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ATTACCHI DI PANICO

Che cosa sono gli attacchi di panico?


Viene dalla mitologia greca la radice etimologica di “panico” e più precisamente da Pan, il dio caprino, signore delle selve che portava ai profanatori che lo scoprivano nel sonno la paura distruttrice e immobilizzante e il temine “timor panico” sta proprio ad indicare il terrore irrazionale, improvviso e paralizzante che ci coglie di sorpresa e che invade il nostro corpo in modo incontrollabile, una tempesta emotiva che esplode senza alcuna motivazione.
In psichiatria, il disturbo da attacchi di panico sta ad indicare il ricorrere di attacchi di paura o terrore improvvisi associati a sentimenti di catastrofe imminente e accompagnati da sintomi fisiologici quali soffocamento, vertigini, sudorazione, spasmi muscolari, tremore e tachicardia. Le crisi colgono l’individuo come un fulmine a ciel sereno cioè in momenti imprevedibili, spesso durante le normali attività.
Gli attacchi durano alcuni minuti che possono sembrare eterni per l’angoscia che procurano e dopo resta la paura che tutto possa ripetersi. Le crisi tendono infatti ad essere ricorrenti per cui spesso i pazienti sviluppano un’ansia anticipatoria rispetto a dove e a quando avverrà l’attacco successivo. Di conseguenza evitano luoghi o situazioni associati agli attacchi e man mano che le paure aumentano la vita di queste persone viene sempre più compromessa.


Quali sono le persone che soffrono di attacchi di panico?


Il soggetto a rischio di attacchi di panico è un tipo impeccabile , praticamente perfetto o almeno così pensa di se stesso. Crede di non fare mai niente di sbagliato e si fida solo delle sue stesse convinzioni. E’ sempre sicuro di se e sa sempre quello che vuole, deve e può fare. Il suo atteggiamento è polemico nei confronti di chi la pensa diversamente ed è assolutamente intollerante verso chi sbaglia o trasgredisce le regole. E’ sempre lui a condurre il gioco e dove può preferisce non lasciare spazio agli imprevisti, si batte in quello in cui crede e non cede mai . “Volere è potere” è il suo motto ma gli sentiamo pronunciare spesso anche frasi come “ho tutto sotto controllo”, “io sono un uomo tutto d’un pezzo”, “a me non sfugge mai nulla”, “sono fatto così e non posso cambiare”. Le sue parole tradiscono una personalità rigida, la sicurezza di chi si sente padrone del suo destino ed è convinto che niente e nessuno all’infuori di se possa modificarne il corso. Di giorno non si piega ne tanto meno si spezza ma di notte precipita nel più profondo degli abissi. Volare, cadere nel vuoto, correre all’infinito senza mai arrivare da nessuna parte, è con questi sogni che chi soffre di attacchi di panico segnala la sua insofferenza a un’esistenza troppo strutturata denunciando il suo immenso bisogno di libertà.
Il primo attacco di panico rappresenta solo un assaggio dei reali rischi cui va incontro chi ha deciso di fare della propria vita una missione impossibile e quando il panico diventa un’abitudine, stravolgendo la routine la paura di morire o di impazzire costituiscono le premesse per una condizione di autolimitazione totale. Vincolato dai cosiddetti comportamenti evitanti e schiavo di ansiolitici e calmanti prima o poi chi ha paura della paura può trovare pace solo all’interno delle rassicuranti mura di casa sua.


Il panico in cifre


Il panico è stato inserito solo da un ventennio fra le patologie psichiche del manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Precedentemente era considerato una forma acuta d’ ansia generalizzata . Attualmente nel mondo occidentale ne soffre circa l’8% della popolazione.
In Italia colpisce tra i 2.000.000 e i 2.500.000 di persone ; a soffrirne sono in prevalenza donne anche se aumenta tra i maschi, soprattutto tra i professionisti e i menager. Il panico si manifesta generalmente tra i 15 e i 35 anni , con picchi intorno ai 22-24 anni e una seconda punta di insorgenza tra i 45 e i 55 anni.


Quali sono le cause degli attacchi di panico?


Da un punto di vista strettamente fisio-patologico l’attacco di panico è un problema cerebrale dovuto all’ipersensibilità all’anidride carbonica che fa scattare a vuoto il sistema interno di allarme da soffocamento. Lo dimostra il fatto che inalare una miscela d’aria con una quantità aggiuntiva di anidride carbonica è causa immediata di un attacco in chi vi è predisposto.
Un’anomalia neuro-chimica sarebbe dunque la molla che fa scattare gli attacchi di panico . Ci sono aree cerebrali più sensibili di altre all’anidride carbonica e in queste sono presenti i cosiddetti chemocettori, neuroni sensibili al segnale di concentrazione di anidride carbonica. Questi sistemi sono filogenicamente molto antichi. Chi soffre di attacchi di panico ha per così dire un sistema d’allarme ipersensibile che suona a vuoto facendo partire la reazione comportamentale anche in assenza dello stimolo reale. Questa ipersensibilità all’anidride carbonica è di tipo ereditario.


