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INOSITOLI e disturbi metabolici

Le patologie metaboliche quali diabete di tipo 2, obesità, alterazioni lipidiche rappresentano la nuova piaga medico-sociale del nuovo secolo XXI. Promettenti sembrano invece i dati provenienti dall’uso di nutraceutici contenenti l’inositolo, in particolar modo il d-chiro-inositolo.


Obesità, ecco le malattie che può scatenare


Nel mondo circa 1 adulto su 3 soffre di sovrappeso e 2 adulti su 5 di vera e proprio obesità (BMI > 30). Anche i numeri del diabete di tipo 2 sono a dir poco allarmanti. Nella popolazione adulta mondiale, la prevalenza di diabete di tipo 2 è del 10.5%, si tratta di 536,6 milioni di individui di tutto il mondo, accompagnati di altrettanti spaventosi numero di pazienti affetti da alterazioni glicemiche. Si stima che raggiungano i 600 milioni entro il 2035 (1).


Per questo la lotta al diabete è una delle tre emergenze sanitarie identificate dall’Organizzazione delle Nazioni Unite (ONU) e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS o WHO), insieme alla malaria e alla tubercolosi, unica delle tre ad essere malattia non trasmissibile, anche se questo concetto potrebbe non essere del tutto corretto


319,0 milioni sono gli adulti nel mondo che non sono ancora classificati come diabetici, ma che hanno una alta glicemia a digiuno, insieme a 541 milioni che invece riscontrano un’alterata tolleranza al glucosio . La presenza di iperglicemia a digiuno (IFG), ridotta tolleranza glucidica (IGT) o la combinazione di entrambe queste condizioni costituiscono un insieme di categorie che vanno sotto il nome di Alterazioni della Regolazione Glicemica (ARG) che dovrebbero essere considerate non solo fattori di rischio per lo sviluppo di diabete, ma anche fattori associati allo sviluppo di complicanze sia macrovascolari che microvascolari.


Secondo i dati recentemente pubblicati dall’IDF (2), la prevalenza mondiale di IGT si attesta al 6.7%. Approssimativamente 318 milioni di persone, con un’età compresa fra i 20 ed i 79 anni, si trovano in una condizione di rischio per diabete, e malattie cardiovascolari. In Italia, sempre secondo le stime dell’IDF, ricavate da due studi non recenti (3-4) la prevalenza di IGT è pari a 6% con tassi superiori fra le donne (1.549.000) rispetto agli uomini (1.105.000) e con una relazione positiva all’età


Tutte queste patologie aumentano notevolmente il rischio cardiometabolico nei pazienti che le presentano.


Non di meno, nei pazienti sovrappeso/obesi il rischio di comorbidità cardiometaboliche, quali diabete, patologie coronariche, stroke, è doppio se paragonato a quello di soggetti adulti normopeso. Tutto ciò contribuisce, di conseguenza, ad aumentare la mortalità di questi pazienti.


Si deve sottolineare, infatti, che l’eccesso ponderale è la nuova causa di morte più comune rispetto al fumo di sigaretta nei pazienti di media o età avanzata.


Inoltre, non si può sottovalutare l’impatto che hanno avuto le patologie metaboliche nel decorso dell’infezione da Covid-19, con un aumento del rischio di necessità di terapia intensiva (aOR 1.32), di ventilazione meccanica (aOR 1.45), di sindrome respiratoria acuta (aOR 1.36) e di mortalità (aOR 1.19). [4]


A livello clinico, quando si parla di sindrome metabolica si includono situazioni di insulino-resistenza, presenza di grasso viscerale, dislipidemia, elevata pressione arteriosa. In particolare, l’insulino-resistenza la fa un po’ da padrone e da capifila, nella quale si ha il più delle volte un’alterazione post recettoriale dell’insulina.


A livello fisiologico, l’insulina ha due funzioni specifiche: promuovere l’uptake di glucosio dal sangue e inibire la produzione epatica di quest’ultimo. In caso, di insulina-resistenza, però, questo controllo nei confronti del glucosio viene alterato.


L’insulino-resistenza è uno stato patologico comune in cui le cellule bersaglio non rispondono ai normali livelli di insulina circolante. Ne risulta l’incapacità dell’insulina di fornire l’omeostasi normale del glucosio e dei lipidi. Pertanto, per mantenere la normoglicemia sono necessarie concentrazioni di insulina più alte del normale.


Quindi, nell’insulino-resistenza, si sviluppa iperinsulinemia compensativa, ovvero maggiore secrezione di insulina da parte delle cellule ß del pancreas. I marker clinici della resistenza all’insulina sono: obesità viscerale, acantosi nigricans, acne, irsutismo e steatosi epatica.


L'insulino resistenza è definita come una diminuita capacità delle cellule, principalmente epatiche, muscolari e adipose, di rispondere all'insulina. Questo porta ad un incremento compensatorio della secrezione di insulina da parte delle cellule beta del pancreas, con conseguente iperinsulinemia.


