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essere diplomatici ...

Essere diplomatici, cercare un accordo, proporsi con gentilezza a familiari, colleghi e amici non è affatto segno di debolezza o scarsa personalità come “gli altri” (quelli arroganti e che cercano solo il proprio interesse) vorrebbero far credere. Urliamo con i nostri bambini perché siamo convinti che è l’unico modo per farci ascoltare, senza aver magari nemmeno mai provato a chieder loro le stesse cose con calma, e soprattutto mostrando per primi una vera disponibilità all’ascolto. Ci muoviamo rigidamente nel nostro orticello a lavoro, propinando frasi tipo “non è compito mio” o “non so cosa dirle”, senza magari provare a spendere qualche parola o qualche gesto garbato per proporci per primi positivamente nelle relazioni, eventualmente lanciandoci fino al tentativo di risoluzione di problemi, anche laddove non dipendono esclusivamente da noi (quel che conta - e che “passa” all’altro - è l’intenzione, in fondo). Diciamo cose generaliste: “sono tutti uguali gli impiegati delle poste”, “i clienti sono dei gran maleducati”, “non ti puoi fidare di nessuno nella vita” … poi ci arrabbiamo se in mezzo al mucchio ci finiamo noi! Vi infastidisce leggere le mie frasi altrettanto generaliste in cui raggruppo tutti noi in un mondo cinico e triste? Era la reazione che volevo! Ma mi permetto di dire che non è sufficiente che ci si basi sul pensiero individualista “io sono diverso” o persino “avrò avuto i miei motivi se ho reagito così”. Mai più che in quest’epoca è necessario che ciascuno di noi – proprio ciascuno, per quanto e come può – si chieda come dare il famoso BUON ESEMPIO, disperso nei volti dei numerosi rassegnati del “tanto anche se lo faccio io, continuerà sempre così”. Non sta continuando così nel momento stesso in cui i primi a far qualcosa di diverso siamo noi.