L'unicità al posto dell'uniformità
Il mondo del business si sta continuamente evolvendo e qualche volta sembra di correre per restare ancora in piedi. Non sono solo le regole che cambiano ma l’intero sistema economico.
Lo scenario del futuro sarà molto diverso dal presente e questa trasformazione non si limita ad influenzare le imprese ed i manager, ma per la prima volta da due secoli a questa parte influenzerà anche ogni collaboratore che è parte dell’azienda.
In quasi tutti i mercati oggi crescono o le nicchie ad alto valore aggiunto o il low cost, mentre tutto quello che sta nel mezzo è soggetto ad una inesorabile perdita di quote di mercato. In ogni settore i clienti vogliono il meglio in assoluto che c’è sul mercato o quello meno costoso.
Anche i datori di lavoro sceglieranno o di offrire lauti compensi ai migliori collaboratori, veri e propri talenti, non dotati solo di competenza tecnica, ma anche e soprattutto di competenza nelle relazioni, nelle emozioni, nel design, oppure ricercheranno l’alternativa più economica tra i cosiddetti colletti bianchi.
Gli scenari che ci aspettano sono in decisa controtendenza rispetto a molti dei luoghi comuni che gli imprenditori e manager sono abituati ad usare nella gestione dell’impresa.
Saranno scenari dove, paradossalmente, il leader tecnologico non è anche il leader di mercato, conteranno di più i contenuti emozionali e scenari dove proprio la gestione emozionale dei collaboratori ha soppiantato la gestione logico/produttiva, dove le relazioni hanno la meglio sugli organigrammi e sui modelli di gestione, e dove, per vendere, devi imparare a conoscere ed attrarre il cliente dal punto di vista emotivo, piuttosto che dal punto di vista logico.
In un mondo del genere la strategia dell’imprenditore o del manager che vogliano far prosperare la propria impresa non può essere quella di copiare i concorrenti, una forma di capitalismo nel quale a furia di copiare ci si è trovati con troppe aziende simili che cercano di competere vendendo prodotti e servizi simili con marginalità sempre più risicate.
Oggi l’unica strada percorribile è l’unicità piuttosto che l’uniformità e la similitudine, ed è li che dobbiamo ricercare il vantaggio competitivo di ognuna delle nostre imprese. Pertanto l’invito per gli imprenditori ed i manager, troppo spesso conservatori e razionali, troppo spesso impauriti da qualsiasi trasformazione che possa mettere a repentaglio la propria impresa, è ad apprezzare, cavalcare e persino amare un soggetto con il quale ci dovremo abituare a convivere sempre di più negli anni futuri: il cambiamento.
Sperimentare ed esprimere la propria individualità, l’essere diversi sta nel cuore dell’impresa moderna e della vita moderna. Le scelte sono nostre!
Ciò che sta succedendo non è necessariamente bello o brutto, giusto o sbagliato. Sta semplicemente succedendo proprio ora, che ci piacciano o meno tutte le cose di cui siamo testimoni.
"Niente è bello o brutto, ma è pensarci che lo rende tale", osservò William Shakespeare.
L’importante è che gli imprenditori ed i manager si formino una propria opinione sui cambiamenti che stiamo vivendo e su che tipo di futuro vorrebbero creare. La verità potrebbe rendervi liberi, ma potrebbe anche farvi molto arrabbiare.
I tradizionali approcci al business eccellono nel fare analisi verticali, si trova un problema ben definito e si inizia a trivellare fino ad arrivare alla soluzione e si tenta poi di travasarla. Al contrario, perché non provare una soluzione più sostenibile sia per l’ambiente che per l’intelletto, un’analisi orizzontale che colleghi i cambiamenti in diversi settori e diverse posizioni sociali, in modo da formare un puzzle più adatto ai nostri tempi?