L'ansia
L’ansia è definita come “uno stato di tensione emotiva”(Funk e Wagnallas, 1963) caratterizzata da sintomi come tremore, sudore, palpitazione e incremento del ritmo cardiaco.
Il termine deriva dalla parola latina anxia, che indica una condizione di agitazione e preoccupazione, che a sua volta risale ad “angere” che significa stringere, soffocare.
L’ansia è una reazione funzionale dell’organismo utile a segnalare la necessità di mobilitare risorse interne e motivare all’azione
L’organismo umano è fornito di una serie di sistemi di autoregolazione che gli permettono di proteggersi e affrontare situazioni valuatate come pericolose. Quando i livelli di tensione divengono eccessivi, la normale attivazione dell’organismo viene meno e l’ansia diviene ingestibile. Se quindi, il livello d’ansia è fortemente sproporzionato rispetto al rischio e alla gravità del possibile pericolo e se permane anche quando non esiste più un pericolo oggettivo, la reazione è considerata non funzionale (Beck).
In sintesi, l’ansia può essere considerata disfunzionale quando compare in assenza di uno stimolo reale e risulta ingestibile per la persona che la vive.
Gestire l’ansia significa individuare delle strategie che permettono di ridurre gli effetti di stress psico-corporeo e che consentono di riportarlo in uno stato di equilibrio (omeostasi psico-fisiologica).
Sono racchiusi nella categoria dei disturbi d'ansia:
- DISTURBO D'ANSIA GENERALIZZATO
- IPOCONDRIA
- DISTURBO DI PANICO
- DISTURBO POST TRAUMATICO DA STRESS
- AGORAFOBIA
- FOBIA SOCIALE
- FOBIE SPECIFICHE
- DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO