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Tipologie di abuso sui minori

Tradotto dalla forma inglese “child abuse”, l’espressione “abuso sui bambini” è onnicomprensiva di tutte le forme di abuso che possiamo schematizzare come segue (Linee guida della Regione Lazio e della SINPIA - Società Italiana di Neurologia e Psichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza):


a) Maltrattamento
Fisico: il genitore o le persone che si prendono cura del bambino eseguono o permettono che si eseguano lesioni fisiche oppure mettono il bambino in condizione di subirle.
Psicologico: il bambino viene svalutato, umiliato, denigrato, sottoposto a violenze psicologiche in modo continuato e duraturo nel tempo attraverso frasi o comportamenti.


b) Patologia delle cure
Incuria: il bambino riceve cure carenti rispetto ai bisogni fisici, emotivi, psicologici, propri del suo momento evolutivo.
Discuria: il bambino riceve cure distorte e inadeguate attraverso la richiesta di prestazioni superiori all’età/possibilità. Fanno parte di questa categoria anche l’accudimento tipico di bambini più piccoli, l’iperprotettività.
Ipercura: Il bambino riceve cure eccessive per lo stato fisico, caratterizzate da una inadeguata e dannosa medicalizzazione. Rientrano in questa categoria:

- La “sindrome di Munchausen per procura": il genitore, generalmente la madre, attribuisce al bambino sintomi e malattie di cui non soffre realmente e tende di conseguenza a curare queste manifestazioni frutto di una propria convinzione distorta costringendo il figlio a subire continui accertamenti clinici, ricoveri e cure inopportune in grado di causargli gravi danni sia fisici che psichici.

- Il “chemical abuse”: anomala e aberrante somministrazione di sostanze chimiche (farmaci, integratori alimentari, vitamine, acqua) di per sé innocue, ma dannose per le quantità somministrate.

- Il “medical shopping”: genitori che si rivolgono a numerosi medici per ansia o paura di disturbi fisici a carico del bambino oppure il bambino presenta una malattia cronica che viene diagnosticata inguaribile ed i genitori continuano a ricercare ciò che illusoriamente possa guarire o “riparare” il danno. A differenza della sindrome di Munchausen per procura in questa forma di patologia delle cure sono coinvolti entrambi i genitori e non si tratta di una convinzione distorta bensì di una eccessiva preoccupazione. Il medical shopping infatti rientra nell’area delle nevrosi, mentre la sindrome di Munchausen per procura, proprio a causa della compromissione dell’esame di realtà, rientra nell’area delle psicosi.


c) Abuso sessuale: Extrafamiliare, intrafamiliare, perifamiliare
Coinvolgimento, da parte di estranei/conoscenti, genitori/parenti o figure “vicine” (es. insegnante), di soggetti immaturi e dipendenti in attività sessuali con assenza di completa consapevolezza e possibilità di scelta, in violazione dei tabù familiari o delle differenze generazionali.

d) Violenza assistita:
Il bambino è costretto ad essere testimone di una violenza fisica, psicologica o sessuale agita su un’altra persona.

Nella realtà chiaramente non sempre questi fenomeni appaiono separati come nella classificazione proposta. In generale infatti raramente il bambino abusato subisce una sola forma di abuso, è invece spesso costretto a sperimentarne diverse contemporaneamente.
Gli abusi sui bambini presentano caratteristiche generali comuni che ne evidenziano la pericolosità e quindi la conseguente necessità di intervenire tempestivamente (F. Montecchi, 2009):


1) avvengono spesso ad opera degli stessi genitori, anche se non sono rare forme di abuso agite da estranei o da figure preposte all’educazione dei minori, quali le maestre, i sacerdoti, gli istruttori di sport.


2) tendono ad essere nascosti e negati sia da chi li opera sia da chi li subisce, quindi sono difficilmente rilevabili e spesso le rilevazioni possibili non offrono un buon livello di certezza. Infatti fin quando non sia stata effettuata una valutazione diagnostica che confermi l’abuso, si può parlare esclusivamente di “sospetto abuso”, poiché:

- il rilevamento di uno o più segni non definisce in modo automatico la situazione come “abuso”.
- tutti i segni rilevati devono essere inseriti in un quadro globale di valutazione diagnostica, che non può essere svolta solo da chi li rileva (per complessità e assenza di strumenti necessari). La conferma di abuso deriva, oltre che dalle osservazioni del professionista dell’infanzia, da una valutazione medico-psicologico-sociale.


3) incidono sullo sviluppo fisico e psicologico del minore, sulla strutturazione della personalità, sulle relazioni con la famiglia, con gli adulti e con i coetanei.


4) tendono ad aggravarsi nel tempo e non hanno una risoluzione spontanea.


Naturalmente ciascuna delle condotte sopracitate, agite ai danni di un minore, può costituire un reato perseguibile d’ufficio; questo è certamente vero per quanto riguarda l’abuso sessuale, ma anche evidentemente per le forme di violenza fisica e psicologica reiterate nel tempo.
E’ necessario fare invece un discorso a parte per quanto riguarda le patologie delle cure, in questo caso infatti non esistono articoli specifici del Codice penale.
Si può esclusivamente osservare che gravi forme di incuria e discuria potrebbero rientrare nel reato di “maltrattamenti in famiglia” (art. 572 del c.p.) e che il “chemical abuse” potrebbe rientrare nel reato di “lesioni personali o tentato omicidio” (art. 582 del c.p.).
Raramente si riesce invece a perseguire penalmente una madre affetta da sindrome di Munchausen per procura, nella cultura italiana infatti è arduo perseguire una madre “tanto attenta e preoccupata per un figlio tanto malato”, a meno che le eccessive e smodate attenzioni non costituiscano un grave e concreto pericolo per la salute e per la stessa vita del bambino e quindi non rientrino anch’esse nel reato di “lesioni personali o tentato omicidio” (art. 582 del c.p.).


Dott.ssa Federica Letizia