Coppia e gravidanza. Intervista per la rivista Agenda della Salute
1- Quanto è frequente il caso di uomini che tendono a evitare il contatto fisico con la compagna incinta, come se fosse peccato perchè inadeguato con lo stato attuale, perchè idealizzano l'immagine materna come pura e asessuata?1) Nei gruppi dei corsi pre-parto che conduco, presso l’ASUR n° 1 di Pesaro, emerge spesso il tema del contatto fisico, dell’intimità e della sessualità come argomento d’interesse sia maschile che femminile. La tendenza a vivere il corpo della donna come sacro e inviolabile non è così frequente come si può pensare e di solito emerge più tardi nella gravidanza, quando le forme del corpo femminile mostrano con chiarezza la presenza di una vita che sta crescendo. La donna acquista un’aurea misteriosa di colei che tiene in grembo il segreto della vita e l’uomo ne rispetta la magia osservandola a distanza, a volte con timore. All’inizio della maternità la realtà è diversa. Accade, infatti, che il partner, nonostante, lo stato interessante della compagna, mostri difficoltà a riconoscere la situazione che cambia continuando a proporsi e a proporre uno stile di vita inalterato, anche nella sfera sessuale. Questo accade perché l’uomo non vive direttamente l’esperienza della maternità ma solo di riflesso e quindi continua a immaginare la propria donna come la persona di sempre fino a quando il cambiamento non diventa evidente.
2- Dal lato opposto per molti uomini il corpo della gestante è sensuale e attraente, anche perchè costituisce una prova della loro virilità mentre molte donne con l'evidente gravidanza, il seno e il ventre che aumentano, si percepiscono come più femminili e sensuali, il che fa aumentare la ricerca e il desiderio del partner. È questa la normale sensazione di una coppia matura e affiatata?
2) Parlare di sensazioni “normali” non è propriamente corretto nel senso che non esistono situazioni ad hoc uguali e adeguate per tutti ma ogni coppia deve trovare nella specificità della propria relazione il modo giusto per vivere la sessualità e più in generale l’intimità. Sicuramente l’attrazione e il desiderio reciproco sono l’espressione di una buona alleanza coniugale ma da soli non sono sufficienti a raggiungere una soddisfacente relazione sessuale, in una fase tanto delicata quanto la maternità. La coppia deve utilizzare anche altre risorse: la capacità di esprimere i propri bisogni in modo diretto, di riconoscere il punto di vista dell’altro e accettarlo, di ascoltarsi reciprocamente e di essere disponibili a trovare nuovi modi di stare insieme che rispettino i cambiamenti in atto. Tutte queste risorse sono necessarie non solo prima della nascita ma anche, e oserei dire soprattutto, dopo quando la coppia dovrà includere nella propria relazione, il bambino appena nato.
3- Quando il ginecologo consiglia che la coppia debba asternersi dai rapporti nel caso di una gravidanza a rischio, quali sono le reazioni dei partner? Come si può salvare l'intimità?
3) Le reazioni possono essere diverse. A volte accade che i partner sentano forte il desiderio sessuale, anche come espressione d’intimità e vicinanza reciproca, per cui un limite può causarne sentimenti di tristezza, solitudine e rabbia tanto più che questo limite è legato ad un rischio fisico e quindi alla paura reale di arrecare un danno alla vita che sta crescendo. In altri casi, quando uno o entrambi i partner si sentono inadeguati o insoddisfatti nella relazione intima, possono sentirsi sollevati dal fatto di non doversi preoccupare di una sessualità che causa disagio rimandando il problema ad un momento successivo.
In entrambi i casi, la coppia deve affrontare due ordini di difficoltà diversi: la paura di una possibile perdita della gravidanza e la necessità di mantenersi vicini per sostenersi e continuare ad amarsi. E’ riduttivo pensare alla sessualità solo come al puro atto della penetrazione, in realtà esprime molto di più, calore, vicinanza affettiva, sostegno, fiducia e altro ancora. Ecco perchè diventa fondamentale l’uso delle risorse precedentemente menzionate. Una coppia capace di esprimere chiaramente i propri desideri e le proprie paure con accettazione e ascolto reciproco è una coppia disponibile a inventarsi un nuovo modo per vivere con piacere la propria sessualità, anche in situazioni difficili.
4- A volte l'uomo percepisce il nascituro come un rivale e nonostante i sentimenti positivi verso il bambino può sentire gelosia o esclusione dall'intimità con la mamma. Come si possono elaborare questi sentimenti all'interno della coppia?
4) Il padre, alla nascita e nei primi mesi di vita del bambino, è escluso dal rapporto simbiotico che unisce la mamma con suo figlio e spesso fatica ad inserirsi in questa relazione. La donna, da parte sua, è completamente coinvolta nel rapporto con il bambino che non solo non riesce ad occuparsi del compagno ma a volte neanche di sé stessa. Questo può creare nel papà un senso di esclusione e nella mamma una sensazione di solitudine e abbandono. Per il benessere della nuova famiglia è importante che ognuno trovi il proprio spazio relazionale. E’ compito della donna cercare di coinvolgere il compagno nell’osservare, nel prendersi cura e nel prestare attenzione a lei e al bambino mentre l’uomo non dovrà scoraggiarsi di fronte ad uno o più approcci falliti ma dovrà cercarne sempre di nuovi. Per esempio, la mamma può apprezzare il partner per il cambio di un pannolino un po’ imperfetto invece di criticarlo e il papà di fronte alla compagna esausta può improvvisarsi massaggiatore invece di terminare quel lavoro al computer.
Inizialmente, sono sufficienti tali piccoli accorgimenti per superare sensazioni sgradevoli ma se i partner non si mettono subito in gioco nel tentativo di affrontare i loro disagi questi si trasformeranno in problemi e i problemi in sintomi. Quello che consiglio alle mie coppie è aprirsi all’altro, parlare di ciò che si sta provando e soprattutto non dare niente per scontato. Non ho mai creduto nella trasmissione del pensiero e non credo inizierò proprio ora, perciò non pensate di sapere cosa vuole l’altro, chiedeglielo, ne aspettatevi che l’altro sappia quello di cui avete bisogno, diteglielo voi per primi. Solo così si può rischiare di non restare delusi, in altro caso vi è la certezza!
Dott.ssa Katjuscia Manganiello Psicologa e Psicoterapeuta Sistemico-Relazionale