I luoghi del panico


L’attacco di panico colpisce senza preavviso comparendo in modo del tutto immotivato senza apparenti fattori scatenanti. Nella maggior parte dei casi tende però a presentarsi in situazioni specifiche, tipiche e quindi molto diffuse. Con un’incidenza del 10% l’agorafobia è la paura più diffusa. I luoghi pubblici come piazze, supermercati affollati, sale cinematografiche e stadi sono le cause che scatenano il panico. La molla è ritrovarsi da soli in mezzo alla folla, in situazioni senza via d’uscita.
Chi ne soffre tende ad evitare i luoghi temuti finendo spesso per rimanere confinato in casa . Significativo è il dato statistico che vede questo disturbo appannaggio quasi totale delle donne. Ascensori, metropolitana, funivie, gallerie, cantine, stanze troppo piccole sono il terrore di tanti che temono di rimanere intrappolati in questi luoghi stretti e generalmente anche bui…è la claustrofobia. Dietro c’è il timore di trovarsi faccia a faccia con se stessi e con la propria interiorità.


In psichiatria, il disturbo da attacchi di panico sta ad indicare il ricorrere di attacchi di paura o terrore improvvisi associati a sentimenti di catastrofe imminente e accompagnati da sintomi fisiologici quali soffocamento, vertigini, sudorazione, spasmi muscolari, tremore e tachicardia. Le crisi colgono l’individuo come un fulmine a ciel sereno cioè in momenti imprevedibili, spesso durante le normali attività.
Gli attacchi durano alcuni minuti che possono sembrare eterni per l’angoscia che procurano e dopo resta la paura che tutto possa ripetersi. Le crisi tendono infatti ad essere ricorrenti per cui spesso i pazienti sviluppano un’ansia anticipatoria rispetto a dove e a quando avverrà l’attacco successivo. Di conseguenza evitano luoghi o situazioni associati agli attacchi e man mano che le paure aumentano la vita di queste persone viene sempre più compromessa.


Il soggetto a rischio di attacchi di panico è un tipo impeccabile , praticamente perfetto o almeno così pensa di se stesso. Crede di non fare mai niente di sbagliato e si fida solo delle sue stesse convinzioni. E’ sempre sicuro di se e sa sempre quello che vuole, deve e può fare. Il suo atteggiamento è polemico nei confronti di chi la pensa diversamente ed è assolutamente intollerante verso chi sbaglia o trasgredisce le regole. E’ sempre lui a condurre il gioco e dove può preferisce non lasciare spazio agli imprevisti, si batte in quello in cui crede e non cede mai . “Volere è potere” è il suo motto ma gli sentiamo pronunciare spesso anche frasi come “ho tutto sotto controllo”, “io sono un uomo tutto d’un pezzo”, “a me non sfugge mai nulla”, “sono fatto così e non posso cambiare”. Le sue parole tradiscono una personalità rigida, la sicurezza di chi si sente padrone del suo destino ed è convinto che niente e nessuno all’infuori di se possa modificarne il corso. Di giorno non si piega ne tanto meno si spezza ma di notte precipita nel più profondo degli abissi. Volare, cadere nel vuoto, correre all’infinito senza mai arrivare da nessuna parte, è con questi sogni che chi soffre di attacchi di panico segnala la sua insofferenza a un’esistenza troppo strutturata denunciando il suo immenso bisogno di libertà.
Il primo attacco di panico rappresenta solo un assaggio dei reali rischi cui va incontro chi ha deciso di fare della propria vita una missione impossibile e quando il panico diventa un’abitudine, stravolgendo la routine la paura di morire o di impazzire costituiscono le premesse per una condizione di autolimitazione totale. Vincolato dai cosiddetti comportamenti evitanti e schiavo di ansiolitici e calmanti prima o poi chi ha paura della paura può trovare pace solo all’interno delle rassicuranti mura di casa sua.
L’attacco di panico colpisce senza preavviso comparendo in modo del tutto immotivato senza apparenti fattori scatenanti. Nella maggior parte dei casi tende però a presentarsi in situazioni specifiche, tipiche e quindi molto diffuse. Con un’incidenza del 10% l’agorafobia è la paura più diffusa. I luoghi pubblici come piazze, supermercati affollati, sale cinematografiche e stadi sono le cause che scatenano il panico. La molla è ritrovarsi da soli in mezzo alla folla, in situazioni senza via d’uscita.