La vendita all'ingrosso e al dettaglio di Cannabis Light e' legale.
Ad oggi, è assolutamente legale, vendere all'ingrosso ed al dettaglio cannabis light o canapa legale con alcuni accorgimenti.
Un attività online o commerciale per la vendita di marijuana light legale deve avere il prodotto confezionato con l’etichetta che deve chiaramente specificare che si tratta di un prodotto non destinato alla combustione ma solo per uso tecnico. Il contenuto di THC deve rimanere per legge compreso tra lo 0,2% per l'Europa e lo 0,5% per l'Italia, la merce esposta, trasportata o confezionata deve chiaramente evidenziare il livello rilevato dai test di laboratorio sui prodotti pronti per la vendita.


Aziende cosmetiche, attività in franchising, e-shop, grow shop, coffe shop e un grosso numero di attivita' commerciali sono ad oggi legati alla crescente richiesta sul mercato di marijuana light o meglio, canapa legale, da parte di persone appartenenti ad ogni fascia di età e grado sociale. L'utilizzo della marijuana riguarda tutti, nel caso della marijuana light, per lo più per i meno giovani. Chi usava la cannabis non legale sta' gradualmente passando alla cannabis light per non avere problemi con legge e non avere l'effetto psicotropo del THC ma solo l'effeto rilassante del CBD , assolutamente legale.
Tutto ciò di cui si ha bisogno per aprire un negozio di cannabis legale è assecondare la legge 242/2016 (ribadita e confermata con circolare Mipaaft del 23.05.2018 ), la quale disciplina sia la vendita che la coltivazione diretta della marijuana leggera. La regola di base disciplinata dalla sudetta legge, stabilisce che la marijuana light è legale in quanto il quantitativo di THC non supera lo 0,6%.
La commercializzazione e la coltivazione di Cannabis light o marijuana leggera con basso THC , in Italia, è oggi autorizzata e legale per tutti gli esercizi commerciali senza bisogno di alcuna specifica autorizzazione. Questo significa che chiunque voglia rivendere questo genere di prodotto, lo può tranquillamente fare senza chiedere nessun tipo di autorizzazione, come una qualiasi attivita'. Bar, erboristerie, negozi di cosmetici, negozi di sigarette elettroniche, tabaccai, Grow shop e aziende possono utilizzare e vendere al dettaglio o all’ingrosso marijuana light o olio di CBD.
Il THC è il principio attivo responsabile degli effetti psicoattivi della marijuana, e il suo contenuto non deve superare la soglia massima dello 0,5% per mg di prodotto.
Se il THC contenuto nella marijuana rimane in questi termini, il prodotto è legale e commerciabile. Ad una lettura più attenta della legge 242/2016 e circolare del Ministero delle politiche agricole e forestali e turismo circa l’uso delle infiorescenze di cannabis light, il vero limite di THC sarebbe stato fissato dal legislatore in un 0,2% e quindi il limite dello 0,5% è un margine di tollerabilità entro il quale la legge non considera il prodotto una sostanza vietata. La canapa, sappiamo, è un prodotto naturale e come tale soggetto a variazioni chimiche, ecco perchè si è voluto fissare un tetto massimo entro il quale la legge non interviene, e dare la possibilità ai coltivatori di avere un prodotto finito con livelli di THC entro il limite. Per vendere il prodotto, quindi, oltre al THC il commerciante deve poter esibire il certificato di provenienza della merce o delle semenze e le relative analisi di laboratorio che certificano che i livelli di THC rientrino nei limiti di legge.
Il CBD è una sostanza legale il cui livello nelle infiorescenze di canapa non fa altro che suggerire all’acquirente la qualità stessa dell’erba. Il CBD è utilizzato in cosmetica o per uso alimentare; le proprietà terapeutiche del CBD sono scientificamente dimostrate e sono efficaci contro gli stati psico fisici d’ansia, di inappetenza, antinfiammatori e così via. Il crescente mercato della marijuana legale sta offrendo ai consumatori un ottimo spunto per conoscere ed apprezzare gli effetti che l’erba legale produce su chi la consuma. Effetti che, come sappiamo, sono indotti dalle 2 principali sostanze in essa contenute: il THC ed il CBD. Mettendo per un attimo da conto gli effetti psicotropi provocati dal THC e che sappiamo sono quelli tipici indotti dalla marijuana, soffermiamoci invece sui tanti prodotti in commercio a base CBD. In commercio troviamo prodotti cosmetici (olii, tinture, creme, unguenti, balsami, etc, etc) vaporizzatori, prodotti alimentari e appunto tantissime varietà di marijuana. Come più volte spiegato, un alto contenuto di THC rende l’erba legale illegale (THC superiore allo 0,6%).
Il CBD, all’opposto, non è una sostanza illegale, non produce nell’uomo effetti di euforia o alterazione dello stato psico fisico. Il CBD è una sostanza non psicoattivo, il che significa che stiamo parlando di una sostanza priva di effetti immediati sul sitema nervoso e fisico. Al contrario del THC, il CBD non influenzerà negativamente la consapevolezza sensoriale di chi lo consuma, tanto meno le capacità percettive, la coscienza, il tempo di reazione o il comportamento. Anche assumendo dosi elevate di CBD nessuna analisi medica finalizzata a verificare la presenza di sostanze stupefacenti nel sangue darebbe esito positivo. Quindi possiamo dire che il CBD è una sostanza assolutamente legale il cui contenuto ha soltanto effetti benefici nelle persone che la assumono.”
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