I MECCANISMI COINVOLTI NELL'IR INCLUDONO:


  • Alterazioni del recettore dell'insulina: Mutazioni o disfunzioni del recettore possono ridurre l'affinità dell'insulina.
  • Segnalazione intracellulare difettosa: Difetti nelle vie di segnalazione post-recettoriali, come il pathway PI3K-Akt, riducono l'efficacia dell'insulina.
  • Infiammazione cronica: L'infiammazione di basso grado, mediata da citochine come TNF-α e IL-6, può interferire con la segnalazione insulinica.
  • Accumulo di lipidi intracellulari: Lipotossicità causata da un eccesso di acidi grassi può compromettere la segnalazione insulinica.

  • L’insulino-resistenza viene associata ad una serie di patologie, tra cui: obesità, sindrome metabolica, diabete mellito di tipo II (DM2), lipodistrofie, sindrome dell’ovaio policistico (PCOS) e infezione cronica.


    L’eziologia dell’insulino-resistenza comprende fattori genetici e ambientali: assunzione di cibo, ridotta attività fisica, invecchiamento, fumo, somministrazione di farmaci (ad es. diuretici tiazinici, antagonisti beta-adrenergici, glucocorticoidi). Il fattore più importante è l’obesità che di solito è di origine combinata, poligenetica e ambientale. Nell’insulino-resistenza, il tessuto adiposo viscerale è resistente all’effetto antilipolitico dell’insulina e rilascia quantità eccessive di acidi grassi liberi (FFA).


    Inoltre anche diversi ormoni e citochine (adipochine) del tessuto adiposo contribuiscono all’insulino-resistenza. Viceversa l’apporto calorico limitato, la riduzione del peso e l’attività fisica migliorano la sensibilità all’insulina. (Mlinar et al., 2007).


    GLI INOSITOLI COME ALLEATI


    Molti studiosi hanno individuato e suggerito la presenza di secondi messaggeri nel buon funzionamento dell’ormone. Gli inositoli, nello specifico, il Myo-inositolo (MI) e il D-chiro-inositolo (DCI) sono i principali secondi messaggeri coinvolti nel pathway dell’insulina .


    Il D-Chiro-Inositolo è una sostanza di fondamentale importanza per l'organismo umano in quanto regola la sensibilità insulinica (ovvero la capacità e l'efficienza con cui l'ormone insulina regola l'accesso dello zucchero ai tessuti e alle cellule).


    Quando l'organismo non riesce a sintetizzare una quantità sufficiente di D-Chiro-Inositolo è probabile che si verifichi l'insulino-resistenza che può essere causa di diabete, diabete gestazionale, sindrome metabolica, PCOS o Sindrome dell'ovaio policistico.


    Gli integratori che contengono D-Chiro-Inositolo contribuiscono al corretto metabolismo del glucosio.


    Il D-chiro inositolo, così come il Myo-Inositolo si trova in natura in numerosi alimenti, come la carruba, la frutta, i cereali , le noci, i legumi. Più nel dettaglio il d-chiro inositolo è diffusamente presente nei vegetali: carote, asparagi, fagiolino e i piselli e pomodori ne sono molto ricchi.


    Il d-chiro inositolo, che tra tutti gli inositoli è quello con la più rilevante attività biologica , è presente nel grano saraceno e in discreta quantità nella carruba, che ne è diventata la principale fonte estrattiva. L’inositolo è presente anche nei cereali: ne sono ricchi l’ avena, il granturco.


    Tra le varietà di frutta che lo contengono maggiormente ricordiamo le ciliegie, le mele e le pere.


    Il d chiro può essere anche sintetizzato dal nostro organismo a partire da una molecola di glucosio .
    D chiro inositolo e myo inositolo si possono trovare in diversi tessuti corporei, in forma libera o coniugata, sotto forma di inositol-fosfoglicani, ed in questo caso sono elementi della membrana cellulare, contribuendo alla sua integrità; inoltre sono il cuore della struttura dei più comuni secondi messaggeri, coinvolti in diverse vie di signaling intracellulare, come quella legata all’insulina.


    Inoltre, il d-chiro-inositolo è sintetizzato da un enzima epimerasi, attivato dall’insulina, che converte myo-inositolo in d chiro-inositolo.


    MYO E D-CHIRO INOSITOLO SVOLGONO FUNZIONI IMPORTANTI NELL’ORGANISMO


    • Il D-Chiro-Inositolo , insieme al Myo, costituisce un efficiente sistema molecolare intracellulare di amplificazione del segnale insulinico.
    • In particolare, il Dchiro inositolo è coinvolto nella stimolazione di enzimi cardine per la regolazione del metabolismo del glucosio.


    Quando l’insulina si lega al suo recettore, i mediatori vengono generati attraverso l’idrolisi dei glicosilfosfatidilinositoli localizzati a livello della membrana cellulare. I mediatori rilasciati possono così intervenire nei processi metabolici intracellulari.


    Diversi studi scientifici hanno riscontrato che il D-Chiro-Inositolo promuove una sensibilizzazione insulinica in soggetti con resistenza insulinica e con controllo difettoso della glicemia.


