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DISINCROSTAZIONE


Lo scopo principale di un processo di disincrostazione è l'eliminazione di contaminazione di natura inorganica come calcare, pietra di latte, pietra di birra, ecc.. La principale fonte d'incrostazione è l'acqua, in quanto anche se parzialmente addolcita contiene sali disciolti, i quali, in seguito al riscaldamento, precipitano come sali insolubili formando incrostazioni. Queste incrostazioni sono costituita da un'aggregazione di composti, i quali si possono dividere in quattro tipi: carbonati, fosfati, silicati, solfati. Tra questi i carbonati sono i più facili da solubilizzare in acido, i fosfati si solubilizzano più lentamente ed i silicati sono difficilmente solubili. In genere le incrostazioni dovute alla durezza dell'acqua sono costituite da incrostazioni miste carbonati-fosfati. Per stabilire approssimativamente il tipo d'incrostazione da eliminare si deve prendere un pezzo d'incrostazione, lo si pone in un bicchiere con una soluzione di disincrostante e si osserva come si scioglie. Se si scioglie rapidamente e completamente formando schiuma, si tratta di carbonati o carbonati fosfati. Se si scioglie lentamente senza schiuma, si tratta di fosfati o solfati. Se si scioglie con molta difficoltà, si tratta di silicati. Se si scioglie completamente, con un residuo oleoso, si tratta di incrostazioni miste con organiche. Nella Maggior parte dei casi si trovano contaminazioni miste (organiche con inorganiche). Un esempio di queste sono i residui delle lavorazioni del latte costituite dalle "pietra di latte" (residuo inorganico e fosfato tricalcico) e da residui organici (grassi e proteine). Altri esempi sono la "pietra di birra" costituita da ossalati. Le incrostazioni devono essere rimosse in quanto procurano diversi inconvenienti, tra cui: spreco di energie poiché il loro spessore diminuisce lo scambio termico, corrosione di materiali; otturazione delle tubazioni, pompe, filtri, vasche; accorciano la durata ed il funzionamento delle apparecchiature. Inoltre aggravano le condizioni igieniche in quanto le incrostazioni sono un supporto per le colonie batteriche e residui organici. Per scegliere il disincrostante più opportuno si devono tenere in considerazione i seguenti fattori:
NATURA DELL'INCROSTAZIONE: E' necessario conoscere il tipo d'incrostazione per scegliere il disincrostante più selettivo.
CONDIZIONI OPERATIVE: Si devono considerare le condizioni operative quali la temperatura, solitamente compresa tra 0 e 50°C ed i tempi di contatto , i quali sono direttamente proporzionali alla quantità di contaminazioni da rimuovere. Pertanto prima di procedere alla disincrostazione è consigliabile stimare il quantitativo di residuo.
MODALITA' DI DISINCROSTAZIONE: Per disincrostare particolari di piccole dimensioni si possono immergere in una vasca in plastica antiacido contenente una soluzione disincrostante. per disincrostare superfici in genere si può procedere con metodi manuali, spugna, spruzzatore in plastica antiacido a bassa pressione. Per la disincrostazione d'impianti si procede con un metodo a riciclo, cioè facendo circolare, utilizzando una pompa per acidi, una soluzione di disincrostante all'interno del circuito fino a completa rimozione del residuo. Per queste operazioni a ciclo è consigliabile prevedere la presenza di sfiati per i vapori che si possono formare durante la disincrostazione. Terminata l'operazione di disincrostazione si risciacqua con acqua e si esegue una neutralizzazione con un prodotto alcalino.
TIPO DI SUBSTRATO: E' importante considerare il tipo do substrato su cui si opera, in quanto i disincrostanti sono prodotti acidi e bisogna scegliere un tipo di acido che sia compatibile con il materiale su cui si trovano i residui. Ad esempio disincrostanti contenenti acido cloridrico non devono essere utilizzati su alluminio, zinco e stagno. Durante la disincrostazione, per limitare l'azione corrosiva verso i materiali gli acidi vengono "tamponati", ovvero si aggiungono dei componenti inibitori di corrosione al formulato disincrostante. Inoltre per aumentare l'efficacia del disincrostante i preparati contengono i tensioattivi che aumentano la capacità bagnante e di penetrazione dell'acido nel residuo. Alcuni disincrostanti contengono anche degli indicatori di esaurimento, cioè dei componenti che cambiano di colore qualora la soluzione disincrostante non ha più efficacia e deve essere rinnovata.