TCE (Terapia Complementare Enzimatica) con preparati biodinamici
Il ruolo dei preparati cosiddetti “biodinamici”, pur essendo classificati quali “Integratori” (IAB, Integratori Alimentari Biodinamici, capostipite: Citozym), di fatto rappresentano una terza via fra farmaci ed integratori convenzionali, in quanto esercitano la propria azione attivando e riportando alla normalità funzionale enzimi legati soprattutto al metabolismo mitocondriale.
Gli enzimi sono molecole di natura proteica, essenziali per la vita, che “catalizzano” (cioè rendono possibili) tutte le reazioni biochimiche che avvengono nella cellula, assumendo di fatto il ruolo di unità funzionale del metabolismo. Organizzati in sequenze, catalizzano le numerose reazioni attraverso le quali le sostanze nutrienti sono degradate, estraendone energia e piccoli precursori che sono a loro volta utilizzati per la sintesi di molecole indispensabili a tutte le funzioni vitali.
Un esempio interessante è la digestione della carne, composta essenzialmente da proteine, da parte del nostro apparato gastrointestinale: la carne ingerita è scissa nei vari componenti dagli enzimi secreti dallo stomaco e dall’intestino in solo un paio d’ore; si consideri, come confronto, che per ottenere chimicamente la stessa degradazione, occorrerebbe far bollire la carne per una notte in acido cloridrico concentrato.
Un enzima facilita la reazione a cui è deputato attraverso l’interazione tra “substrati” (le molecole che partecipano alla reazione) e il proprio “sito attivo”, cioè la parte della proteina enzimatica in cui avvengono le reazioni, formando un complesso; a reazione avvenuta il prodotto nale viene rimosso dall’enzima, che torna pronto per dare inizio ad una nuova reazione.
Questi complessi meccanismi sono caratterizzati da altissima “specificità”, che coincide di fatto con una perfetta aderenza conformazionale fra substrato e sito attivo, una specificità talmente elevata da controllare ogni processo vitale, nelle cellule vegetali come in quelle animali, in modo preciso e selettivo. Ernst Gu¨nter in “Lebendige Nahrung” definisce gli enzimi “sostanze speciali, che contengono la scintilla della vita, controllando i processi biochimici di singoli organi negli esseri umani, animali e piante, in modo cosi preciso, da sembrare dotati d’intelligenza”. Questa “intelligenza” comporta “memoria”, in senso sterico, conformazionale: solo substrati in grado di essere riconosciuti da tale memoria possono dare luogo a reazioni fisiologiche.
I PREPARATI BIODINAMICI
COSA S’INTENDE PER PRODOTTO BIODINAMICO
Con questo termine si intende la proprietà di alcune molecole di rendersi disponibili alle nostre cellule rifornendole dell’energia necessaria, che può essere utilizzata seguendo esclusivamente un ordine biochimico spontaneo e .naturale
I prodotti di Citozeatec, riprendono una parte importante della biologia molecolare e della biochimica quantistica, che hanno permesso di proporre rimedi naturali rispettando la fisiologia della cellula umana. Sono presenti una serie di nutrienti specifici: vitamine, glucidi di base, aminoacidi, patrimonio biochimico di molecole di DNA, che insieme al complesso enzimatico si dirigono verso quelli che possiamo definire i “siti cardine” delle cellule in emergenza, rifornendoli di energia ed informazioni utili apportate da selezionati micronutrienti. Nasce da queste premesse una nuova Disciplina: l’Enzimologia Biodinamica Clinica.
La Terapia Complementare Enzimatica non utilizza enzimi ma lavora sugli enzimi, grazie all’impiego di substrati perfettamente riconoscibili da specifici enzimi in quanto ottenuti “biodinamicamente”, cioè attraverso biotecnologie a conversione enzimatica sequenziale che riproducono fedelmente i cicli biologici umani: questo concetto è di fondamentale importanza in quanto viene a delinearsi una autentica “terza via”, fra farmaci ed integratori alimentari convenzionali.
Gli Integratori Alimentari Biodinamici (IAB), frutto della Ricerca italiana (Citozeatec Srl), sono a tutti gli effetti degli stimolatori biologici (non ormonali) in grado di essere immediatamente riconosciuti dalla “memoria” dei nostri enzimi, che vengono quindi direzionati verso la normalità fisiologica, in presenza di fattori patologici che tendono ad utilizzarli a vantaggio, ad esempio, della replicazione di virus, come nelle malattie virali, o per favorire metabolismi alterati come nel cancro.
