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Sensibilità al glutine non vuol dir celiachia


Se da tempo era noto che le reazioni al glutine, il complesso proteico principale presente nel frumento, orzo e segale, non comprendono solo la celiachia e l’allergia al glutine, è solo in questi ultimi anni che gli specialisti hanno individuato l’esistenza di una “nuova” entità clinica: la “sensibilità al glutine”. La dimensione di questo disturbo, s

ul quale sono al momento disponibili dati di frequenza americani (6% della prevalenza), si configura come nettamente più frequente della celiachia nella popolazione generale. La sensibilità al glutine sembra riguardare soprattutto gli adulti ed è caratterizzata da sintomi gastroenterologici come gonfiore, diarrea, dolori addominali ed extra-intestinali come sensazione di “mente annebbiata”, cefalea, dolori articolari e muscolari. I sintomi compaiono entro pochi giorni o ore dall’ingestione di glutine. I disturbi si risolvono rapidamente escludendo dall’alimentazione il glutine.

In mancanza di marcatori specifici, la diagnosi di sensibilità al glutine si basa su criteri clinici, da confermare con una prova di riesposizione al glutine da svolgersi in “doppio cieco”, in grado di escludere l’effetto placebo della dieta. E’ stato nel corso di quest’ultimo anno, che la sensibilità al glutine si è affermata all’attenzione del mondo scientifico grazie a due pubblicazioni scientifiche. Nel marzo 2011 BMC Medicine ha dato alle stampe i risultati degli studi sui meccanismi patogenetici responsabili della sensibilità al glutine, guidati dalla Dr.ssa Anna Sapone (Seconda Università di Napoli) e dal Prof. Alessio Fasano (Centro di Ricerca sulla Celiachia di Baltimora). Lo studio ha tracciato la prima fondamentale distinzione tra celiachia e sensibilità al glutine precisando come in quest’ultima non sembrino avere un ruolo né la modificazione della permeabilità intestinale, né l’intervento di un meccanismo immunitario di tipo adattativo. Nel febbraio 2012, BMC Medicine è tornata sul tema per pubblicare i risultati della prima Consensus Conference sugli aspetti clinici e diagnostici delle patologie indotte dal glutine: celiachia, allergia al frumento e sensibilità al glutine, nata dalla necessità di rivedere i criteri diagnostici dei disturbi correlati al glutine. All’incontro, organizzato a Londra nel febbraio 2011 dal Dr.Schär Institute e presieduto dal Prof. Carlo Catassi (Università di Ancona) e dal Professor Alessio Fasano (Università del Maryland), hanno partecipato i 15 maggiori esperti mondiali del settore. Gli esperti intervenuti a Londra ritengono che la definizione più attuale di sensibilità al glutine sia:“casi di intolleranza al glutine in cui sia stata esclusa sia la celiachia (per la negatività dei marcatori sierologici) che l’allergia al frumento (IgE specifiche negative), nei quali la mucosa intestinale risulti pressoché normale alla biopsia intestinale, soprattutto nei quali la relazione esposizione al glutine/sintomi sia comprovata “in doppio cieco”. L’individuazione della sensibilità al glutine, apre alla possibilità di offrire una cura efficace, la dieta senza glutine, ad un cospicuo numero di pazienti finora etichettati per lo più come affetti da “colon irritabile” o da “disturbi della sfera psico-somatica”.

Professor Alessio Fasano, Direttore Mucosal Biology Research Center e del Celiac Research Center University of Maryland’s School of Medicine

Professor Carlo Catassi, Università Politecnica delle Marche, condirettore del Center for Celiac Research University of Maryland’s School of Medicine