Motivi e conseguenze del gioco
Perché si gioca? Il gioco è determinante per l’evoluzione fisica e psichica dell’essere umano. Esso è vissuto come una vera fuga dalla realtà , uno momento per alleviare la sofferenza, la solitudine e i problemi.
Nel periodo dell’infanzia, esso concorre allo sviluppo di una personalità sana, poiché è l’unico strumento che il bambino ha a disposizione per comunicare, per esplorare il mondo circostante, per scaricare ansie, tensioni. Anche nell’età adulta il gioco mantiene un ruolo compensatorio, tuttavia, se varca le soglie del gioco d’azzardo, esso può diventare patologico per il soggetto.
Il gioco coinvolge milioni di persone: da alcune stime emerge che l’80% degli italiani, almeno una volta nella vita abbia giocato d’azzardo e che, tra questi, circa il 30% lo pratichi con assiduità.
Oltre 35 milioni di italiani regolarmente tenta la fortuna attraverso le varie categorie di gioco.
Attualmente l’Italia detiene il primato nel mondo per il denaro speso nelle scommesse, infatti, anche se è secondo rispetto agli Stati Uniti per denaro effettivamente investito, se si considera il rapporto spesa/abitanti scala rapidamente la classifica.
La maggior parte dei giocatori considera il gioco come una forma di passatempo e divertimento; esso però rappresenta il momento e lo spazio per alienarsi temporaneamente dal mondo “ reale”, fatto di monotonia, di fatica e dura accettazione delle cose, ed entrare in un mondo di speranza, fantasia, onnipotenza, sogni e desideri. La scommessa, ad esempio, è un rifugio della mente: in essa è contenuta la possibilità di inventare il proprio futuro, di immaginarlo diverso, più ricco, più felice.
Questo dato dovrebbe allarmarci perché il gioco rappresenta per il giocatore una vera e propria “dissociazione” temporanea volontaria (almeno inizialmente), fin quando non si perde il controllo e diventa una vera e propria “dipendenza”.
Al pari dell’alcol e del fumo, il gioco d’azzardo, dunque, da occasionale può trasformarsi in una vera e propria forma di schiavitù, fino all’insorgenza di quegli aspetti che sono tipici della dipendenza: la tolleranza , l’ astinenza e la perdita di controllo.
In quanto vera e propria patologia, il gioco d’azzardo determina la comparsa di sintomi specifici sugli individui che lo vivono.
Tra i sintomi psichici si annoverano: senso di onnipotenza, presunzione, forte nervosismo, senso di irritabilità, ansia, alterazioni del tono dell’umore, persecutorietà, distorsione della realtà, aumento dell’impulsività, alterazioni dell’autostima e sensi di colpa.
I sintomi fisici più comuni sono: insonnia, sintomi fisici dell’ansia (tremori, sudorazione, palpitazioni), alterazioni dell’alimentazione, utilizzo di stupefacenti o alcol.
Infine, vanno menzionati i sintomi sociali conseguenti che sono: danni economici, morali, sociali, familiari e lavorativi, impulsività nelle spese, comportamento antisociale (furti, rapine) e isolamento.
Questo ci fa capire che il gioco da bisogno, si trasforma in una sorta di danno sociale, di un problema di massa. E siccome il gioco è vissuto come una vera fuga dalla realtà , uno spazio per affogare la solitudine e i problemi, il rischio di dedicare sempre più tempo al gioco e di sperperare sempre più denaro per le scommesse si fa alto e preoccupante.
Si gioca per “ piacere ”, per “ l’illusione di un facile guadagno ”, per “ sfida con se stessi e la società ”, ma ben presto questa modalità si trasforma in una vera e propria ossessione, in un dovere, in una dipendenza, in una patologia: in quest’ottica il gioco rischia di trasformarsi in piaga sociale, tristemente tollerata e sottovalutata.