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Attacchi di panico e EMDR

L'EMDR (eyes movement desensitation and reprocessing) è un approccio terapeutico incentrato sulla persona che permette di facilitare il meccanismo di auto-guarigione, stimolando un sistema innato di elaborazione di informazioni nel cervello. Il modello EMDR riconosce la componente fisiologica delle difficoltà emotive ed affronta direttamente queste sensazioni fisiche, insieme alle convinzioni negative, agli stati emotivi e ad altri sintomi disturbanti. E’ un metodo terapeutico a base fisiologica, che aiuta le persone a sentire il ricordo di esperienze traumatiche in modo nuovo e meno disturbante. Negli attacchi di panico la prima esperienza traumatica, insieme a quelle successive del “panico” che innescano quel “circolo vizioso” che porta alla “paura della paura”, è talmente vivida e presente nella mente della persona con immagini, ricordi e sensazioni da condizionarne la vita, attivando quel continuo “stato di allarme”, in cui la percezione della realtà e del pericolo è alterata. Un attacco di panico si può definire come un periodo preciso di intensa paura o disagio, che si sviluppa improvvisamente ed è accompagnato da almeno 4 dei seguenti sintomi: dispnea , vertigini, palpitazioni, tremori, sudorazione, sensazione di asfissia, nausea, dolori addominali, depersonalizzazione , torpore, formicolio, vampate di calore, brividi, dolore al petto, paura di morire, paura di impazzire o di perdere il controllo. Durante l’EMDR il terapeuta lavora con il paziente per l’identificazione del problema specifico oggetto della terapia e utilizzando un approccio strutturato guida la persona nella descrizione dell’evento o dell’aspetto disfunzionale, aiutandolo a scegliere gli elementi disturbanti importanti. Viene chiesto al paziente quali pensieri e convinzioni ha in mente mentre richiama l’aspetto peggiore o più disturbante dell’evento. Il terapeuta aiuta l’elaborazione mediante movimenti guidati degli occhi, o altre stimolazioni bilaterali degli emisferi cerebrali. Durante i movimenti oculari il paziente rivive vari elementi del ricordo o di altri ricordi e ad intervalli regolari il terapeuta interrompe i movimenti oculari per accertarsi che la persona elabori adeguatamente da solo, facilitando il processo prendendo decisioni cliniche relative alla direzione dell’intervento. L’obiettivo è quello di far elaborare rapidamente le informazioni relative all’esperienza, negativa fino alla sua “risoluzione adattiva”.
La persona può provare intense emozioni durante l’EMDR, ma al termine della seduta la maggior parte delle persone riferisce di “stare meglio”, una notevole riduzione nel livello di disturbo associato all’esperienza traumatica ed una conseguente riduzione della sintomatologia.