Cosa sono le malattie infettive
Le malattie infettive si verificano quando un germe entra nel nostro organismo e si riproduce a spese della nostra salute. I germi che causano le malattie infettive possono appartenere a diverse categorie biologiche, per esempio i virus o i batteri.
L’essere umano che viene infettato dai germi è detto “ospite”. Il rapporto che il germe instaura con l’ospite è una forma di parassitismo, dato che il germe ha bisogno di sfruttare alcune funzioni vitali dell’ospite per sopravvivere e moltiplicarsi. I germi così aggressivi da uccidere il proprio ospite sono rari perché è per loro svantaggioso eliminare l’organismo che gli permette di sopravvivere e riprodursi. Questo è il motivo per cui, se non ci sono altre particolari condizioni svantaggiose per l’ospite, le infezioni raramente sono mortali. Tuttavia un gran numero di infezioni possono provocare malattie anche gravi.
Il corpo umano, quando viene a contatto con un germe che provoca una malattia infettiva, si difende con sofisticati sistemi di mantenimento del proprio equilibrio interno, per esempio la regolazione della temperatura corporea. La febbre che insorge in seguito a un’infezione è un tentativo del nostro organismo di eliminare il germe alzando la temperatura del sistema e di metterlo in condizioni di sopravvivenza sfavorevoli. La parte più importante è però esercitata dal nostro sistema immunitario che è in grado di riconoscere le sostanze estranee al nostro organismo come potenzialmente dannose.
Quando un germe penetra nel nostro organismo, il sistema immunitario riconosce le sostanze estranee di cui è composto e si difende producendo anticorpi e cellule speciali capaci di neutralizzarle. Più precoce è l’attivazione dei sistemi di difesa immunitaria, minore è il danno che il germe può causare. Se la difesa è già pronta, come accade quando una persona ha già avuto la malattia oppure è stata vaccinata, il germe non è in grado di provocare alcun danno e quindi neanche di causare una malattia.
Quando un ospite non è attaccabile da un agente infettivo perché le sue difese immunitarie sono già state approntate contro quel microrganismo, l’ospite si dice immune. Invece, quando l’ospite è recettivo all’infezione e il suo sistema immunitario non ha ancora riconosciuto né approntato le difese contro uno specifico agente infettivo, l’ospite si dice suscettibile.
Come si contraggono?
Per contrarre una malattia infettiva dobbiamo essere stati a contatto con il germe responsabile di quella malattia (non si prende il morbillo se non c’è stata un’esposizione al virus attraverso una persona già contagiata). Inoltre, al momento del contagio, dobbiamo anche essere in uno stato di suscettibilità all’infezione, ossia dobbiamo essere recettivi al germe che provoca la malattia.
Per prevenire una malattia infettiva possiamo agire su uno o su entrambi questi fattori. Per azzerare il rischio di contagio si deve fare in modo di non venire mai più in contatto con il germe che provoca la malattia: questo è possibile solo eliminandolo completamente dalla circolazione. Invece, per annullare lo stato di recettività (o suscettibilità), si deve immunizzare l’ospite da proteggere. È evidente come all’inizio sia sempre più facile praticare la strategia di convertire i soggetti da suscettibili a immuni vaccinandoli, e solamente in un secondo momento si possa mirare all’eliminazione e all’eradicazione dello specifico germe.
E come si trasmettono?
Tipi diversi di germi si propagano con diverse modalità: per via respiratoria, per contatto diretto con la pelle, per via alimentare. Semplificando lo schema di trasmissione dell’infezione, possiamo immaginare il diffondersi del germe come una catena in cui all’inizio c’è un primo ospite suscettibile che si infetta e si ammala (caso primario); il contagio può trasmettersi a un altro soggetto suscettibile (caso secondario), che ne infetta un altro e così via in successive trasmissioni in cui per ogni caso di malattia se ne genera uno secondario. Questo è il modo con cui gli agenti di malattia continuano a mantenersi nella popolazione: si dice che l’infezione o la malattia sono endemiche nella popolazione, cioè sono sempre presenti con frequenza costante.
Se nella popolazione esiste un gran numero di soggetti suscettibili, la trasmissione da un primo caso infetto e contagioso può passare a molte altre persone, soprattutto se ci sono molti contatti tra i suscettibili, generando numerosi casi che a loro volta ne contageranno altri.
Quando un soggetto infetto contagia solo un altro soggetto la malattia circola in modo endemico, mentre quando un soggetto ammalato ne contagia più di uno il numero dei casi di malattia aumenta molto rapidamente: si parla in questo caso di epidemia, cioè un brusco aumento dei casi di malattia in breve tempo.
È evidente che l’epidemia è possibile solo se l’infezione ha a disposizione un sufficiente numero di suscettibili nella popolazione. Un alto numero di soggetti immuni presenti nella popolazione impedisce all’epidemia di propagarsi. Quando un soggetto contagioso viene in contatto con un soggetto immune, la catena di trasmissione si ferma. Più sono i soggetti immuni nella popolazione, più casi di malattia si possono prevenire tra i suscettibili rimasti.
Come si diffonde una malattia tra la popolazione?
La rapidità di diffusione di una malattia infettiva dipenderà principalmente dal numero di immuni e di suscettibili nella popolazione. Alcune malattie dell’infanzia, per esempio il morbillo, la pertosse e la rosolia, hanno provocato, fino a qualche anno fa, ondate epidemiche ogni 3-4 anni in Italia. Ogni volta che c’è un’epidemia, si ammalano molte persone, che diventano immuni. Una nuova epidemia si verificherà solo quando ci saranno di nuovo abbastanza suscettibili. Questi ultimi si accumulano progressivamente man mano che nascono nuovi bambini che non hanno alcuna esperienza di malattia infettiva.
Con la vaccinazione si può cambiare questo meccanismo perché i vaccinati diventano immuni senza essersi ammalati. Più si vaccina, più si riduce il ritmo con il quale si accumulano i suscettibili, e più si ritardano le epidemie. Se si vaccina così tanto da non lasciare alcun varco alla diffusione del germe che provoca in tutti i paesi del mondo la malattia, quest’ultima può essere eradicata, cioè può scomparire.
L’eradicazione di un germe non è utopia. L’esperienza è già stata fatta con il virus del vaiolo, che nel 1980 è stato dichiarato ufficialmente estinto dal mondo. Infatti, da allora non viene più considerato necessario vaccinarsi contro questa terribile malattia. Forti del successo ottenuto, ci si appresta a eradicare la poliomelite e sono stati formulati piani di eradicazione anche per il morbillo.