Genitori e figli: la scoperta delle sensazioni
Spesso capita di sentire mamme che dicono: “Non so proprio come fare con mio figlio: non riesco a fargli il bagnetto, perché si agita continuamente!” , oppure “Sbatte tutti i giocattoli per terra e non sta mai fermo” o, ancora, “Sembra non si accorga di cosa succede intorno a lui, non mi risponde.”.
Non si è necessariamente di fronte a bambini con disturbi psicopatologici come autismo o disturbo da deficit di attenzione e iperattività (ADHD). Si tratta, semplicemente del fatto che, bambini e genitori, reagiscono in modo differente alle esperienze sensoriali della vita quotidiana.
Attraverso i sensi, riceviamo informazioni che provengono dal mondo esterno e il sistema nervoso elabora questi messaggi per produrre una risposta. Questo è il processo di elaborazione sensoriale: quando i genitori comprendono sia il significato dei comportamenti dei propri figli, sia le proprie risposte agli stimoli sensoriali, è più facile prevedere quali attività proporre al bambino in modo tale da suscitare il suo interesse e farlo sentire competente. Se un bambino riceve una stimolazione sensoriale della giusta intensità, diventa più partecipe e interagisce in modo positivo.
Ad esempio, un bambino molto sensibile ai suoni, alla stimolazione tattile e al movimento, probabilmente si agiterà in una stanza con tante persone, a causa del rumore delle chiacchiere e al continuo passaggio fra le braccia di chi lo vuole tenere. La mamma si troverà in difficoltà a calmare il bambino e potrebbe interpretare il comportamento del figlio come un rifiuto, ma se ha capito che il bambino è particolarmente sensibile al tatto e al suono può allontanarsi dalla zona più rumorosa, farlo tenere in braccio solo da poche persone e preferire di portarlo in braccio lei stessa, facendo in modo che gli altri lo vedano e, giocando con lui, non eccedano nello stimolarlo.
Dunn (1997) ha proposto un modello basato sull’elaborazione sensoriale che consente di comprendere i comportamenti e intervenire correggendo quelli che sembrano non funzionare tra genitore e bambino. Dal modello emergono 4 schemi di elaborazione sensoriale:
Bassa registrazione:
- il bambino ha bisogno di tempo per concentrarsi sul viso della mamma;
- sembra non accorgersi delle attività intorno a lui;
- non si accorge di essere stato toccato;
- non reagisce al cibo sulla faccia;
- non si accorge di chi entra nella stanza.
Ricerca della sensazione:
- il bambino mette in bocca più oggetti degli altri bambini;
- morde tutto;
- si muove in continuazione;
- gioca anche se intorno c’è confusione;
- fa rumore solo per puro piacere.
Sensibilità sensoriale:
- il bambino si agita durante il bagnetto;
- si distrae facilmente;
- smette di mangiare se qualcuno si muove o parla;
- si irrita quando la mamma fa le cose di corsa,
- vuole essere tenuto in braccio solo in un certo modo.
Evitamento della sensazione:
- il bambino mangia solo cibi ad una certa temperatura o di una determinata consistenza;
- si toglie il berretto e si arrabbia se gli viene messo;
- rifiuta attività caotiche;
- ha il corpo rigido;
- si copre occhi e orecchie in situazioni di ambienti caotici.
Allo stesso modo va preso in considerazione come il genitore reagisce agli stimoli del bambino: può essere più lento nel reagire o sarà interessato a parlare e giocare molto con il bambino oppure essere molto sensibile ad ogni movimento del bambino, sembrare preoccupata e troppo attenta ad ogni cambiamento. È importante per i genitori conoscere la propria sensibilità ai comportamenti del bambino e imparare a prevedere quali sono le modalità più efficaci per interagire con lui.
Per individuare il profilo sensoriale del bambino si può fare riferimento alla Infant/Toddler Sensory Profile, un questionario dove i genitori possono segnare i comportamenti maggiormente messi in atto dal bambino (suddivisi per sistema sensoriale (uditivo, visivo, vestibolare, tattile, orale e generale) e calcolare i punteggi per i 4 schemi di Dunn.
L’autore propone numerose strategie per sostenere i bambini caratterizzati dai 4 schemi di elaborazione sensoriale. Si tratta di proposte di attività in diverse situazioni come il bagnetto, il momento di vestire il bambino, i pasti, il gioco, il risveglio e le uscite, suddivise per aree sensoriali, ovvero tatto, movimento, vista, udito, gusto/odore e posizione del corpo.
Qualche consiglio utile
Per il bagnetto con bambini con “ sensibilità sensoriale ” ad esempio, il genitore può far scorrere l’acqua prima che il bambino entri in bagno, mettere un lieve sottofondo musicale, minimizzare i movimenti nella vasca e restare in silenzio o canticchiare dolcemente.
Nel momento del gioco si potrebbero mettere delle tende scure per ridurre le distrazioni visive, usare giocattoli più pesanti e privilegiare il gioco facendo sedere il bambino.
Nei bambini con “ bassa registrazione ”, invece, il genitore può far sì che il bambino giochi su superfici differenti (tappeti, linoleum), fornire giochi che emettono suoni e inserire un rumore di fondo (musica o tv), usare piatti coloratissimi in contrasto con il colore dei cibi in modo da metterli in evidenza.
Ci sono tantissime attività che i genitori possono inventare per rendere più piacevoli i momenti di vita quotidiana con il proprio bambino, ricordando che ci sono diverse sensibilità per ogni bambino!
Bibliografia
Dunn, W. (2004). Il sostegno alle relazioni bambino-caregiver secondo un approccio basato sull’elaborazione sensoriale. In A. J. Sameroff, S. C. McDonough, K. L. Rosenblum, Il Trattamento Clinico della relazione madre-bambino, Edizioni Mulino.
Dunn, W. (2002). Infant/Toddler Sensory Profile: User’s Manual , San Antonio. Tx, Psychological Corp.