OSTEOPOROSI: prevenzione e integrazione
L’osteoporosi oggi colpisce in media l’8,1% della popolazione e il 13,5% delle donne, soprattutto in menopausa (Dati ISTAT 2020). In Italia, il 23% delle donne oltre i 40 anni e il 14% degli uomini con più di 60 anni è affetto da osteoporosi ed è a rischio di frattura osteoporotica.
Il problema è di rilevanza mondiale.
Le più esposte sono le donne dopo la menopausa. L'osteoporosi si accompagna inevitabilmente al procedere dell'età e, in pratica, tutti gli individui oltre i 50 anni, hanno un certo grado di osteoporosi.
Anche se è una malattia che si evidenzia nella terza età, affonda le sue radici nell'età dello sviluppo: una mancata "saturazione" del tessuto osseo nei primi venti anni di vita condizionerà l'evoluzione della malattia negli anni della vecchiaia.
Può essere accelerata anche da un'insufficiente introduzione di calcio e di minerali con la dieta. L'osteoporosi è di solito asintomatica. Si manifesta con sintomi solo quando è determinata da schiacciamenti o microfratture delle ossa, con comparsa di dolore. Ancora una volta è quindi importante la diagnosi precoce per poter evitare le fratture delle ossa. La prevenzione, però, deve iniziare nell'età dello sviluppo e intensificarsi nell'approssimarsi dell'età a rischio.
Nonostante ciò, non esiste ancora un’adeguata consapevolezza al riguardo; servirebbe una capillare campagna di sensibilizzazione per giocare d’anticipo e fare prevenzione, prima dell’insorgere della malattia, semplicemente cambiando le proprie abitudini di vita.
Basterebbero infatti alcune semplici accortezze, per riconoscere i sintomi dell’osteoporosi sul nascere.
L’osteoporosi è una condizione medica caratterizzata da una progressiva riduzione della densità minerale ossea e dal deterioramento della microarchitettura dell’osso , rendendolo fragile e più suscettibile alle fratture.
Le ossa divengono quindi meno dense e più porose, perdono la loro resistenza e la capacità di assorbire gli urti. Le cause dell’osteoporosi restano ancora incerte , ma l’ereditarietà del problema ( trasmissibile di madre in figlia ) è comprovata e la prevenzione tra i 40 e i 65 anni, periodo in cui la malattia è ancora curabile e gestibile, eliminando il rischio delle fratture da fragilità, risulta quindi fondamentale.
L’osteoporosi è spesso erroneamente associata solo all’ invecchiamento , ma può insorgere anche in età precoce, a causa di fattori come la carenza di calcio e vitamina D, all’assunzione prolungata di alcuni farmaci, all’assenza di esercizio fisico e così via…
Oltretutto, la popolazione femminile in genere, e in particolar modo le donne in postmenopausa, sono maggiormente a rischio, a causa delle variazioni ormonali (soprattutto la diminuzione degli ormoni estrogeni), che svolgono un ruolo chiave per la salute delle ossa.
Una corretta prevenzione dell’osteoporosi può includere – ad esempio – una dieta ricca di calcio e vitamina D e un esercizio fisico regolare, ma è imprescindibile dall’esecuzione di esami di valutazione preventiva.
Per diagnosticare l’osteoporosi sul nascere però non sempre è necessario ricorrere a esami ambulatoriali come MOC (Mineralometria Ossea Computerizzata) e DEXA (Densitometria Ossea); spesso basterebbe monitorare con costanza alcuni piccoli segni, che il nostro stesso corpo ci manda.
L’ALTEZZA è un parametro che si tende a non monitorare più, una volta conclusasi la fase di crescita; monitorare l’altezza in età adulta può aiutare a prevenire l’insorgenza dell’osteoporosi, placcandola in anticipo.
OSTEOPOROSI E ALTEZZA: I SINTOMI PRECOCI SULLA COLONNA VERTEBRALE
Dolori diffusi a tutte le articolazioni , sia sotto carico che fuori carico, anche a letto, possono essere i primi campanelli d’allarme dell’insorgere dell’osteoporosi, che possono consentire interventi tempestivi.
Oggi ci concentreremo quindi sul sintomo più semplice di tutti: la perdita di altezza.
Per monitorare eventuali cali in tal senso è infatti sufficiente un metro ed è possibile effettuare la misurazione anche a casa e in autonomia!
Sarebbe consigliabile MISURARE LA PROPRIA ALTEZZA ALMENO 1 VOLTA ALL’ANNO dopo i 50 anni.
