ENZIMOPATIE: il legame importante tra enzimi e salute
Dagli studi di Pasquale Ferorelli l’enzimopatia rappresenta una delle cause più devastanti di ogni essere vivente, intervenire sugli enzimi è possibile. Gli enzimi sono formati da amminoacidi. Grazie al legame di questi amminoacidi si generano tutte le proteine e quindi la vita.
Gli enzimi sono molecole di natura proteica, essenziali per la vita, che “catalizzano” (cioè rendono possibili) tutte le reazioni biochimiche che avvengono nella cellula, assumendo di fatto il ruolo di unita` funzionale del metabolismo. Organizzati in sequenze, catalizzano le numerose reazioni attraverso le quali le sostanze nutrienti sono degradate, estraendone energia e piccoli precursori che sono a loro volta utilizzati per la sintesi di molecole indispensabili a tutte le funzioni vitali.
Un esempio interessante è la digestione della carne, composta essenzialmente da proteine, da parte del nostro apparato gastrointestinale: la carne ingerita è scissa nei vari componenti dagli enzimi secreti dallo stomaco e dall’intestino in solo un paio d’ore; si consideri, come confronto, che per ottenere chimicamente la stessa degradazione, occorrerebbe far bollire la carne per una notte in acido cloridrico concentrato.
Un enzima facilita la reazione a cui è deputato attraverso l’interazione tra “substrati” (le molecole che partecipano alla reazione) e il proprio “sito attivo”, cioè la parte della proteina enzimatica in cui avvengono le reazioni, formando un complesso; a reazione avvenuta il prodotto nale viene rimosso dall’enzima, che torna pronto per dare inizio ad una nuova reazione. Questi complessi meccanismi sono caratterizzati da altissima “specificità”, che coincide di fatto con una perfetta aderenza conformazionale fra substrato e sito attivo, una specificità talmente elevata da controllare ogni processo vitale, nelle cellule vegetali come in quelle animali, in modo preciso e selettivo.
Ernst Gu¨nter in “Lebendige Nahrung” definisce gli enzimi “sostanze speciali, che contengono la scintilla della vita, controllando i processi biochimici di singoli organi negli esseri umani, animali e piante, in modo cosi preciso, da sembrare dotati d’intelligenza”. Questa “intelligenza” comporta “memoria”, in senso sterico, conformazionale: solo substrati in grado di essere riconosciuti da tale memoria possono dare luogo a reazioni fisiologiche.
Per enzimopatie si intendono le malattie dovute a mancanza, insufficiente produzione o alterazione di struttura di enzimi.
Possono essere suddivise in enzimopatie acquisite (in cui gli enzimi sono alterati da intossicazione da mercurio o da arsenico, da carenze vitaminiche, da azione dei raggi ultravioletti) ed enzimopatìe congenite (che insorgono per alterazione del gene che codifica la sintesi dell'enzima). In entrambi i casi le conseguenze sono principalmente due: la prima è l'accumulo del substrato che l'enzima dovrebbe trasformare e che può essere dannoso di per sé, o può attivare a sua volta vie metaboliche alternative, con produzione di grandi quantità di metaboliti tossici; la seconda conseguenza è il deficit del prodotto (sostanza che l'enzima dovrebbe produrre), che sovente è substrato di una successiva reazione, oppure funge da regolatore dell'attività di enzimi che lo producono.
Le enzimopatìe congenite presentano quadri clinici diversi in rapporto all'enzima interessato, o al tipo di alterazione strutturale dalla quale dipende il grado di funzionamento dell'enzima e quindi anche la gravità della malattia. Si tratta di malattie genetiche, ereditate perlopiù in forma autosomica recessiva, raramente legata al sesso, o autosomica dominante. Tra queste, ricordiamo: fenilchetonuria, albinismo, acidosi organiche, gotta, glicogenosi, malattia da sciroppo d'acero, tirosinemia, mucopolisaccaridosi, glicosfingolipidosi, porfirie, favismo, galattosemie e numerose altre.
Attualmente solo alcune enzimopatìe sono curabili con risultati positivi, e la terapia consiste nel diminuire l'introduzione del precursore con la dieta, impedendone l'accumulo, o somministrando il prodotto la cui sintesi è insufficiente.
Allo scienziato italiano Lazzaro Spallanzani SJ (1729-1799) , spetta il merito di aver per primo iniziato le ricerche in ambito enzimologico. Su questa scia Pasquale Ferorelli ha formulato i prodotti Citozeatec e così oggi è possibile apprezzare la vasta portata delle scoperte di Spallanzani nell’ambito di malattie oncologiche, virali, diabetiche e neurodegenerative , tutte riconducibili all’unico comune denominatore: enzimopatia .
Le proteine rappresentano le molecole biologiche più importanti all’interno della cellula. Tra queste, gli enzimi, sono estremamente preziosi perché portano avanti tutti i metabolismi necessari per la vita di un organismo. Mutazioni che coinvolgono gli amminoacidi che compongono queste proteine, sono all’origine di anomalie strutturali e interferiscono con la funzione enzimatica.
