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Alcune possibili conseguenze dello spesometro
La disposizione che ha introdotto l'obbligo della comunicazione delle transazioni superiori ad una certa soglia (il c.d. Spesometro), per quelle regolate con mezzi di pagamento elettronico (carte di credito e di debito prepagate) e nelle quali l'acquirente è in privato consumatore, prevede che la comunicazione stessa sia effettuata non dall'esercente commerciale o dal soggetto che eroga il servizi o, come accade normalmente, ma dagli stessi operatori che gestiscono gli strumenti di pagamento elettronico.In particolare, i gestori dei mezzi di pagamento elettronico dovranno trasmettere all'Agenzia delle entrate tutti i movimenti non inferiori a 3.600,00 euro e, molto probabilmente comunicheranno anche gli acquisti effettuati oltre frontiera, da consumatori italiani.
Vale qui la pena di ricordare come, ai fini dello Spesometro, sono escluse dall'obbligo della comunicazione tutte quelle operazioni non rilevanti ai fini Iva e, ricordiamo altresì che, ai fini della normativa Iva, non tutte le operazioni effettuate all'estero da operatori italiani, sono rilevanti in Italia.
In definitiva, tale norma imporrebbe al gestore del mezzo di pagamento elettronico di discernere quelle operazioni che sono rilevanti ai fini Iva e quelle che invece non lo sono e a tale riguardo è verosimile che gli stessi operatori non abbiano tutte le informazioni necessarie per poter capire appunto, quando un'operazione è rilevante ai fini Iva per la quale dunque vige l'obbligo ed quando non lo è (esclusa pertanto dall'obbligo di comunicazione). Con il rischio concreto che vengano inviati flussi enormi di informazioni all'Agenzia delle entrate, molti dei quali non rilevanti ai fini della norma.
Allo stesso tempo, il gestore del mezzo di pagamento elettronico, dovrebbe conoscere se in una transazione un acquirente agisca come privato cittadino o come soggetto passivo Iva, posto che nella comunicazione dello Spesometro, i commercianti inseriscono le vendite ai soggetti passivi Iva anche se pagano con carta di credito, mentre non comprendono le vendite ai privati consumatori (che sono appunto comunicate dal gestore della carta di credito). In tale caso sorge invece il rischio della duplicazione delle informazioni inviate all'Agenzia delle entrate.
Insomma, come evidenzia anche il Sole 24Ore di oggi, esistono, per alcuni aspetti dei problemi di coordinamento di tale norma in commento.