Una psicoanalisi mi potrebbe davvero aiutare? Come è possibile liberarsi di disturbi e problemi attraverso il dialogo? Cosa succede durante una psicoterapia psicoanalitica? Perché ci vuole tanto tempo prima che cambi qualcosa? Sono queste alcune delle domande che si pongono le persone che sentono il bisogno di un aiuto psicologico ma esitano a rivolgersi ad uno psicoterapeuta per paura o vergogna, o più semplicemente perché hanno dei dubbi su quello che potrebbe essere il percorso più adatto per loro. Per coloro che intendono iniziare una psicoterapia è spesso difficile, infatti, orientarsi nel labirinto dei diversi metodi.
Ma quali sono gli “ingredienti” che, insieme, contribuiscono al farsi di una psicoanalisi? In cosa consiste il metodo psicoanalitico?
In una cornice sicura e protetta (sedute in uno studio tranquillo a orari definiti e stabili, rispetto assoluto della privacy), le parole libere del paziente cercano di non tacere nulla dei ricordi e dei pensieri che vengono alla mente in seduta, senza preoccuparsi della loro coerenza con il resto del discorso o dei loro contenuti, anche quando essi sono molto intimi o sgradevoli, o appaiono apparentemente insignificanti. L’analista accoglie queste narrazioni, prendendo dentro di sé ciò che viene comunicato, cercando non solo di “ascoltare” le comunicazioni verbali, ma soprattutto di “sentire”, di mettersi in sintonia con le emozioni, le paure, le rabbie e i desideri espressi dai pazienti. L’intenso legame psichico che in tal modo si sviluppa tra paziente e analista è la condizione che consente di accedere alle radici di numerosi disturbi fisici e psichici e di elaborare i loro significati.
Ma di cosa si parla nelle sedute di analisi? Centrali sono i vissuti infantili, poiché noi siamo quello che siamo come conseguenza di uno sviluppo che può essere stato facile o difficile, incoraggiato e sostenuto o al contrario gravemente ostacolato. Ma non meno importanti sono i sogni e le cosiddette “libere associazioni” (il dire tutto quello che viene in mente), poiché nella psicoanalisi (a differenza che in altre forme di psicoterapia) la ricerca delle origini e del senso di un malessere psichico non si limita ai processi coscienti, ma si rivolge a interrogare anche la profondità del nostro inconscio. E ancora si analizzano le emozioni che prendono vita nel “qui ed ora” delle sedute, poiché la particolare cornice in cui si svolge un’analisi fa dell’incontro tra paziente e terapeuta una sorta di laboratorio in cui tendono a ripetersi vecchi schemi relazionali e antichi conflitti, che ora possono essere analizzati e modificati.
Come evolve un percorso analitico? Via via nelle parole, nei ricordi, attraverso la relazione tra paziente e analista, prendono consistenza altre interpretazioni del nostro passato e del nostro presente, che subito sorprendono e possono anche addolorare molto, ma poi pian piano si stemperano, portandosi via la sofferenza. In genere si prende coscienza di quanto si è stati condizionati nella propria storia e di quanto si è ancora influenzati da vecchi modelli relazionali. Si torna e si ritorna su episodi e relazioni dolorose del passato fino a quando il carico negativo di queste vicende e di questi schemi disfunzionali non si sfalda e ci si accorge che nuove modalità relazionali sono possibili. E insieme si sciolgono le tensioni fisiche e interiori, le relazioni diventano più intense e vere, la vita professionale migliora, e questo perché si è diventati più autentici, più capaci di realizzare la propria personalità profonda.
Le strade che prendono i singoli processi di guarigione, il loro percorso, le loro possibilità e i loro limiti possono essere, infatti, molto diversi. Le analisi dipendono in parte dalle teorie e dalla tecnica di riferimento, in parte dalle caratteristiche personali del paziente e dell’analista e dal rapporto del tutto specifico che si instaura tra loro. La psicoanalisi non è un percorso standard. Ogni incontro tra paziente e terapeuta è, insomma, un incontro a sé.
Questo accade anche perché lo psicoanalista, nel suo lungo percorso di formazione, non solo ha imparato una tecnica, ma si è anche sottoposto a un’analisi personale che gli ha consentito di elaborare i propri conflitti interiori. Questo è un altro degli aspetti che diversificano la psicoanalisi da altre forme di psicoterapia. Alcuni analisti hanno avuto il coraggio di renderne pubblica testimonianza, in scritti in cui hanno espresso con sincerità anche le proprie sofferenze e le debolezze della loro storia personale. E’ questo lavoro che gli analisti fanno su di sé che consente loro di usare, in seduta, la propria sensibilità e le proprie reazioni interiori come strumento di lavoro e che rende il metodo e l’incontro psicoanalitico qualcosa di più e di diverso da una semplice tecnica di cura.