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Il sintomo

Il sintomo

Sigmund Freud descrive il sintomo come il risultato del conflitto tra un desiderio (inaccettabile dalla coscienza) e la sua difesa.

La psicoanalisi lacaniana [1] considera il sintomo in modo originale: il sintomo non è un deficit rispetto ad un funzionamento normale, esso è funzionamento paradossale del corpo o del pensiero. Paradossale perché il soggetto ne lamenta la sofferenza (a volte insopportabile, debilitante, addirittura pericolosa), ma inconsciamente ne ottiene dei vantaggi e dei benefici.

Esempi :

- un rituale ossessivo compulsivo può essere un trattamento per tenere a bada l’ansia.

- una anoressia grave può essere un tentativo di evitare il rapporto enigmatico con l’altro sesso,

- una depressione importante può tappare, con il ritiro dalla vita, l’angoscia di affacciarsi su qualcosa di indicibile,

- il ritiro dello psicotico può servire a difendersi dall’angoscia insostenibile dell’incontro con l’Altro (familiare, sociale).


[1] Recalcati M . , Elogio dell’inconscio , Bruno Mondadori, Milano 2007, p. 87.





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