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Te lo dico sognando




TE LO DICO SOGNANDO
Il linguaggio onirico dei bambini


Può capitare che al risveglio il bambino racconti un sogno che ha avuto durante la notte.
E’ sicuramente più facile che condivida contenuti minacciosi e spaventosi, piuttosto che piacevoli, perché ha bisogno di esternare le emozioni intense correlate al contenuto del sogno.
Per il genitore non è sempre semplice
capire quale sia il significato dei personaggi, delle situazioni oniriche, quali siano le emozioni associate agli uni e agli altri ed i possibili collegamenti con eventi diurni.


Proviamo a vedere quali possono essere i contenuti maggiormente presenti:



Gli animali compaiono spesso nei sogni dei bambini. Più il bimbo è piccolo, maggiore sarà la presenza. Si tratta di una partecipazione importante visto che le favole raccontate in età prescolare contengono spesso bestie (la volpe e l’uva, il gatto con gli stivali ecc..).


Possono avere un atteggiamento minaccioso, indurre paura, ansia, a volte terrore ed in alcuni casi addirittura mangiare il sognatore.



Il termine mostro viene utilizzato solitamente dai bambini in modo generico per rappresentare qualche cosa di possente e spaventoso fuori e dentro sé, ma che non sempre ha una fisicità specifica. Questo avviene perché il mostro è la personificazione di emozioni intense, poco gestibili o nuove, di cui il bambino ha un ridotto grado di consapevolezza.


Ci sono tre modi per affrontare un mostro: può combatterlo, cercare di far la pace o addomesticarlo, il modo scelto dal bambino dirà molto di lui.



Altri possibili sogni possono essere di volare (desiderio di cambiamento), di cadere (sensazioni di vulnerabilità) e di sentirsi intrappolato (sensazioni di impotenza)



Gli incubi sono funzionali per aiutare il bambino ad affrontare alcune situazioni della vita (ad es. cambiamenti importanti) la presenza è il segnale che il bambino si sente particolarmente toccato. Si verificano di solito nella seconda parte della notte, quando l’attività onirica è più intensa sono comuni tra i fanciulli di età inferiore ai sei anni e vanno diminuendo con il crescere dell’età.


QUANDO IL BIMBO RACCONTA IL SUO SOGNO COSA POSSONO FARE I GENITORI?


Ascoltare empaticamente la narrazione senza commentarla, lasciando sfogare il fanciullo e senza ridicolizzare, ne sminuire di importanza il contenuto riportato: il bambino si sta fidando di voi e vi sta aprendo il suo cuore.


Porre attenzione ai particolari del sogno: solitamente aiuta a capirne il significato ed il vissuto emotivo.


Cogliere le emozioni principali (paura, gioia, tristezza ecc...) e come queste siano state vissute, capendo quali risorse personali sia stato in grado di attivare.



Libro suggerito: “Sogni e psicoterapia”di Rezzonico Giorgio e Liccione, Edizione Bollati Boringhieri


Dr.Chiara Torciani


Psicologa-Psicoterapeuta


Articolo scritto in collaborazione con lo Studio Diapason Pavia