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La depressione

La depressione è un disturbo molto diffuso. Ne soffrono infatti circa 15 persone su 100. Le statistiche ci dicono che in un gruppo di 6 persone almeno una persona soffrirà di depressione nella sua vita.


Tutti quanti abbiamo l'esperienza di una giornata storta, in cui siamo giù di corda, tristi, più irritabili del solito e "ci sentiamo un po' depressi". Molto probabilmente non si tratta di un disturbo depressivo, ma di un calo d'umore passeggero. La depressione clinica invece presenta molti altri sintomi e si prolunga nel tempo. Per andare via richiede un trattamento psicologico e/o farmacologico. Chi ne soffre ha un umore depresso per tutta la giornata per più giorni di seguito e non riesce più a provare interesse e piacere nelle attività che prima lo interessavano e lo facevano stare bene. Si sente sempre giù e/o irritabile, si sente stanco, ha pensieri negativi, e spesso sente la vita come dolorosa e senza senso ("dolore del vivere").


In generale, chi ha la depressione clinica può soffrire quotidianamente dei seguenti sintomi:


•umore depresso;
•perdita di piacere e di interesse per quasi tutte le attività;
•mancanza di energie, affaticamento, stanchezza;
•aumento o diminuzione significative dell'appetito e quindi del peso corporeo;
•disturbi del sonno (dorme di più o di meno o si sveglia spesso durante la notte);
•rallentamento o agitazione;
•difficoltà a concentrarsi;
•sensazione di essere inutile, negativo o continuamente colpevole;
•pensieri di morte o di suicidio.
Può essere che i sintomi si presentino improvvisamente in modo acuto in persone che generalmente hanno una personalità "ottimista e allegra" o siano costanti nel tempo ma più leggeri, con alcuni momenti o periodi di peggioramento. Naturalmente è raro che una persona depressa abbia contemporaneamente tutti i sintomi riportati nell'elenco, ma se soffre quotidianamente dei primi due sintomi nell'elenco e di almeno altri tre è molto probabile che abbia un disturbo depressivo.


I parenti e gli amici della persona depressa, animati da buone intenzioni, possono cercare di spronarla invitandola a sforzarsi di reagire, senza rendersi conto che questo aumenta il suo senso di colpa e la sua autosvalutazione. L'atteggiamento più utile è aiutare la persona depressa ad intraprendere un percorso di cura fatto di un'adeguata terapia farmacologica e una psicoterapia cognitivo-comportamentale.
Il disturbo depressivo può colpire chiunque a qualunque età, ma è più frequente tra i 25 e i 44 anni di età ed è due volte più comune nelle donne adolescenti e adulte, mentre le bambine e i bambini sembrano soffrirne in egual misura.
Le cause della malattia sono molteplici e diverse da persona a persona (ereditarietà, ambiente sociale, lutti familiari, problemi di lavoro, relazionali, etc.). Le ricerche hanno scoperto due cause principali: il fattore biologico, per cui alcuni hanno una maggiore predisposizione genetica verso questa malattia; e il fattore psicologico, per cui le nostre esperienze (particolarmente quelle infantili) possono portare ad una maggiore vulnerabilità acquisita alla malattia. La vulnerabilità biologica e quella psicologica interagiscono tra di loro e non necessariamente portano allo sviluppo del disturbo. Una persona vulnerabile può non ammalarsi mai di depressione, se non capita qualcosa in grado di scatenare il disturbo e se ha relazioni buone e supportive. Il fattore scatenante è spesso qualche evento stressante o qualche tensione importante che turba la nostra vita. Ma spesso è difficile capire cosa ha scatenato la nostra depressione, soprattutto se non è la prima volta che ne soffriamo.
Il disturbo depressivo può portare a gravi compromissioni nella vita di chi ne soffre. Non si riesce più a lavorare o a studiare, a iniziare e mantenere relazioni sociali e affettive, a provare piacere e interesse nelle attività. 15 persone su 100 che soffrono di depressione clinica grave muoiono per suicidio

Fonte: Associazione Psicologia Cognitiva