IL MOTO PERPETUO DEGLI ENZIMI: LA VISIONE BIODINAMICA
Antichi sogni alchemici e secoli di tentativi di produrre una macchina che produca energia in contraddizione con i princìpi della Termodinamica si sciolgono come neve al sole davanti all’evidenza della Vita, dove lo stato “metastabile” dei costituenti cellulari è condizione essenziale per il mantenimento della vita stessa. Il “moto perpetuo” esiste già in natura, ed è sostenuto dagli enzimi, gli infaticabili “operai” che catalizzano tutte le reazioni biologiche dei viventi.
Ciò nonostante esiste un vuoto nelle conoscenze e una profonda lacuna nell’insegnamento, tali che l’attenzione medica agli enzimi è stata pressoché unicamente rivolta all’aspetto diagnostico (enzimi epatici, ad esempio, il cui innalzamento ha significato patognomonico) mentre ben diverso sarà l’atteggiamento dopo i successi clinici che la Terapia Complementare Enzimatica, fondata sui princìpi della Enzimologia biodinamica, sta evidenziando in progressione esponenziale.
Gli enzimi sono macromolecole proteiche in cui la struttura conformazionale è depositaria di “memorie”, interattive con i substrati specifici, gli Enzimologi “classici” consideravano il sito attivo dell’ enzima come una struttura rigida e l’adattamento di un substrato nel sito attivo più o meno come quello di una chiave nella serratura (analogia suggerita per la prima volta nel 1894 dal biochimico tedesco Emil Fischer).
Questo modello a “ chiave e serratura ”, rendeva conto della specificità enzimatica ma non contribuiva a comprendere la vera natura dell’evento catalitico. Una visione più utile dell’ interazione enzima–substrato deriva dal modello dell’adattamento indotto (moto perpetuo enzimatico o biodinamico). Questo modello presuppone che il legame iniziale della molecola di substrato al sito attivo distorca sia l’enzima che il substrato, stabilizzando la molecola di quest’ultimo nel suo stato di transizione e rendendo in tal modo il legame più suscettibile all’attacco catalitico.
La distorsione dell’ enzima implica un cambiamento conformazionale della molecola di enzima e pertanto della stessa configurazione del sito attivo. Questo cambiamento posiziona gli opportuni gruppi chimici della macromolecola enzimatica in modo ottimale per la reazione catalitica in cui sono coinvolti, aumentando la probabilità della reazione.
In modo più specifico, il cambiamento conformazionale, porta nel sito attivo le catene laterali degli amminoacidi che sono essenziali per il processo catalitico ma che non si trovano nelle immediate vicinanze del sito attivo nella conformazione non indotta: nel caso della carbossipeptidasi A, per esempio, il legame del substrato porta tre residui amminoacidici critici, una arginina, un glutammato e una tirosina, nel sito attivo. La dimostrazione che questi cambiamenti conformazionali avvengono dopo il legame del substrato è venuta da studi di diffrazione ai raggi x (Vittorio Luzzati, cristallografo esperto di raggi X, Rosalind Elsie Franklin, Linus Pauling ) su proteine cristallizzate.
La cristallografia ai raggi x viene utilizzata per determinare la forma di una molecola di enzima con e senza substrato legato al sito attivo. Gli enzimi quindi, in condizioni favorevoli, possono elaborare i substrati per le cellule (specie-specifici) in moto perpetuo e sequenziale: da qui la grande svolta della Enzimologia biodinamica.
IL COORDINAMENTO DEL CATABOLISMO E DELLA BIOSINTESI
Una certa idea di quanto genialmente sia concepita la cellula come macchina chimica possiamo farcela osservando la figura sotto riportata, che è una mappa di un gran numero di percorsi enzimatici. Le molte migliaia di reazioni chimiche che la cellula effettua simultaneamente sono tutte strettamente coordinate; in risposta alle variabili condizioni della cellula una serie di meccanismi di controllo regola l’attività degli enzimi chiave.
