Intraprendere un percorso dietetico … gli aspetti psicologici
Seguire una dieta per perdere peso in eccesso o per altre problematiche non è un processo semplice ma al contrario un cambiamento molto complesso che riguarda fattori fisiologici e biochimici ma anche psicologici; il mangiare infatti è in relazione con diversi aspetti psicologici quali lo stress, l’immagine corporea, l’autostima, la gr atificazione ed il piacere.
Vediamo ora quali atteggiamenti mentali o comportamenti possono costituire un impedimento di natura psicologica a mantenere e a raggiungere gli obiettivi previsti nella dieta:
1) Rigidità eccessiva / Perfezionismo Molte persone assumono un atteggiamento troppo rigido nel loro approccio alla dieta. Rispettano alla lettera tutte le prescrizioni del nutrizionista pesando i grammi di cibo in modo meticoloso. Tutto ciò sembra accettabile finché rispettano i dettami della dieta. I problemi sorgono per qualsiasi “sgarro”, non importa quanto piccolo, che viene considerato come fallimento completo e assoluto. La dieta viene abbandonata e iniziano le abbuffate post- dieta. Questo atteggiamento di rigidità spesso riguarda non solo la dieta, ma il mondo intero è visto con un approccio eccessivamente estremo, giusto o sbagliato. Tali individui o rispettano in modo assoluto la loro dieta, in modo da sentirsi perfetti al 100% , o devono abbandonarla. Quando la dedizione è ossessiva, l'aspettativa di perfezione può diventare una vera e propria fonte di fallimento. Certo, se ci si costringe a tendere verso risultati sempre migliori, un simile atteggiamento potrebbe anche funzionare. Ma appena si sgarra, diventano così intransigenti da abbandonare ogni proposito. Per la maggior parte delle persone a dieta con tale atteggiamento che persegue la perfezione, potremmo dire che il fallimento è dietro l’angolo.
2) Aspettative di risultati immediati Un altro motivo importante per cui le diete falliscono e che si ripongono grandi aspettative in tempi eccessivamente rapidi. Senza neanche prendere in considerazione le diete che promettono la perdita di peso facile e veloce, la realtà è che per ottenere buoni risultati potrebbe essere necessario modificare radicalmente le abitudini alimentari, trasformare l’atteggiamento nei confronti del cibo e apportare cambiamenti di stile di vita, magari introducendo attività come la meditazione o l’esercizio fisico. L’altra idea sbagliata che bisogna modificare è quella di credere di dover essere necessario dover sopportare la fame o privati di alimenti desiderati tutto il periodo della dieta. Se si ha da dimagrire molto, è necessario iniziare a pensare in termini di tempo più ragionevoli ed in termini di piccoli cambiamenti che sembrano essere più facili da attuare e mantenere nel lungo termine, ma soprattutto che si possano mantenere stabili e duraturi.
3) Cibo come sostituto di altri bisogni o per anestetizzare emozioni Spesso il cibo è alla base di un meccanismo di gratificazione che agisce con le stesse modalità di azione di alcune droghe. In questo caso mangiare diventa una modalità per ricevere piacere immediato compensando bisogni di altra natura, oppure per nascondere a se stessi emozioni sgradevoli. Si parla in questo caso di “ fame emotiva” o di “mangiare emotivo”. Questo comportamento alterato presenta diversi tratti comuni col disturbo dell’alimentazione compulsiva ed è caratterizzato dalla tendenza a mangiare in modo morboso grandi quantità di cibo alla volta. Spesso i “mangiatori emotivi” presentano problemi di sovrappeso e al contempo maggiori difficoltà a seguire una dieta per le motivazioni reali, spesso inconsce, che si celano dietro al loro mangiare compulsivo. La fame emotiva presenta diverse analogie con la dipendenza dall’alcol. Gli alcolisti evitano di affrontare forti emozioni – sia positive che negative. L’alcool viene utilizzato sia per affogare i dispiaceri ma spesso anche per “celebrare” gli stati d'animo positivi. Per i mangiatori emotivi, il comportamento è del tutto simile - solo che il cibo sostituisce l’alcol. I mangiatori emotivi si rivolgono al cibo in risposta a stimoli negativi come una brutta giornata in ufficio o una discussione con un amico. Essi possono anche mangiare troppo quando sono particolarmente euforici. Pochi di loro sono consapevoli del fatto di scambiare ciò che sentono con quello che stanno mangiando. La fame emotiva è frequentemente alla base dei problemi di sovrappeso ed è facile che queste persone ricorrono ad una dieta con scarse possibilità di successo poiché il problema della loro alimentazione squilibrata risiede altrove.
Pasquale Rossi, Psicologo
Tratto da Psicologia Per il Benessere
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