È altrettanto importante ricordare che “diventare più bassi” con l’avanzare dell’età non è la norma e non rappresenta un naturale processo evolutivo dell’individuo.
Una variazione in termini di centimetri può rappresentare un grave campanello d’allarme per l’osteoporosi:
· se si registra un calo di più di 2 cm negli uomini o più di 4 cm nelle donne (entrambi sani) potrebbe essere indice di sintomi precoci sulla colonna vertebrale.
· Se si registra una perdita di altezza superiore ai 2 cm – sia nell’uomo over 50 che nella donna over 45 -, non è da considerarsi un fenomeno naturale.
· Se si registra una perdita di altezza superiore ai 4 cm , è decisamente da considerarsi un sintomo grave .
Secondo delle ricerche, sembra proprio che il momento di maggiore altezza delle persone sia intorno ai 30-35 anni. In seguito, comincia il lento processo di riduzione dell’altezza . La perdita di centimetri è molto soggettiva e dipende specialmente dal sesso. Raggiunti gli 80 anni gli uomini saranno più bassi di circa 5 centimetri, mentre le donne possono arrivare a perderne persino 8.
Uno studio ( //onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/jbmr.557 ) pubblicato sulla rivista Journal of Bone and Mineral Research ha inoltre evidenziato che il rapido abbassamento della statura può provocare numerosi problemi di salute. Lo studio ha coinvolto circa 2500 soggetti e di età compresa tra 47 e 91 anni.
Secondo le statistiche, gli uomini con più di settant’anni, con una riduzione di più di cinque centimetri di altezza corrono il 54% del rischio in più di frattura all’anca rispetto ai coetanei con un’altezza stabile. Per le donne, il rischio aumenta fino al 21% in più.
Insomma, misurarsi spesso l’altezza è un ottimo modo per tenere sotto controllo lo stato di salute del proprio sistema scheletrico . Infatti, l’abbassamento di statura improvvisa può essere il risultato di una frattura da compressione o di altri problemi scheletrici, come la scoliosi che possono causare dolore alla schiena, limitando persino la mobilità. Dunque, se si avverte un dolore cronico alla schiena e si nota un lieve abbassamento di altezza, potrebbe essere il caso di parlarne con il proprio medico curante.
Ricordate, inoltre, che la perdita di altezza potrebbe anche essere correlata a delle variazioni di fattori metabolici e fisiologici , che hanno un impatto negativo sulla salute. Infine, l’abbassamento potrebbe essere semplicemente un sintomo evidente di una condizione di salute non proprio sana e di malnutrizione.
LE PRINCIPALI CAUSE DELL’OSTEOPOROSI E/O I FATTORI DI RISCHIO SONO:
· fattori genetici e familiarità;
· fattori ormonali (livelli di estrogeni e androgeni, ormone della crescita);
· una corretta alimentazione (per favorire l’apporto di calcio, vitamina D, vitamine C e K);
· lo stile di vita (attività fisica, esposizione ai raggi UV, abitudine al fumo di sigaretta, eccessivo consumo di caffè);
· malattie congenite (fibrosi cistica, omocistinuria, osteogenesi imperfetta, ecc);
· malattie croniche e trattamenti farmacologici prolungati (corticosteroidi);
· celiachia;
· anoressia .
L’osso è un tessuto vivo , che necessita di una crescita e un ricambio costanti. Il turnover osseo è di circa 365 giorni , mentre quello della pelle è di circa 27, quindi – semplificando – l’osso di un anno fa non è lo stesso di oggi.
COLLAGENE E CALCIO sono i suoi componenti primari: collagene per la componente morbida della struttura ossea e fosfato di calcio per la componente minerale rigida.
La combinazione di questi due elementi conferisce all’osso il giusto grado di durezza e flessibilità, per resistere agli stress. Esiste quindi un livello di densità ossea “minimo” o “soglia di frattura”, al di sotto del quale l’incidenza di eventi fratturativi aumenta progressivamente.
Il CALCIO viene depositato nelle ossa con un meccanismo di fissaggio e mantenuto in un equilibrio dinamico grazie all’ attività ormonale. Anche ciò che mangiamo però incide: è importante assumere il giusto quantitativo di calcio tramite l’alimentazione, in aggiunta a VITAMINA D E K.
Nell’adulto, un introito quotidiano di calcio inferiore a 7-800 mg viene associato a una ridotta massa ossea, con conseguente aumento del rischio di frattura.