Una forma comunissima di regolazione è costituita dall’inibizione a feedback, velocemente reversibile, che il prodotto finale di un certo percorso metabolico esercita sul primo enzima della catena; una forma di regolazione più durevole è basata sulla modificazione chimica di un enzima ad opera di un altro, sovente per mezzo della fosforilazione. Si ritiene che radiazioni ionizzanti, alcune sostanze cancerogene, come nitrosammina e polvere di asbesto, anossia, calore e un gran numero di sostanze chimiche, mostarde azotate comprese, possano causare effetti dannosi ed irreversibili alle unità funzionali enzimatiche, provocando lesioni o morte della cellula o, se vengono colpiti i geni, la trasformazione di una cellula normale in una neoplastica.
DIFFERENZE FRA NUTRACEUTICI BIODINAMICI CITOZEATEC E COMUNI INTEGRATORI
Per “biodinamica”, come aggettivo, intendiamo la lavorazione sequenziale della materia prima (substrato) elaborato e convertito da enzimi specifici, in una catena di reattori posti in un impianto industriale, perfettamente corrispondente a quanto avviene nelle nostre cellule: tutti i preparati messi a punto da Citozeatec sono favoriti da un punto di vista termodinamico in quanto “muniti” di ATP ed immediatamente “riconoscibili” e prontamente utilizzabili dagli enzimi che avviano un processo di ossidoriduzione.
Questa è la differenza fondamentale fra un integratore alimentare tradizionale e un integratore biodinamico.
Pensiamo alla glicolisi: ogni molecola di glucosio, richiede una energia di attivazione pari a 2 ATP per potersi dirigere verso il metabolismo energetico. Di ciò ritengo che i Nutrizionisti debbano tenere debito conto nelle loro indicazioni ai pazienti e questa è la nuova luce in cui la Ricerca biodinamica si inserisce di diritto nelle strategie biomediche riguardanti praticamente ogni stato patologico: la normalizzazione del terreno enzimatico. Un esempio su tutti: un paziente neoplastico sta affrontando la lotta contro tessuti e cellule che non sono più capaci di metabolizzare il glucosio per via aerobica e ogni ricorso alla glicolisi (per ottenere decine di volte meno ATP per mole di glucosio, rispetto al metabolismo mitocondriale) comporta paradossalmente, come si è appena detto, un consumo iniziale di energia. Il fatto di poter somministrare al paziente preparati biodinamici immediatamente riconoscibili ed utilizzabili dalla parte sana dei tessuti interessati da tumori, sposta la bilancia verso la normalità, coi risultati che le recenti ricerche in organo-coltura umana su fegati affetti da epatocarcinoma inconfutabilmente evidenziano.
LA RIVOLUZIONE COPERNICANA DELLA TERAPIA COMPLEMENTARE ENZIMATICA
Concetti difficili ? No, semplicemente un altro piano di pensiero: così come nell’universo la Geometria euclidea lascia il posto ad altri modelli matematici, analogamente i princìpi della catalisi chimica (cioè del superamento di soglie di attivazione per reazioni termodinamicamente possibili) assumono una diversa “plasticità” nel mondo subcellulare degli enzimi.
Le strategie che ne derivano, in termini di Terapia Complementare Enzimatica (TCE), sono la rivoluzione copernicana della Medicina: agire secondo natura, “dialogando” con gli enzimi nel solo linguaggio ad essi comprensibile, quello dei substrati. Qualcuno ha definito la TCE come la prima “terapia intelligente” e non siamo lontano da vero visto che “intus ligere” significa “leggere dentro”: esattamente quanto accade dopo assunzione di preparati biodinamici che identificano immediatamente le situazioni conformazionali enzimatiche responsabili di disturbi e patologie.
I protocolli, che in numero crescente arricchiscono il bagaglio interventistico biodinamico, sono studiati in funzione delle presumibili carenze della funzionalità enzimatica e hanno mediamente (nelle patologie croniche) una durata di 130 giorni prima di eventuali aggiustamenti: patologie sviluppatesi in mesi ed anni non possono certamente regredire in qualche giorno.
Ne derivano due necessità : l’apertura mentale dei “curanti” a questa nuova visione “di terreno” e la consapevolezza dei “curati” che, unicamente assecondando la natura, si possono ottenere risultati, a volte eclatanti, come le recenti ricerche evidenziano, anche in Oncologia. E’ stato scritto che le malattie non esistono, sono solo espressione di una autodifesa: imparare a conoscerle nella nuova luce dell’Enzimologia biodinamica può e deve rappresentare la svolta. Sarò ben lieto di ospitare un contraddittorio.
Prof. Stefano Lenzi, Ambulatori Sanitari della Corte Costituzionale
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