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Fitoterapia urologica e andrologica

La fitoterapia è quella parte della farmacologia che studia l'impiego terapeutico delle piante officinali e delle preparazioni medicinali da esse ottenute.
L'uso delle erbe come rimedio naturale risale a tempi antichissimi, quando le piante erano la principale forma di cura presso i popoli di tutto il mondo. Oggi la scienza conferma la presenza nelle erbe di principi attivi che costituiscono gli ingredienti primari usati dalla chimica moderna per lo sviluppo di prodotti efficaci per la cura e la salute del corpo.
L'uso dei fitoterapici nella prostatite può essere utile, ove ben selezionati ed adeguatamente preparati, per integrare la terapia principale o per il trattamento di consolidamento o richiamo quando sia necessario e non sia indispensabile la terapia principale. E' importate che i fitoterapici siano di elevata qualità e di adeguata preparazione. La scelta e la composizione, il dosaggio devono essere definiti dall'urologo o da un medico fitoterapeuta. Tra i fitoterapici principali per la prostatite sono impiegabili la Serenoa repens associata allo zinco ed al licopene, al pygeum , ginseng asiatico, la damiana, la catuaba, il ginko biloba, la muira puama, il guaranà, la maca, il pygeum africanum.


Serenoa Repens

Serenoa Repens - Dr.Campo Urologo Andrologo

Il Saw Palmetto (Serenoa repens, palmetto della florida) è una piccola palma a foglie larghe con bacche rosso scuro originaria del Sud degli Stati Uniti (Florida appunto), del Sud-Europa e del Nord-Africa.
Il principale principio attivo contenuto nell'estratto di questa pianta è il beta-sitosterolo ma sono contenuti anche altri steroli, acidi grassi liberi, carotenoidi, oli essenziali e polisaccaridi.
Gli indigeni usavano le bacche per curare diverse disfunzioni urologiche, infiammazioni della prostata, disfunzioni erettili e atrofie testicolari.
Già alla fine del secolo scorso, l'estratto era annoverato nella farmacopea ufficiale d'oltreoceano. L'efficacia nel trattamento dell'iperplasia prostatica benigna è stata però confermata solo di recente da una rassegna di studi clinici controllati su circa 3.000 pazienti.
Paragonata alla finasteride, la pianta produce miglioramenti simili dei sintomi urologici, del flusso di urina e della dimensione delle prostata con minori effetti collaterali (soprattutto riguardo alla disfunzione erettile) e con un costo più basso (LUTS)
Come funziona?
Il meccanismo d'azione non è noto: forse dipende dalla combinazione di un effetto antagonista sugli ormoni sessuali, di un'azione antinfiammatoria e di un'alterazione del metabolismo del colesterolo.
Anche il National Institute of Health americano ha mostrato interesse per la piccola palma.
L'estratto lipofilico (85-95 % di acidi grassi e steroli) delle bacche di Serenoa repens è utilizzato come adiuvante nel trattamento dell'ipertrofia prostatica benigna allo stadio I e II e dei sintomi (LUTS Low urinary tract sinptoms ) ad essa associati.
Assunta per via orale, ha mostrato di avere effetti antiandrogeni evidenti, inibendo l'enzima 5-alfa-riduttasi così come il farmaco di sintesi Finasteride, il recettore citosilico del DHT ed il recettore citosilico degli estrogeni.
In definitiva, l’efficacia della Serenoa repens è data dalla sinergia di diversi meccanismi d’azione:
• inibizione della 5-alfa-reduttasi, enzima implicato nella trasformazione del testosterone in diidrotestosterone (DHT), e del conseguente processo di miniaturizzazione del follicolo pilifero, accorciamento della fase di crescita (anagen)e depigmentazione del capello, sino alla totale scomparsa.
• antagonismo selettivo locale del legame tra diidrotestosterone e recettore per gli androgeni.
può dunque rappresentare una valida alternativa alla finasteride nel trattamento della ipertrofia prostatica ma anche come effetto non trascurabile in dermatologia , per impedire o rallentare la caduta di capelli di tipo androgenetico in associazione ad altri integratori alimentari .
Molte persone spaventate dal possibile insorgere di effetti collaterali derivanti dall'assunzione di finasteride (paure che, è bene ricordare, sono infondate) preferiscono affidarsi a questo estratto di origine vegetale dalle molteplici proprietà.
Altri assumono invece 2 capsule di serenoa repens al giorno (620 mg ) 1 compressa ogni 12 ore in orari tali da distribuire un effetto terapeutico nelle 24 ore.

