insieme ai favorevoli ci sono anche chi rimane nel dibattito con un atteggiamento di apertura al dialogo sul nucleare. «Vedremo se fra cinque anni ci sarà la prima pietra di una centrale nucleare in un paese che non ha neanche il deposito di rifiuti radioattivi degli ospedali...». E' quanto ha affermato Pier Luigi Bersani, a margine della trasferta a Milano del Governo ombra, a chi gli chiedeva degli annunci del governo della prossima costruzione degli impianti nucleari. Così anche Fassino sottolinea che «la valutazione sul nucleare non possa essere di tipo ideologico, ma di tipo molto concreto. Ci sono tre interrogativi a cui bisogna dare risposte esaurienti: i costi in termini di investimenti, i tempi per l'adozione di questa tecnologia e soprattutto la soluzione adeguata e sicura al tema delle scorie». «I sostenitori del nucleare dichiarano che il costo di costruzione più elevato delle centrali è bilanciato dai minori costi che si sostengono in seguito per il combustibile e il processo produttivo – aggiunge Cogliati Dezza – In realtà la Energy Information Administration degli Stati Uniti, non una setta di fanatici ecologisti dunque, afferma che l’elettricità proveniente da una nuova centrale nucleare è più costosa del 15% rispetto a quella prodotta col gas naturale e nel computo economico non sono considerati né i costi di smaltimento delle scorie né lo smantellamento dell’impianto alla fine del ciclo vita». Altri aspetti non secondari da chiarire , secondo Legambiente, sono quelli che riguardano la “generazione” dei reattori. Dire nuova generazione, afferma l’associazione, lascia intendere che si sta parlando della “quarta generazione”, che è però ancora in una fase embrionale: se tutto va bene impianti di questo tipo saranno disponibili tra 20-25 anni. Se davvero Scajola vuole una prima pietra entro i prossimi cinque anni allora sta parlando della terza generazione, quella che non ha fatto passi avanti in termini di sicurezza e che oggi l’Europa sta generalmente smantellando. Legambiente chiede al Governo di indicare anche dove vorrebbe aprire queste nuove centrali. Che farà? Utilizzerà i siti del passato (Latina, Montalto, Caorso…) oppure ne individuerà di nuovi. «Comunque sia noi siamo pronti, su questa vicenda, a una opposizione durissima – conclude Cogliati Dezza – li aspetteremo al varco: sarà davvero dura far diventare realtà la vecchia favoletta dell’atomo». |