UE: nuove misure per la qualità dell'aria in città
I governi dei Ventisette hanno dato il via libera alle nuove regole per ridurre l’inquinamento dovuto alle polveri sottili nelle città dell’Unione europea ( fonte: //www.lastampa.it )
Il testo adottato riprende quasi integralmente la proposta che la Commissione aveva presentato nel settembre 2005. «Oggi l’Unione europea ha compiuto un passo decisivo nella lotta contro una delle principali cause dei problemi che colpiscono l’ambiente e la salute», ha spiegato Stavros Dimas, commissario per l’Ambiente, aggiungendo: «I cittadini europei sono preoccupati per l’inquinamento atmosferico. La nuova direttiva sulla qualità dell’aria è una risposta ai loro timori perché fissa standard elevati, ma realistici, per combattere l’inquinamento dovuto alle particelle sottili (PM2,5) nell’Unione europea.»
Il testo adottato oggi riunisce quattro precedenti direttive e una decisione del Consiglio, istituendo standard che permetteranno di ridurre la concentrazione delle particelle sottili e fissando le date per la loro applicazione. Le particelle sottili sono considerate tra gli inquinanti più pericolosi per la salute umana assieme alle particelle più «grosse» note come PM10, già regolamentate da altre normative.
La direttiva prevede che, nelle aree urbane, gli Stati membri riducano mediamente del 20% l’esposizione al PM2,5 entro il 2020 rispetto ai valori del 2010, obbligandoli a portare i livelli di esposizione in queste zone al di sotto di 20 microgrammi/m3 nel 2015. A livello nazionale, gli Stati membri dovranno rispettare il valore limite di 25 microgrammi di PM2,5/m3, da raggiungere obbligatoriamente entro il 2015 e, se possibile, già nel 2010.
La nuova direttiva introduce nuovi obiettivi per il PM2,5 senza tuttavia modificare gli standard di qualità dell’aria esistenti. Gli Stati membri hanno però un maggiore margine di manovra per raggiungere alcuni dei valori fissati nelle zone in cui hanno difficoltà a rispettarli. La conformità ai valori limite fissati per il PM10 si rivela problematica per 25 dei 27 Stati membri dell’UE, nei quali tali limiti vengono superati almeno in una parte del territorio.
Il termine ultimo per conformarsi ai valori limite per il PM10 può slittare di tre anni dopo l’entrata in vigore della direttiva, a metà del 2011, o di cinque anni al massimo per il biossido di azoto e il benzene (2010-2015); tuttavia, ciò può avvenire soltanto se viene applicata integralmente la normativa Ue sulla prevenzione e riduzione integrate dell’inquinamento e se sono in atto tutte le misure opportune di abbattimento dell’inquinamento.