ESTRATTO DI MIRTILLO ROSSO CRANBERRY

Il mirtillo rosso (Vaccinium macrocarpon), è una pianta sempreverde originaria degli USA, le cui bacche sono storicamente considerate un rimedio per le infezioni urinarie, negli ultimi anni ha fornito dati interessanti sulla sua efficacia nel trattamento di questi disturbi. I mirtilli contengono diversi composti organici (es. catechine, flavonoidi, antocianine, prontocianosidi ) che impediscono l’adesione dei batteri alla parete intestinale e vescicale ostacolando la diffusione delle infezioni. Se ne è pertanto diffuso l’uso nella prevenzione nonché nel trattamento delle infezioni delle vie urinarie grazie la capacità ad impedire che i batteri patogeni (come l'Escherichia coli) aderiscano alla mucosa delle vie urinarie.
Gli studi effettuati, pur con alcuni limiti, sembrano indicare che i prodotti a base di mirtillo rosso, assunti a lungo (6-12 mesi), possano essere utili nel prevenire le recidive delle infezioni delle vie urinarie nelle donne a rischio anche se non è noto tuttavia quale sia la posologia giornaliera ottimale.

BOSWELLIA SERRATA

Conosciuta anche come pianta dell’incenso originaria dell’India. Se ne usa la resina che è ricca di sostanze chimiche dette Acidi boswellici e di Triterpeni dotati di una particolare attività farmacologica, ampiamente dimostrata sia con esperimenti su animali sia su uomini, cioè quella di inibire alcuni enzimi (5-lipossigenasi) responsabili della sintesi dei leucotrieni, importanti mediatori chimici della flogosi articolare, ed implicati anche in altre malattie infiammatorie croniche quali la colite ulcerosa e l’asma bronchiale. E’ molto usata nella medicina ayurvedica.

Tali sostanze hanno

• Azione antinfiammatoria,
• antireumatica (inibisce la 5 lipoossigenasi che stimola la produzione di leucotrieni),
• capacità di riduce il dolore ed il gonfiore articolare aiutando a ristabilire una buona funzionalità articolare

HAESCULAPIUS HIPPOCASTANUM


La pianta è conosciuta come castagno d’ India. Se ne utilizzano gli estratti ottenuti dai semi il cui principo attivo , una miscela di saponine , viene chiamata ESCINA.

Tale sostanza :

• esercita un'azione di riduzione della permeabilità capillare,
• ha un effetto antiinfiammatorio,
• migliora il drenaggio linfatico
• aumenta la pressione venosa. • esercita un'azione di riduzione della permeabilità capillare,
• ha un effetto antiinfiammatorio,
• migliora il drenaggio linfatico
• aumenta la pressione venosa. • esercita un'azione di riduzione della permeabilità capillare,
• ha un effetto antiinfiammatorio,
• migliora il drenaggio linfatico
• aumenta la pressione venosa.


Per tale motivo, trova applicazione nel trattamento dell'insufficienza venosa cronica, determinando un miglioramento dei segni e sintomi presenti agli arti inferiori: edema, dolore, prurito, varici, ulcere, senso di tensione e/o affaticamento. Gli estratti di ippocastano sono standardizzati in modo tale che la quantità giornaliera consigliata di escina sia di 100-150 mg. Alcuni effetti collaterali derivanti dall'uso di ippocastano (che comunque sembrano verificarsi raramente) sono: disturbi gastrointestinali e prurito. L'escina si lega alle proteine plasmatiche per cui si sospetta la possibilità che possa alterare il trasporto di alcuni farmaci. Si ipotizza, inoltre, che alte dosi di escina possano danneggiare i glomeruli ed i tubuli renali per cui se ne sconsiglia l'uso in caso di insufficienza renale.


ANANAS SATIVUS

La denominazione botanica: Ananas sativus, A. comosus, Bromelia ananas; Ananassa sativa L. comprende una pianta erbacea originaria dell’america centrale che produce un unico frutto centrale. L’Ananas. L’ananas appartiene alla famiglia delle bromeliacee, perché la pianta contiene un gruppo di sostanze note con il nome di Bromelina. Con questo termine si intendono due enzimi proteolitici (cioe proteine in grado di degradare altre proteine in aminoacidi) localizzati ripettivamente nel frutto e nel gambo . La bromelina del gambo, essendo molto concentrata e di più facile estrazione , e quella utilizzata oggi in campo industriale farmaceutico.

