Pubalgia: il male dei calciatori
Una delle patologie che di sovente colpisce i calciatori. Affaticamento e terreni pesanti tra le cause principali. Diagnosi, esami clinici e trattamento: aggredire la cosidetta "sindrome retto-adduttoria".
La pubalgia sta al mondo del calcio quanto, e forse più degli Champs-Élisées a Parigi. L'assonanza putroppo, è confermata dalla massiccia incidenza che questo tipo di patologia ha sulle performance dei protagonisti della sfera rotonda. Tanto per fare un esempio, l'ascesa di Ricardo Kakà al Real Madrid è stata fortemente frenata da questa condizione invalidante: una stella offuscata da noie alla regione pubica. Il talento brasiliano costituisce la proverbiale "punta dell'iceberg" di un fenomeno clinico, quello della "Sindrome retto-adduttoria" , che affligge migliaia di calciatori. Ovviamente, il drappello di giocatori affetti ed afflitti da questa forma di patologia, annovera indistintamente professionisti, dilettanti e semplici appassionati. La pubalgia, solitamente identificata con una sindrome dolorosa in zona pubica, è infortunio da sovraccarico, particolarmente diffusa tra i protagonisti del rettangolo verde, al punto da falcidiare intere rose a suon di stop ed infortuni. Le ragioni vanno ricercate nella dinamica stessa del gioco del calcio, fatta di azioni improvvise (scatti, allunghi, balzi, cambi di direzione) che determinano un'elevata sollecitazione delle strutture osteotendinee della regione pubica. Senza dimenticare che, allenamento e prestazioni in condizioni di affaticamento, spianano la strada all'insorgere di problematiche di questo tipo. Altre cause, responsabili della suddetta sindrome, concernono debolezza muscolare, scarso equilibrio tra i gruppi muscolari, posture sbagliate, terreni pesanti e calzature inadeguate. A livello di sintomatologia, l'atleta accusa dolore localizzato a livello inguinale con irradiazione alla regione adduttoria a livello retto-pubico. La valutazione strumentale prevede diversi esami: ecografia, risonanza magnetica, TC, scintigrafia ed erniografia. Per combattere la pubalgia, le metodiche conservative e le tecniche fisiche (stretching e potenziamento muscolare), possono non bastare. In quel caso, è inevitabile far ricorso al trattamento chirurgico.