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Risvolti psicologici dell'immersione
L’esperienza subaquea è ricca di stimoli che danno al sommozzatore la possibilità di vivere inuna dimensione psicologica più attenta e consapevole di cogliere maggiori sfumature delle proprie sensazioni e delle proprie emozioni.
Nell’immersione infatti si sperimentano esperienze che rappresentano l’amplificazione di
qualcosa che si può trovare anche sulla terra ed esperienze che sono invece possibili soltanto
nella dimensione subacquea.
Sulla terraferma l’uomo vive in presenza di forza di gravità, questo gli consente di vivere lo
spazio solo dal punto di vista bidimensionale. La terza dimensione che si estende al di sopra
del capo può essere conosciuta soltanto attraverso i sensi della vista e dell’udito, ma non può
essere occupata fisicamente in nessun caso.
In ambiente subacqueo invece questa limitazione viene superata perché è possibile occupare
tutta la terza dimensione e ciò modifica la propria collocazione ed il proprio orientamento
all’interno dello spazio, offrendo al sommozzatore l’opportunità di riorganizzarsi in un
esperienza nuova, unica.
In ambiente aereo poi la densità e la pressione dell’aria che ci circonda non sono sufficienti per
consentirci di percepirne la presenza. Ci muoviamo, infatti, come se fossimo nel vuoto, quando
in realtà siamo immersi nell’aria.
In ambiente subacqueo invece possiamo facilmente avvertire la presenza dell’acqua che ci
circonda. L’importante risvolto psicologico che ne deriva è che percepiamo in modo contenitivo
e presente il limite fisico dello spazio tra noi e l’ambiente circostante e quindi tra il sé e “l’altro”
da sé. La maggiore densità dell’acqua inoltre induce ad una maggiore lentezza dei movimenti
e rende più costante e consapevole l’attenzione ai passaggi posturali che il più delle volte sono
inconsueti rispetto a quelli possibili in ambiente aereo. Infine alcuni ritmi biologici e parametri
fisiologici che non sono facilmente accessibili al livello della coscienza, in ambiente subacqueo
diventano percepibili, il più importante è quello del ritmo respiratorio il quale finalmente
emerge dal rumore di fondo. E’ uditivamente e ricettivamente addirittura amplificato,
finalmente nel campo percettivo si avverte d’improvviso il proprio respiro nitido, forte e chiaro,
sempre costante.
E’ così che attraverso l’immersione nel mondo liquido, sconosciuto a livello conscio, ma
conosciuto nei meandri delle nostre emozioni, si instaura l’approccio prima abbozzato e poi via
via definito con la parte più intima del proprio essere…
Dott.ssa Federica Letizia