Come sostiene da moltissimo tempo Pasquale Ferorelli, patologie severe (compreso il cancro) hanno origine dall’enzimopatia, che rende le cellule incapaci a rispondere agli attacchi esterni (patogeni come virus e batteri, inquinanti chimici, radiazioni, etc). A conferma di quanto sostiene Pasquale Ferorelli, molti studi universitari indipendenti hanno dimostrato la qualità dei prodotti Citozeatec nel contrastare l’enzimopatia, ristabilendo la funzionalità metabolica cellulare, inducendo risposte su più fronti e migliorando lo stato di salute dei pazienti.
La sindrome influenzale è la patologia autunnale-invernale per eccellenza. Nota fin dall’antichità, la sindrome influenzale è una condizione infettiva complessa causata da virus (in particolar modo, un virus a RNA della famiglia degli Orthomyxoviridae). I sintomi sono diversi e comprendono febbre, dolori muscolari e articolari, congestione nasale, tosse e cefalea. L’influenza ha un’alta contagiosità e, data la capacità del virus di mutare da una stagione all’altra, è necessario porre notevole attenzione alle categorie più fragili (bambini, anziani e pazienti con patologie croniche) che possono avere complicanze gravi e potenzialmente letali.
Non esistono farmaci realmente attivi e la terapia è destinata a controllare la sintomatologia piuttosto che a combattere direttamente i virus. Le ragioni fondamentali sono due, da un lato perché, con i test attualmente disponibili, non è possibile effettuare una diagnosi eziologica precisa in tempi utili, dall’altro perché i farmaci antivirali esistenti sono attivi sui virus dell’influenza, ma non su tutti gli altri. La stessa prevenzione vaccinale, per quanto raccomandata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità in soggetti a rischio, non garantisce una copertura completa, essendo il virus rapidamente mutante e i vaccini elaborati in base a previsioni statistiche.
Una strategia diversa di affrontare il problema consiste nel focalizzare l’attenzione sull’organismo che ospita il patogeno, piuttosto che sul patogeno stesso. Come sosteneva Claude Bernard, considerato il fondatore della medicina sperimentale, “Il terreno è tutto, il germe è niente”. Se il virus fosse più importante (come sosteneva Pasteur, “Il germe è tutto, il terreno è niente”) di chi lo ospita, ne deriverebbe che tutta la popolazione dovrebbe farsi la sua “settimana” di influenza. Sappiamo per certo che non è così.
Le moderne ricerche scientifiche hanno dimostrato che tutti e due gli aspetti sono da tenere in considerazione, sia il virus che il terreno, poiché è dalla loro interazione che si sviluppa la malattia. È chiaro che, qualunque mezzo si scelga per contrastare la sindrome influenzale, è necessario intervenire con più attenzione sul “terreno” del paziente, sul suo stato complessivo di salute, “alimentando” i metabolismi energetici, innescando processi di difesa o di intervento cellulare, stimolando il sistema immunitario, il turnover proteico, la riparazione dei danni al DNA.
La reale svolta, sia a livello preventivo che nel trattamento delle forme acute in atto, viene dall’Enzimologia Biodinamica. I virus utilizzano la “macchina enzimatica” cellulare a proprio vantaggio: la strategia vincente è intervenire a questo livello con i protocolli sviluppati da Citozeatec.
Del resto, alcune ricerche condotte presso l’Università di Roma Tor Vergata, ad esempio, hanno fatto emergere il prezioso contributo della Terapia Complementare Enzimatica (TCE) nel trattamento di un altro virus, l’HCV, che causa l’epatite C e può innescare il carcinoma epatico. La ricerca scientifica “in vivo” ha evidenziato l’efficacia del trattamento orale con Citexivir, in pazienti affetti da HCV genotipo 1, nel migliorare notevolmente i valori delle transaminasi (AST, Aspartato transaminasi e ALT, Alanina transaminasi) e della GGT (Gammaglutammiltransferasi), tutti marker di sofferenza e danno epatico. In aggiunta, è stata documentata una marcata riduzione della carica virale (valutata come HCV-RNA).
L’Enzimologia clinica, cioè la necessità di intervenire nella causa principale delle patologie, trova conferma da studi come questo: le reazioni biologiche intracellulari sono esclusivamente quelle per le quali sono presenti e attivi enzimi appropriati e le sole molecole capaci di svolgere un’azione di contenimento sono gli Integratori Alimentari Biodinamici (IAB) Citozeatec, frutto della ricerca coordinata da Pasquale Ferorelli. Questi prodotti stanno aprendo una nuova e rivoluzionaria via fra farmaci ed integratori tradizionali, attiva in termini di modulazione metabolica e dai risultati clinici sorprendenti in svariate patologie virali, oncologiche, cardiovascolari e neurodegenerative.
---------------------------------------------------------------
PER MAGGIORI INFORMAZIONI CONTATTACI:
ERBORISTERIA ARCOBALENO
Tel. 3200469843 / 0445-524576
info@erboristeriarcobaleno.com
//www.erboristeriarcobaleno.it/integratori-biodinamici/