L’assunzione di CALCIO, VITAMINA D E COLLAGENE può essere assecondata tramite l’utilizzo di integratori, ma la dieta quotidiana è la cosa più importante!
LA CARENZA DI VITAMINA D è un’emergenza nutrizionale molto diffusa; in Europa molti cibi vengono addizionati, soprattutto nel Nord, per prevenirla, ma in Italia ha purtroppo trovato un’alta resistenza tale campagna. Vitamina D e Colesterolo: Un Legame Fondamentale
La vitamina D svolge un ruolo cruciale nella salute delle ossa, prevenendo la trasformazione delle cellule staminali in adipociti e favorendo la formazione di nuovo tessuto osseo . Tuttavia, chi ha un livello elevato di colesterolo nel sangue tende ad avere livelli più bassi di vitamina D.
Molte persone non conoscono il proprio valore di vitamina D , e questa mancanza di informazione può compromettere la salute. Se il colesterolo totale è alto , è consigliabile eseguire un semplice test del sangue per monitorare i livelli di vitamina D.
Una carenza di vitamina D porta a un aumento del paratormone , che favorisce il rilascio di calcio dalle ossa , contribuendo alla progressiva riduzione dell’altezza .
L’ impiego del COLLAGENE IDROLIZZATO nell’osteoporosi prende corpo a cavallo tra questo e il secolo scorso, sfruttando l’animale ovariectomizzato come modello sperimentale. Uno studio del 1998 documenta un’accelerazione della riparazione delle fratture ossee (1) , seguito nel 2005 da un altro che riporta un miglioramento della consistenza ossea (1) . Il collagene idrolizzato non è un farmaco di sintesi gravido di incognite, rischi e pericoli. È una SOSTANZA d’origine naturale , dotata di una storia che studiata con attenzione consente di impiegarlo in tutta sicurezza nella terapia delle malattie causate dalla sua mancanza.
Il collagene idrolizzato è un’invenzione della natura, non dell’uomo . Nasce dallo studio dell’osso, costituito per il 70 per cento circa da idrossiapatite [(Ca5(PO4)3(OH)], un minerale sostanzialmente insolubile, per la parte restante da una matrice organica, composta principalmente da fibrille di collagene.
L'idrossiapatite garantisce la durezza richiesta per sostenere il resto dell'organismo, mentre il collagene svolge due ruoli distinti: da un lato assicura l’elasticità richiesta per resistere alle forze tensionali e torsionali cui l’osso è sottoposto, dall’altro assorbe i sali minerali sciolti nel sangue e ne catalizza il deposito sotto forma di precipitato solido (2) .
Il conglomerato osseo ricorda il cemento armato delle costruzioni edili, costituito da tondini di ferro elastici annegati nel calcestruzzo rigido, sennonché l'osso è un tessuto vivo, capace di rigenerare le parti usurate e di riparare i danni subiti.
La rigenerazione prevale sull'usura sia durante la crescita e lo sviluppo corporeo, sia nelle attività lavorative e sportive che richiedono e comportano un rafforzamento dell’apparato osteoarticolare. L’usura prevale sulla rigenerazione nella senescenza e nelle affezioni a carattere degenerativo, come l’osteoporosi.
L’unica differenza, rispetto alle vitamine e ad altri agenti anti carenziali, è che viene ricomposto e attivato all’interno dell’organismo . In altre parole, è un profarmaco .
Studi scientifici indicano che il collagene idrolizzato, se preso in quantità di 10 gr al giorno in modo regolare, agisce favorevolmente su massa muscolare e densità ossea. Il tempo che intercorre tra l'inizio dell'assunzione regolare e la percezione degli effetti positivi dipende dall'età del soggetto e dalla sua condizione di salute. Generalmente è possibile riscontrare una differenza già tra il 2° e il 3° mese dopo l'inizio dell'utilizzo regolare dell'integratore.
FontI:
· //www.giuseppeteori.it/osteoporosi-e-altezza-sintomi-da-non-sottovalutare/
· //onlinelibrary.wiley.com/doi/full/10.1002/jbmr.557
BIBLIOGRAFIA
1. Policar M, Silvestrini B. Preparation pour le trattement de l’osteoporose et pur favoriser la reparation des frattures osseuses. Fr2764191 (A1) 1998-12-11.
2. Elam, ML. et al. "A Calcium-Collagen Chelate Dietary Supplement Attenuates Bone Loss in Postmenopausal Women with Osteopenia: A Randomized Controlled Trial" J Med Food 00 (0) 2014, 1-8.
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