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Autismo: il ruolo delle madri

Ancora oggi, nonostante siano stati definiti alcuni criteri diagnostici per l’autismo, non se ne conosce la causa, o per meglio dire, le cause che portano allo sviluppo di tale patologia. Alcuni studi, pongono l’attenzione su fattori neurologici, genetici, immunologici, metabolici, ma manca un univoco consenso tra gli esperti, quindi rimane l’idea della compartecipazione dei diversi elementi che interferiscono creando una frattura nello sviluppo celebrale normale in una fase precoce della vita fetale: la componente genetica sembra responsabile solo di una maggiore vulnerabilità a sviluppare la malattia.

Riconoscere tempestivamente i sintomi dell’ autismo , impostando una corretta diagnosi , è molto importante, perché in questo modo si ha la possibilità di intervenire sul bambino in un’età in cui è ancora possibile apportare delle modifiche sostanziali ai processi di sviluppo . In altre parole, si ha l’opportunità di mettere a punto degli interventi a livello emotivo, cognitivo e sociale che aiutino il soggetto a crescere in armonia con le proprie potenzialità.

Il ruolo dei genitori , dunque, è di fondamentale importanza, poiché nessuno meglio di loro conosce il proprio figlio, ne comprende le difficoltà, le potenzialità, i limiti. Essi sono i primi a dover cogliere che qualcosa non va nel normale sviluppo del bambino, e pertanto rivolgersi a un medico che possa indirizzarli in centri o strutture specializzate.

Le madri , in particolare, possono avvertire una certa difficoltà comunicativa con il proprio piccolo, fin dai primi mesi di relazione. Esse riferiscono di non riuscire a capire il piccolo, di provare frustrazione per ciò, talvolta esse possono sentirsi in colpa, ma non hanno alcuna responsabilità.

È importante che colgano i sintomi:

· Sfuggono allo sguardo e non riescono ad esprimere le emozioni.

· Il comportamento, gli interessi e le attività sono ristretti, ripetitivi e stereotipati. Ad esempio il bambino può dondolarsi, canticchiare qualcosa in modo afinalistico, camminare sulle punte dei piedi avanti e indietro per la stanza, può battere forte le mani, picchiarsi, gesticolare ecc.

· La carenza dell’immaginazione e dell'’mitazione dell’adulto non consentono il normale gioco infantile.

· Possono sembrare assenti ma possono essere ipersensibili a particolari stimoli.

· Talvolta sono incapaci di comunicare in quanto non rispondono alla voce dei genitori. Possono anche essere non verbali, ovvero, possono non aver sviluppato la capacità di linguaggio. Di solito, se è presente, è ripetitivo ed è caratterizzato dall’uso scorretto della prima e della seconda persona, che vengono usate in forma non adeguata a comunicare per esempio con frasi senza significato o fuori dal contesto.

· Sin dai primi mesi possono mostrare fastidio, ansia e nervosismo, e restano passivi di fronte alla comunicazione emotiva con la madre.

Sono proprio le madri a dover prestare particolare attenzione a questa forma di compromissione dello sviluppo, sono loro, infatti, che interagiscono in modo simbiotico e lo nutrono fisicamente ed emotivamente.