Sei in: Articoli: Psicologia della famiglia:

DISTURBI DI PERSONALITÀ E DEL COMPORTAMENTO DEL BAMBINO VIOLATO

TRATTI SPECIFICI COMUNI


  • PROGRESSIVA FORMAZIONE DELL’IO SULLA BASE DEL MECCANISMO DI DIFESA: IDENTIFICAZIONE CON L’AGGRESSORE
  • STRUTTURAZIONE DI UN FALSO SUPER IO BASATO SULL’INTRUSIONE DI UN’INFLUENZA AUTORITARIA MOLTO POTENTE
  • PROGRESSIVA COSTRUZIONE DELLA STRUTTURA DI PERSONALITÀ CENTRATA SU UN NUCLEO DISTRUTTIVO DI TIPO MASOCHISTICO
  • EROTIZZAZIONE DELLA SOFFERENZA
  • IL FALSO SÈ .


Il bambino violato può raggiungere una forma di pseudosicurezza solo attraverso la sottomissione e la dipendenza dal persecutore. Questo paradosso apparente è sempre presente nel vissuto dei bambini violati. L’identificazione con il persecutore è l’unica modalità per fuggire ad una realtà invivibile.


Questa identificazione gli impedisce la possibilità di costruire una propria identità, di acquisire autonomia e fiducia.


Il comportamento del bambino maltrattato già a due o tre anni esprime la grave sofferenza attraverso eccessive strategie di difesa.


SINDROME DELL’ATTENZIONE GELATA


  • volto immobile amimico;
  • occhi dilatati che scrutano l’ambiente e soprattutto i movimenti degli adulti;
  • l’unica attività è concentrata nello sguardo che cerca di prevedere e anticipare l’aggressore;


DISTURBI CHE NASCONDONO SITUAZIONI DI VIOLENZA SUL BAMBINO


  • insicurezza grave
  • tendenze masochistiche
  • eccessiva dipendenza
  • mancanza di autonomia

Si possono, quindi, riscontrare nel bambino atteggiamenti di passività in un quadro di aggressività repressa che può esplodere all’improvviso, anche senza apparente motivazione. Molto spesso gli atteggiamenti aggressivi vengono repressi dai docenti e rinforzati comportamenti regressivi che vengono interpretati come segno di maggiore adattamento sociale.


Non tutti i bambini violati diventano sottomessi ed aspettano l’adolescenza per esprimere la loro carica aggressiva. Ce ne sono alcuni che già prestissimo rispondono alla violenza con la violenza 


Anche i rapporti con gli adulti con cui vengono a contatto sono caratterizzati dalla provocazione.


Provocazione che viene messa in atto per ricercare la punizione fisica tanto questa è stata erotizzata.


La carenza di un sostegno affettivo ,compromettendo la capacità del bambino di far fronte alle frustrazioni fa in modo che la benché minima variazione ambientale può essere percepita come minacciosa.


Il bambino aggressivo è destinato ad essere emarginato nell’ambito scolastico sia per i problemi di tipo cognitivo e comportamentale che possono essere vistosi, sia per l’irrequietezza e l’instabilità motoria che mettono in crisi il docente e minano il clima sereno della classe.


Non a caso questi bambini diventano il capro espiatorio della scolaresca diventando oggetto di vere e proprie vessazioni.


In sintesi il bambino può venire irretito in una situazione di violenza totale (alla violenza familiare si somma la violenza delle istituzioni).


Di fronte all’aggressività del bambino il docente dovrebbe rinviargli un’immagine in cui l’aggressività sia stata neutralizzata e se ha distrutto degli oggetti aiutarlo nel compiere un atto riparativo.