Funzioni:

Il suo utilizzo principale è come antinfiammatorio risultando particolarmente efficace nel:
• trattamento degli stati infiammatori dei tessuti molli associati a trauma, • nelle infiammazioni localizzate specialmente in presenza di edema,
• nelle reazioni tissutali postoperatorie.
Nell'uso come antiinfiammatorio, si utilizza in dose da 40 U.I. da due a sei volte al giorno, sebbene sia stata sperimentata a dosaggi ampiamente superiori senza effetti collaterali degni di nota, salvo lievi disturbi gastrointestinali e rare reazioni di ipersensibilità. La sicurezza dell'impiego della bromelina rispetto ad altri farmaci antiinfiammatori deriva dalla differenza nel suo meccanismo di azione: infatti, laddove i classici FANS (farmaci antinfiammatori non steroidei) inibiscono la cicloossigenasi, bloccando la sintesi di prostaglandine, la Bromelina "dirotta tale sintesi, incrementando la produzione di prostaglandine ad attività antiinfiammatoria a discapito di quelle ad attività pro-infiammatoria evitando in tal modo il danno gastrointestinale tipico dei FANS. Tale differenza nel meccanismo d'azione spiega la sinergia che essa può avere con i FANS, ottenendo così un potenziamento degli effetti antiinfiammatori. Ha inoltre un'azione antitrombotica, un'attività ipotensiva e la capacità di solubilizzare le placche aterosclerotiche. È nota la sua capacità sinergica nelle terapie antibiotica ed antitumorale. Per uso topico si sfrutta l'azione cheratolitica e di "pulizia" dei lembi di pelle morta in prossimità di ulcere ed ustioni (In Italia, non esistono in commercio farmaci a base di bromelina per uso topico). Un utilizzo collaterale della Bromelina sfrutta la sua proprietà antidiarroica, tramite inattivazione (temporanea) dei recettori intestinali delle tossine batteriche. Viene inoltre utilizzata nelle dispepsie, spesso in associazione con estratti pancreatici.

Proprieta'
1. Antinfiammatoria
2. Antitrombotica
3. Ipotensiva
4. Antidiarroica


LICOPENE

Licopene è un antiossidante naturale della famiglia dei carotenoidi , presente al elevate concentrazioni nel pomodoro maturo e in misura minore nel cocomero, albicocca, uva e papaia.
Chimicamente è costitutito da carbonio e da idrogeno ed in natura è rinvenibile nella struttura “trans”. Il tempo di emivita e di 2-3- giorni ed il suo maggio metabolica e il 5-6-diidrossi 5-6- diidrolicopene
Ha una attivita antiossidante ed antiradicali liberi e sembra avere un ruolo importante nella prevenzione di alcune malattie degenerative quali il cancro della prostata e le malatie cardiovascolari, che sembrano in parte dipendere da fenomeni ossidativi.
In pazienti con tumore della prostata la supplementazione con licopene per sole 3 settimane ha determinato una riduzione dei valori serici di PSA (un marker usato comunemente per monitorare l’andamento della malattia) , suggerendo un effetto antiproliferativo specifico sulle cellule neoplastiche prostatiche.
La rivista Journal of Nutrition ha pubblicato uno studio olandese sull’associazione di licopene e vitamina E nella cura del tumore alla prostata.
Sembra che le due sostanze agiscano in sinergia e sono in grado di sopprimere la crescita del tumore prostatico nei topi.
Ai topi di laboratorio ammalati di tumore è stato somministrato un mix di licopene e vitamina e sono stati ottenuti i seguenti risultati: nel 73% degli animali il tumore risultava fermato e risultavano ridotti anche i livelli di PSA (antigene prostatico specifico) proteina marker del tumore la cui quantità nel plasma è proporzionale alle dimensioni della massa tumorale.
Già altri studi avevano evidenziato i benefici del licopene contenuto nei pomodori, ma nessuno era arrivato ad associarlo con altre sostanze.
Per ora non si conosce il meccanismo che blocca la crescita delle cellule tumorali