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Sostegno psicologico quando non si riesce a seguire una dieta


Diete fallimentari e sostegno psicologico


La fame è il risultato di un intricato insieme di impulsi neuroendocrini attivati da segnali fisici, chimici, meccanici e psicologici.


L’assunzione di cibo consente di sfamare l’organismo e di trasformare la forza potenziale in essa contenuto nelle seguenti forme energetiche:


- energia meccanica per i movimenti muscolari;


- energia termica per mantenere la temperatura corporea intorno ai 37°C;


- energia chimica per consentire alle reazioni metaboliche di compiersi;


- energia elettrica per la trasmissione degli impulsi nervosi.


L’ insieme degli alimenti che l’uomo consuma abitualmente costituisce il suo stile di vita (la sua dieta), invece, lo specifico regime alimentare che serve a diminuire il suo peso corporeo, prende il nome di dieta dimagrante.


Alcune diete dimagranti sono ipocaloriche, cioè capaci di ridurre l’apporto di calorie dei cibi, privilegiando gli alimenti meno ricchi in nutrienti calorici come i lipidi e gli zuccheri.


Esse si compongono di un programma alimentare che causa perdita di peso spesso solo momentanea.


Quando si vuole iniziare un programma dietetico finalizzato al dimagrimento, per non danneggiare la propria salute, bisogna almeno tener conto dei suggerimenti del dietologo anziché seguire una dieta arbitrariamente.



L’esigenza di dimagrire può comparire, nel corso della vita, per svariati motivi.


Una malattia fisica, ad esempio, può richiedere un certo controllo alimentare, ma anche un bisogno di natura estetica può portare al desiderio di dimagrimento.


In quest’ultimo esempio, può accadere che individui in buona salute decidano di perdere peso, perchè è di moda essere snelli, trascurando, però, possibili effetti nocivi sulla propria salute.


Chi vuole perdere peso, ricorrendo alla dieta dimagrante, deve però fare i conti con la fame che seguirà alla riduzione delle porzioni di cibo.


L’ organismo umano, che si sottopone a dieta restrittiva, fa esperienza di limitazioni alimentari che gli innescano un conflitto tra forze antagoniste: il bisogno di nutrirsi, primario e naturale, opposto al tentativo razionale di frenare l’ appetito per favorire il dimagrimento.


L’esigenza di nutrirsi, tenuta sotto controllo durante il periodo della dieta dimagrante, dovrebbe tendere ad aumentare, facendo ricercare quegli alimenti di cui ci si è privati, e inducendo trasgressioni rispetto alla quantità di cibo da ingerire.


Tutto ciò potrebbe generare stati di rimorso per essere caduti nella tentazione di assumere altro cibo oltre quello previsto.


Il peso di chi segue una dieta dimagrante è solitamente controllato dal dietologo è ciò invoglia indirettamente il paziente al rispetto della dieta.


Alcuni pazienti, infatti, lasciano intuire che senza una guida più facilmente si farebbero tentare dal cibo.


I controlli del dietologo sono un momento necessario alla valutazione dell’andamento del percorso dietetico, anche se, prima o poi, il paziente dovrebbe imparare a divenire autonomo nell’uso della propria dieta, altrimenti, se si astiene da certi cibi solo quando è seguito, avrà sempre voglia di trasgredire a discapito della dieta intrapresa.


In caso di diete fallimentari e conseguente abbassamento dell’autostima, può essere utile un percorso psicologico tendente a ristabilire una percezione positiva delle proprie capacità e rivolto a favorirne un utilizzo autonomo.


Questo percorso avrà effetto sul mantenimento del programma dietetico e servirà a ridurre gli altri fattori stressanti in gioco.


Quale relazione esiste tra stress e dieta?


Vediamo i risultati di una ricerca che ha studiato questa relazione.


Si tratta dello studio del Dott. Alan R. Kristal (epidemiologo dell’Università di Washington) e collaboratori, effettuato su 3.500 adulti contattati attraverso un sondaggio telefonico.


I risultati del sondaggio hanno rilevato che sia gli uomini, sia le donne con problemi psicologici lievi, sono stati propensi, più del doppio, a tentativi di dimagrimento, oppure, al contrario, hanno ingerito cibo in quantità elevate.


I ricercatori hanno ipotizzato che la relazione tra stress e dieta potrebbe anche essere reciproca, in quanto restrizioni dietetiche severe, potrebbero causare squilibri psicologici; le stesse metodiche dimagranti, se non equilibrate, portano allo sviluppo di depressione e/o ansia.


(Fonte: Journal of the American Dietetica Association 2002).



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L’ individuo che sperimenta più insuccessi con le diete dimagranti si sente ingabbiato in un problema senza soluzione.


Ma sono proprio le modalità con le quali tenta di superare alcuni conflitti con il cibo che lo stabilizzano in una condizione che sembra senza uscita.


“Una tentata soluzione che non funziona, se reiterata, non risolve un problema ma lo complica”.(G.Nardone)


Occorrerà, pertanto, un intervento che consenta al paziente di cambiare prospettiva rispetto alla sua difficoltà specifica.


Sarà necessario avviare una ristrutturazione delle modalità attraverso le quali egli ha organizzato la realtà che fin ora ha subito.


“Il vero viaggio di scoperta non è vedere nuovi mondi ma cambiare occhi. ” (M.Proust)


“Non bisogna far violenza sulla natura ma persuaderla.” (Epicuro)


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Riferimento bibliografico per citare questa fonte:


Scorpiniti M. (2010) Diete fallimentari e sostegno psicologico


sito: //web.i2000net.it/mscorpinitipsicologo/ Roma, 10 Gennaio 2010



Bibliografia


Dizionario etimologico, Tristano Bolelli, Milano 2006


Nardone, G., Watzlawick, P. (1990) L’arte del cambiamento: manuale di terapia strategica e ipnoterapia senza trance. Ponte alle Grazie, Firenze.


Sitigrafia:


Programma Dietetico - Dieta e salute (www.programmadietetico.it)


Scorpiniti, M. (2007) - Normale reazione di paura o patologia fobica? Distinzione tra le due forme sito: //web.i2000net.it/mscorpinitipsicologo/ Roma, 20 Febbraio 2007


//web.i2000net.it/mscorpinitipsicologo


Stress psicologico e dieta: esiste una relazione? (//www.sanihelp.it/)