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Prostatectomia radicale laparoscopica

L’intervento da noi eseguito in laparoscopia, riproduce perfettamente i tempi dell’intervento laparotomico.
Eseguiamo una piccola incisione al di sotto dell’ombelico e scolliamo lo spazio al davanti del peritoneo dove è posta la prostata.Dal foro centrale posizioniamo il laparoscopio con la telecamera. Posizioniamo quindi altri 4 piccoli trocar attraverso i quali introduciamo gli strumenti (forbici, pinze, aghi, portagli etc) che ci pemetteranno di operare.

Durante l’intervento utilizziamo degli strumenti miniaturizzati del calibro di 5 mm, tra questi un particolare bisturi ad ultrasuoni (ultracision) che permette il coagulo ed il taglio delle strutture in un unico tempo.


L’ingrandimento dell’immagine permette di essere molto precisi nella dissezione.
Si inizia con l’isolare la prostata, prima lateralmente e poi separandola dalla vescica.

Si identificano e si liberano le vescicole seminali e si separa la prostata dal retto.
Si sezionano i peduncoli prostatici.
prostatectomia radicale laparoscopica extraperitoneale prostatectomia radicale laparoscopica extraperitoneale


prostatectomia radicale laparoscopica extraperitoneale Nel caso in cui sia oncologicamente possibile si esegue una tecnica di risparmio del nervo.


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Si seziona quindi l’uretra dopo aver dato un punto di emostasi sul plesso venoso del Santorini.

Si rimuove il pezzo anatomico all’interno di un sacchetto di plastica che viene estratto dal foro centrale.



L’ingrandimento dell’immagine permette di essere molto precisi nella dissezione.
Si inizia con l’isolare la prostata, prima lateralmente e poi separandola dalla vescica.

Si identificano e si liberano le vescicole seminali e si separa la prostata dal retto.
Si sezionano i peduncoli prostatici.
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Come è la continenza urinaria dopo prostatectomia radicale laparoscopica?
La continenza immediata è generalmente buona, se vi è fuga d’urina questa tende a scomparire spontaneamente nel giro di poche settimane.
La percentuale di pazienti perfettamente continenti a 1 anno è del 95%. Nel caso in cui l’incontinenza persista oltre i tre mesi è possibile eseguire un ciclo di riabilitazione del piano perineale per il recupero totale della continenza.
Questi buoni risultati sulla continenza sono dovuti alla possibilità di avere una dissezione uretrale molto precisa e minuziosa.

E le erezioni?
Se oncologicamente possibile, con la laparoscopia si possono facilmente risparmiare i nervi erigendi, che decorrono posteriormente alla prostata. Ciò può permettere una ripresa spontanea delle erezioni.
Quando ciò non è possibile in alternativa si può reimpiantare il nervo surale.
E’ comunque indispensabile, subito dopo l’intervento impostare un programma di riabilitazione sessuale con farmaci tipo il Sidenalfil o/e la Pge1.

Esistono delle limitazioni legate al volume della prostata?
Prostate di volume aumentato (oltre i 100gr) rendono l’intervento più difficile, ma non per questo non eseguibile. In mani esperte non vi sono limitazioni dettate dal volume prostatico.

Come è il controllo oncologico della malattia tumorale prostatica dopo prostatectomia radicale laparoscopica?
I dati della letteratura e anche quelli della nostra casistica dimostrano che non vi è differenza dal punto di vista oncologico tra la tecnica chirurgica classica e quella laparoscopica, quindi un intervento mininvasivo come quello laparoscopico non inficia il controllo oncologico.

E’ vero che la durata dell’intervento di prostatectomia radicale laparoscopica è molto maggiore rispetto alla chirurgica?
No, non è vero. In mani esperte la durata dell’intervento laparoscopico è perfettamente sovrapponibile a quella dell’intervento chirurgico, a volte anche inferiore; infatti nella nostra casistica la durata media di questo intervento non supera le tre ore.