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Implicazioni psicologiche e relazionali nel tumore al seno


Ogni forma neoplastica ha specifiche risonanze a livello psicologico, legate alla sede d’insorgenza.
Nel tumore al seno quella che viene minata è la concezione della propria identità femminile in quanto la malattia coinvolge una parte del corpo che chiama in causa, in maniera più pregnante rispetto ad altre, dimensioni delicate quali l’immagine corporea, l’identità sessuale, la sessualità.
Rispetto alla problematica dell’immagine corporea la causa scatenante è legata al fatto che la donna con carcinoma mammario è sottoposta a cambiamenti fisici. Questi possono essere diretti o indiretti (Cull, 1992), intendendo con i primi gli effetti collaterali delle terapie (come ad esempio eventuali cambiamenti nel metabolismo o modificazioni a livello ormonale); con i secondi, invece, che sono i più importanti e frequenti, i cambiamenti dovuti alla modificazione corporea con conseguente alterazione della percezione di sé.
Nello specifico i cambiamenti a cui la paziente è esposta, sono l’ asportazione totale della mammella tramite mastectomia; la perdita dei capelli come frequente effetto collaterale della chemioterapia, esperienza che viene spesso vissuta come micro-trauma, in un contesto in cui la donna è già stata resa precedentemente vulnerabile dall’impatto psicologico della diagnosi; ed infine l’anoressia che causa importante dimagramento.
Tutti gli effetti descritti hanno forti ripercussioni per quanto riguarda il desiderio sessuale o la possibilità per la donna di sentirsi attraente. I problemi sessuali sono però anche la conseguenza della terapia ormonale che mira ad inibire o a eliminare l’azione degli ormoni. Spesso questi poi si estendono ad una problematica di coppia nella sua complessità, in quanto anche il partner può modificare i propri atteggiamenti dal punto di vista sessuale in conseguenza della nuova condizione della compagna, sviluppando una vera e propria crisi psicologica e di coppia, con sintomi psicosomatici ed interpersonali e con una netta diminuzione del desiderio sessuale (Cull, 1992).
Va sottolineato che spesso la paziente pur avvertendo un problema nella sfera sessuale, si nega la possibilità di esplicitarlo in quanto pensa possa sembrare irrilevante rispetto al ben più grave problema di salute. L’elusione e il diniego di tali problematiche tuttavia possono determinare conseguenze pesanti perchè la sessualità è un aspetto fondamentale della qualità di vita, fonte di benessere psicofisico oltre che conferma della propria identità personale e sociale.
Un altro aspetto degno di attenzione riguarda la tematica della maternità: spesso infatti un’importante implicazione psicologica può essere correlata proprio alla paura di non poter avere una gravidanza. In alcuni casi ciò è dovuto alla menopausa chimicamente indotta, in altri alle conseguenze o agli effetti tardivi delle terapie effettuate.
Tale problematica per una donna è di grandissima rilevanza, pertanto si rende necessario un supporto psicologico in grado di accompagnarla verso l’accettazione di questa grave privazione.
Laddove invece non fosse esclusa l’opportunità di avere figli, risulta evidente come una tale decisione debba necessariamente comportare una pianificazione alla luce della trascorsa esperienza di tumore e delle terapie effettuate, per valutare la possibilità di non arrecare danni al feto. Ciò sottolinea l’esigenza di un rapporto di fiducia con l’equipe medica che deve necessariamente offrire informazioni complete e precise e un confronto rispetto alla valutazione del rischio di complicazioni.
A tale proposito, un recente articolo pubblicato su Cancer evidenzia che sono diventati genitori dopo le terapie, coloro i quali hanno avuto maggiori informazioni dai propri terapeuti e maggiori possibilità di discutere delle paure relative alla propria malattia e agli effetti della procreazione su di sé e sul nascituro.
Il cancro in generale rappresenta da sempre una prova esistenziale sconvolgente per chiunque.
Ma il carcinoma mammario può essere attualmente considerato tra le patologie oncologiche con le maggiori probabilità di guarigione, in particolar modo se viene effettuata una diagnosi precoce.
Ciò, oltre a dare speranza, deve far riflettere sulla necessità di tutelare il benessere psico-fisico della donna, di mantenere un buon livello nella sua qualità della vita.
La possibilità di offrire sostegno anche dal punto di vista psicologico, attraverso un approccio multidisciplinare, rappresenta un elemento imprescindibile e dovrebbe diventare parte costitutiva del trattamento.

Dott.ssa Federica Letizia