È punibile il furto di energia elettrica in situazioni di indigenza?
La sezione penale della Corte di Cassazione ha definito con chiarezza che il comportamento di chi usufruisce di energia elettrica gratuitamente, adducendo lo stato di indigenza, non è lecito .
Le ragioni della sentenza emanata dalla sezione penale della Corte di Cassazione trovano fondamento nella differenza tra stato di necessità e stato di indigenza o altrimenti definito, stato di bisogno economico.
Lo stato di necessità si realizza quando ti trovi in una situazione di pericolo attuale di un danno grave, che non può essere evitato se non compiendo un atto penalmente illecito.
I reati provocati da uno stato di bisogno economico non integrano lo stato di necessità. In definitiva quindi chi usufruisce gratuitamente di energia elettrica commette reato, perché esistono enti di assistenza sociale che garantiscono i bisogni primari.
Solo chi si trova in una situazione di pericolo attuale di un danno grave alla persona, non causato direttamente da lui e non evitabile diversamente che con un illecito penale per salvare la vita a sé stesso o ad altri, non commette reato .
Quali sono le pene previste per chi ruba energia elettrica
Premesso che l’energia elettrica è ritenuta “cosa mobile”, per capire se si tratta di un reato punibile su denuncia dell’interessato o d’ufficio occorre considerare che l’impossessamento della cosa avviene arrecando un danno patrimoniale alla persona offesa.
Come può avvenire il furto di energia elettrica
Il furto di energia elettrica può avvenire sfruttando diverse modalità ed è il reato più frequente in alcune regioni del Sud-Italia. Potrei elencarti una serie lunghissima di modi praticabili per sfruttare energia direttamente dall’ente erogatore o da altri utenti, ed è proprio questo aspetto a classificare il furto di energia elettrica come “ furto aggravato ” dall’impiego di mezzi fraudolenti e pertanto punibile d’ufficio con reclusione da due a sei anni e multa da 927,00 a 1.500,00 euro.
È possibile allacciarsi ai cavi della rete, sfruttando così l’energia direttamente dall’ente erogatore, oppure collegarsi al cavo di un altro utente. Con l’applicazione di un magnete sul contatore oppure modificando il software invece, è possibile manomettere il dispositivo rallentando il conteggio del consumo.
Cosa rischia l’utente cui viene rubata l’energia elettrica
Il più delle volte l’utente vittima si accorge del furto di energia elettrica a suo carico a causa di distacchi forzati o per l’aumento dell’importo delle bollette. In altri casi è stesso l’ente erogatore ad accorgersi dell’illecito e procede alle dovute verifiche. L’utente ignaro rischia le medesime conseguenze penali di chi commette il reato, e dovrà pertanto farsi carico dell’onere di provare la sua estraneità ai fatti.
La Corte di Cassazione in più occasioni ha ribadito che il furto di energia elettrica è aggravato dalla condotta di colui che altera o manipola il contatore per godere abusivamente del servizio e in quanto tale è punibile d’ufficio come previsto dagli art. 624 e 625 c.p.