    Altri trial hanno anche mostrato come il DCI eserciti effetti benefici in donne affette da PCOS (Sindrome dell’Ovaio Policistico), una sindrome con forti connessioni con l’insulino-resistenza, che conduce a difetti nell’ovulazione, ad iperandrogenismo e bassa fertilità.


    Uno studio pubblicato sul New England Journal of Medicine ha evidenziato che l’integrazione con DCI ha ridotto significativamente i sintomi della PCOS e i marcatori biologici della sindrome stessa, oltre ad incrementare l’ovulazione nelle donne interessate dallo studio.


    EFFETTI DEL D-CHIRO INOSITOLO (DCI)


    1. MODULAZIONE DEL PATHWAY PI3K-AKT


    Il DCI migliora la sensibilità all'insulina attraverso la modulazione del pathway PI3K-Akt:


    • Attivazione della PI3K: Il DCI aumenta l'attività della fosfoinositide 3-chinasi (PI3K), un enzima chiave nella via di segnalazione dell'insulina.
    • Attivazione di Akt: La PI3K fosforila e attiva la proteina chinasi B (Akt), che promuove la traslocazione dei trasportatori di glucosio (GLUT4) alla membrana cellulare, migliorando la captazione del glucosio nelle cellule muscolari e adipose.
    • Sintesi di Glicogeno: L'attivazione di Akt stimola la sintesi di glicogeno nel fegato e nei muscoli, contribuendo al miglioramento del controllo glicemico.


    2. RIDUZIONE DELLO STRESS OSSIDATIVO


    Il DCI possiede proprietà antiossidanti che proteggono le cellule dallo stress ossidativo:


    • Scavenging dei Radicali Liberi: Il DCI neutralizza i radicali liberi, riducendo il danno ossidativo alle cellule.
    • Regolazione dell'Attività Antiossidante: Il DCI può aumentare l'espressione di enzimi antiossidanti endogeni come la superossido dismutasi (SOD) e la catalasi, migliorando la capacità delle cellule di combattere lo stress ossidativo.


    3. EFFETTO SU ENZIMI CHIAVE


    Il DCI influenza l'attività di enzimi coinvolti nel metabolismo dei carboidrati e dei lipidi:


    • Glucosio-6-Fosfato Deidrogenasi (G6PD): Il DCI regola l'attività della G6PD, un enzima chiave nella via del pentoso fosfato che produce NADPH, necessario per la sintesi di lipidi e per la detossificazione dei radicali liberi.
    • Riduzione dei Lipidi Intracellulari: Migliorando il metabolismo del glucosio, il DCI riduce l'accumulo di lipidi nelle cellule, alleviando la lipotossicità che può contribuire all'insulino resistenza.

    LE EVIDENZE SUGGERISCONO CHE IL D-CHIRO INOSITOLO RAPPRESENTA UN INTERVENTO PROMETTENTE PER MIGLIORARE LA SENSIBILITÀ ALL'INSULINA E MODULARE I SINTOMI DELLA SINDROME DELL'OVAIO POLICISTICO.


    Erboristeria Arcobaleno suggerisce, in caso di problemi iperglicemici, l’assunzione di Melito 30 cps, integratore con Morus Alba e D-chiro-inositolo pensato per il controllo del peso corporeo e i livelli di zucchero nel sangue - //www.erboristeriarcobaleno.it/prodotto/melito-30-compresse/ . Assumere due volte al giorno una capsula di estratto titolato al 10%, per cicli di 1-2 mesi, sempre sotto controllo medico.


    Fonti: //www.dchiroinositolo.com e //www.lolipharma.it


    Bibliografia


    1. Alva ML, Gray A, Mihaylova B, Leal J, Holman RR. The impact of diabetes-related complications on healthcare costs: new results from the UKPDS (UKPDS 84). Diabet Med. 2015; 32: 459-466.


    2. //www.diabetesatlas.org/resources/2015-atlas.html .


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    5. Potential role and therapeutic interests of myo-inositol in metabolic diseases. Biochimie, Vol. 95, Issue 10, October 2013, Pages 1811-1827;


    6. Nuove evidenze sul ruolo della supplementazione con inositolo nel diabete gestazionale. G It Diabetol Metab 2013;33:199-203


    7. Myo-inositol lowers the risk of developing gestational diabetic mellitus in pregnancies: A systematic review and meta-analysis of randomized controlled trials with trial sequential analysis. Journal of Diabetes and its Complications, Vol. 32, Issue 3 March 2018, Pages 342-348


    8. Metformin vs myoinositol: which is better in obese polycystic ovary syndrome patients? A randomized controlled crossover study. Clin Endocrinol (Oxf). 2017 May;86(5):725-730.


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    11. Ciotta, L., Stracquadanio, M., Pagano, I., Formuso, C., Marletta, E., & Carbonaro, A. (2011). Effects of myo-inositol supplementation on oocyte's quality in PCOS patients: a double blind trial. European Review for Medical and Pharmacological Sciences, 15(5), 509-514.


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