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PROTEGGERLO DALLE ZECCHE PER PROTEGGERLO DALL’EHRLICHIOSI - DOTT. GIUSEPPE LAROSA



Ho un Pastore Tedesco di 6 anni che si chiama Franz. Durante un controllo annuale del sangue abbiamo scoperto che dalla puntura di una zecca si è preso l’ehrlichiosi, ma Franz, sta bene, non ha nessun segno di malattia, è possibile che possa rimanere per tutta la vita così ?


Grazie


Claudio F.



L’Herlichiosi è una malattia parassitaria del cane trasmessa da zecche .


L’agente che ne è la causa (alle nostre latitudini) è un microrganismo che appartiene alla famiglia delle Rickettsiaceae ( Ehrlichia canis ) che si localizza prevalentemente in alcune cellule circolanti del sangue e nelle cellule di alcuni organi come milza, fegato e linfonodi. Una volta attaccatosi alla membrana cellulare il parassita, a causa degli effetti tossici e degenerativi può portare alla morte delle cellule colpite causando serie lesioni vascolari. Queste lesioni ai piccoli vasi sanguigni fanno si che le piastrine (che sono degli elementi del sangue che hanno un ruolo fondamentale nei processi di coagulazione), aderiscano sulle cellule infette e danneggiate, facendone diminuire notevolmente il numero di quelle che rimangono nel circolo sanguigno. Questa notevole diminuzione delle piastrine circolanti, impedisce all’organismo di bloccare le micro emorragie che si possono presentare sulla pelle, sulle mucose o in altri distretti dell’organismo animale.

Il serbatoio naturale della malattia è costituito prevalentemente da una zecca, Rhipicephalus sanguineus, che si è infettata dopo aver effettuato un pasto di sangue su un cane ammalato di una forma acuta o di una forma cronica della malattia. Una volta che la zecca si è infettata, diventa portatrice della malattia e può trasmetterla per un periodo di molti mesi . Questo spiega perché se la zecca si infetta nel periodo finale dell’ estate, e riesce a sopravvivere all’inverno, può trasmettere la malattia durante la primavera dell’anno successivo.
Inoltre, sappiamo che una zecca, può sopravvivere senza alimentarsi fino ad un anno e mezzo . Questo spiega il perché della presenza della malattia e di tante zecche in moltissime aree cittadine.


Una volta che la zecca infetta, effettua il pasto di sangue su di un cane sano, lo infetta con E.Canis, e la malattia può avere un’evoluzione clinica che prevede una forma acuta, una forma cronica ed una forma subclinica.
La forma acuta può avere una durata di 15-30 giorni, durante i quali l’Ehrlichia si moltiplica all’interno di alcune cellule del sangue, del fegato, della milza e dei linfonodi, causando una progressiva anemia , che peggiora man mano che la malattia evolve verso la cronicità.
La fase cronica può alcune volte e periodicamente riacutizzarsi con un grave decadimento dello stato di salute dell’animale ammalato.



Per quanto riguarda la forma subclinica, come nel caso del tuo Pastore Franz, il cane può non presentare nessun sintomo clinico della malattia e questa forma può permanere per tantissimi anni. Da questa fase subclinica si può passare alla guarigione del cane se il sistema immunitario riesce a difenderlo in modo adeguato, altrimenti si può instaurare uno stato di cronicità della malattia, con il cane che può diventare un portatore sano della malattia.



In questa forma subclinica, basta una situazione di stress, una diminuzione delle difese immunitarie del cane oppure l’instaurarsi di un’altra malattia concomitante ( spesso la Leishmaniosi) per fare in modo che si scateni nel cane una forma aggressiva della malattia.
I sintomi clinici, che più di frequente presenta il cane, variano a seconda della forma clinica della malattia, ma in generale possono essere: febbre che supera i 40° C, inappetenza, depressione, anemia, difficoltà respiratoria, rinite, congiuntivite, aumento di volume dei linfonodi , zoppie e segni neurologici.
In assenza di un trattamento terapeutico, man mano che la malattia evolve, si possono presentare dei fenomeni emorragici con perdita di sangue dal naso, presenza di sangue nelle urine o nelle feci ed emorragie sulle mucose e sulla pelle, visibili maggiormante in corrispondenza dell’addome e delle parti prive di pelo .
Altri sintomi che possiamo riscontrare con minore frequenza sono edema della cornea (opacamento), difficoltà a camminare che può arrivare addirittura a delle paresi su uno o più arti, a causa di piccole emorragie del Sistema Nervoso Centrale o periferico. A complicare ancora di più le cose si può instaurare uno stato di immunodepressione, causato da una seria compromissione del sistema immunitario. Questa immunodepressione può facilitare l’instaurarsi di infezioni secondarie causate da vari microrganismi.
Vista la gravità della malattia, e non essendo presente attualmente alcuna possibilità vaccinale è molto importante fare una adeguata prevenzione con adatti prodotti antiparassitari , per il controllo delle zecche, sia nell’ambiente nel quale vive il cane, sia sul cane, per evitare che possa venire parassitato durante le sue passeggiate giornaliere.
I prodotti antiparassitari, presenti in commercio, sono tanti e in varie formulazioni. Polveri, spry, collari, prodotti “spot on” in pipette, prodotti iniettabili ed altro ancora.


E molto importante che la zecca rimanga attaccata il meno possibile sulla cute dell’animale o che muoia il prima posibile, poiché si è visto che, per poter trasmettere la malattia, sembra sia necessario che la zecca debba rimanere attaccata alla cute a “pasteggiare” per almeno 48 ore.


Maggiore è il tempo che la zecca rimane attaccata a fare il pasto di sangue sul cane, maggiori sono i rischi di trasmissione della malattia sia al cane che all’uomo .



L’Erlichiosi è una zoonosi (malattia trasmissibile dall’animale all’uomo), per questo motivo è ancora più importante prevenire l’infestazione sui nostri animali per riuscire a prevenire il contagio agli uomini.


E’ quindi fondamentale iniziare la prevenzione nei confronti delle zecche già all’arrivo del primo caldo, prima che le zecche comincino a farsi vedere nei prati o nei luoghi frequentati dall’animale, utilizzando i vari e numerosi prodotti antiparassitari, che in aree a rischio è opportuno utilizzare per l’intero anno.