Cos'è la psicoterapia cognitiva
La Psicoterapia Cognitivo ComportamentaleData ultima stesura 01/01/00
Lo scopo di questa breve presentazione è quello di fornire alcuni riferimenti parziali (e "di parte", in quanto chi scrive è specializzato in questa disciplina, quindi perdonatemi se ne parlo troppo bene, ma lascio ad altri l'onore delle critiche) su questa forma di psicoterapia. Mi rendo conto che, pur nello sforzo di essere chiaro, alcune espressioni e vocaboli possono risultare, a chi non si occupa normalmente di psicologia, di difficile comprensione o certi concetti troppo sintetici. A questo proposito sarò quindi lieto di rispondere a qualsiasi richiesta di chiarimento.
Storia e riferimenti scientifici
La psicoterapia Cognitivo-Comportamentale nasce agli inizi del Ventesimo secolo dalla tradizione scientifica della psicologia sperimentale, in particolare dagli studi di J.B. Watson e I.P. Pavlov, fondatori della corrente teorica del " comportamentismo ", che si proponeva di costruire una scienza psicologica che condividesse le caratteristiche di esattezza e obiettività tipiche delle scienze più avanzate, quali la biologia e la fisica. Tale scopo fu raggiunto limitando il proprio oggetto di indagine a ciò che è intersoggettivamente osservabile, vale a dire il comportamento ; veniva invece messo da parte lo studio sui processi mentali, in quanto non esistevano strumenti scientifici per condividere le osservazioni in maniera univoca.
A partire da questi studi, furono applicate al campo della sofferenza mentale una serie di tecniche di modificazione del comportamento, di diretta derivazione dalla ricerca sperimentale, il cui insieme verrà definito "terapia comportamentale". La caratteristica di queste metodologie è la misurabilità dei risultati e dell'efficacia, che ha permesso di stabilire delle precise indicazioni tra categorie di problemi e tipo di tecnica (nevrosi d'ansia e fobie, problemi di comportamento e apprendimento nei bambini, enuresi ed encopresi, riabilitazione di soggetti con handicap fisici e psichici).
Nel frattempo, l'evoluzione della ricerca scientifica in psicologia compie, intorno agli anni '60, grossi progressi, soprattutto grazie all'introduzione delle prime sperimentazioni di simulazione dei processi mentali tramite computer. Questa innovazione ha permesso il superamento dei limiti del "comportamentismo", in quanto è ora possibile costruire dei modelli della mente (vale a dire delle teorie che spiegano come avvengono determinati processi mentali o "cognizioni", quali la comprensione del linguaggio, il ragionamento matematico, la memoria, la produzione di emozioni, ecc.), tradurli in un programma per computer, verificare il loro funzionamento nella macchina, e in base alla capacità della simulazione di riprodurre più o meno esattamente le prestazioni dell'uomo trarne delle indicazioni sulla validità della teoria (naturalmente la cosa è talmente complessa che per ora sono poche le funzioni mentali che sono state effettivamente formalizzate e riprodotte in maniera soddisfacente).
Le applicazioni per la terapia di questi progressi sono estremamente importanti, in quanto vengono sviluppate una serie di tecniche che, oltre al comportamento , si propongono la modificazione e il cambiamento dei processi mentali , vale a dire i pensieri e le emozioni; in questo modo l'insieme di metodologie, che vengono ora definite "psicoterapia cognitiva e comportamentale" si presentano efficaci e applicabili ad una vasta gamma di problemi (vedi più avanti), che in precedenza erano difficilmente trattati con le tecniche che si limitavano alla modificazione del comportamento.
Una delle caratteristiche più interessanti di questo insieme di tecniche e delle teorie sottostanti è inoltre l'apertura alle innovazioni provenienti sia dalla ricerca scientifica sia da altre correnti di studio sulla psicoterapia (quali le "teorie psicodinamiche" o le "teorie sistemiche"). Ne è un esempio la recente attenzione e tentativo integrazione all'interno della psicoterapia cognitiva e comportamentale di importanti fattori terapeutici, quali le dinamiche del rapporto tra terapeuta e paziente e il peso degli aspetti interpersonali e familiari correlati alla sofferenza individuale.
Applicazioni cliniche
Attualmente la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale copre il campo del trattamento di tutti i disturbi mentali : disturbi dell'area nevrotica (disturbi d'ansia, fobie, ossessioni-compulsioni, depressione), disturbi del comportamento alimentare (anoressia e bulimia), disfunzioni sessuali, disturbi di personalità, disturbi da abuso di sostanze, psicosi (disturbo delirante, schizofrenia), problemi psicopatologici dell'età evolutiva, psicopatologia nell'anziano.
Oltre alle applicazioni psicopatologiche le tecniche cognitivo-comportamentali si dimostrano particolarmente efficaci e rapide per aiutare le persone a risolvere difficoltà di adattamento o crisi evolutive (difficoltà nelle relazioni sociali o nel lavoro, ansia da esame, reazioni disadattive al lutto, difficoltà nella coppia o nella gestione dei figli, ecc.), anche attraverso modalità alternative al trattamento psicoterapico (gruppi di auto-aiuto, biblioterapia, terapia on-line ).
Metodologia e tecniche
Il terapeuta cognitivo - comportamentale possiede nel suo repertorio una serie di tecniche di derivazione comportamentale, cognitiva e relazionale, che utilizza all'interno della cornice della relazione terapeutica, vale a dire il particolare rapporto tra operatore e paziente, rapporto che viene investito da una progressiva condivisione di senso.
Il formato degli incontri può essere differenziato secondo il tipo di problemi, degli scopi dell'intervento, della opportunità relativa a un particolare momento evolutivo, e può quindi essere costituito da colloqui individuali, da sedute di coppia o familiari, da riunioni di gruppo.
In termini molto semplificati possiamo affermare che l'intervento terapeutico si pone due obiettivi principali: il primo é quello di individuare e definire il tipo di pensiero che accompagna le emozioni negative (per esempio dolore, sconforto, paura); il secondo consiste nel cercare delle modalità alternative, più funzionali, di affrontare le situazioni problematiche. L'adozione di modalità di pensiero più costruttive conduce a una modificazione dell'esperienza emozionale dolorosa. Sarà compito del terapeuta individuare le tecniche più appropriate che potranno aiutare la persona a raggiungere questi obiettivi, mentre sarà compito di quest'ultima impegnarsi durante gli incontri e nella vita reale per seguire le indicazioni dell'operatore.
Per sintetizzare possiamo dire che le caratteristiche pregnanti di questo approccio terapeutico sono:
Dove trovare un terapeuta
In Italia possono praticare la terapia cognitivo-comportamentale gli psicoterapeuti (medici o psicologi) specializzati presso una delle sedi della Società Italiana di Terapia Comportamentale e Cognitiva ( S.I.T.C.C. ) o della Associazione Italiana di Analisi e Modificazione del Comportamento e Terapia Comportamentale e Cognitiva ( A.I.A.M.C. ). Presso questi Istituti è possibile trovare gli elenchi dei professionisti presenti in ogni regione.
LETTURE CONSIGLIATE PER L'APPROFONDIMENTO:
- A.T. Beck: Principi di terapia cognitiva. Ed. Astrolabio, 1984.
- L. Cionini: Psicoterapia cognitiva. Ed. La Nuova Italia Scientifica, 1991.
- C. De Silvestri: I fondamenti teorici e clinici della terapia razionale emotiva. Ed. Astrolabio, 1981.