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I nostri bambini

I principali Organismi Internazionali (OMS, UNESCO, Comunità Europea) hanno offerto una definizione particolarmente consona all’attività motoria nel senso più ampio del termine, descrivendola quale “ componente essenziale per un’ equilibrata crescita umana, culturale e sociale dei giovani e degli adulti per tutto il loro arco della vita .” Tuttavia le più recenti ricerche sottolineano come meno di un terzo dei soggetti in età scolare svolga un’attività motoria regolare ed in misura sufficiente, con un conseguente aumento negli ultimi anni della prevalenza di condizioni di sovrappeso e obesità (Racioppi et al., 2002). Negli ultimi decenni, le condizioni di sovrappeso, obesità e sedentarietà hanno subito un notevole incremento in tutta la società occidentale in particolare tra bambini e ragazzi. Come evidenzia l’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, 2004), uno degli obiettivi attualmente più condivisi a livello sociale, anche se non sempre adeguatamente perseguito, riguarda la promozione ed il mantenimento di buone condizioni di salute e del benessere psicosociale degli individui. Un adeguato ed equilibrato apporto di energia e di nutrienti insieme ad un costante esercizio fisico rappresentano due dei fattori che possono contribuire all’assunzione di uno stile di vita salutare, portando ad un conseguente benessere psico-fisico. Ma il movimento è molto di più che un semplice metodo per dimagrire o per tenere a bada i livelli di colesterolo LDL o magari il livello glicemico ematico. Aiuta a stabilire delle relazioni tra persone e quindi tra bambini. Stabilisce e contribuisce al miglior comportamento possibile attraverso, ad esempio, l’osservanza delle regole. Concorre al migliore apprendimento possibile, dove il concetto di maturità e apprendimento si fondono insieme in una didattica rinnovata e vincente. Con il movimento, non è possibile limitarsi all’apprendimento nozionistico, bensì diviene necessaria la conoscenza, vera essenza del sapere. Inoltre, il movimento, partecipa in maniera importante all’ acquisizione dell’abilità motoria e cognitiva. L’educazione motoria è sempre più importante nella crescita dei nostri figli. L’educazione motoria come prassi e consuetudine all’interno del nostro sistema educativo. Un’educazione motoria da proporre già nei primi anni di vita e non in seguito, durante la fase adolescenziale. I nostri bambini devono tornare ad essere in salute, ma anche ritornare ad essere forti ed intelligenti come un tempo... Questa foto, scattata in Botswana (Africa del sud) nella Tribù Himba , vuole essere una provocazione... ma non troppo. I parametri di riferimento del presente progetto, ossia abilità motorie, conoscenze e comportamenti e relazioni, come vedremo ci riferiscono di bambini di sei anni con delle lacune, ma anche con dei pregi. I bambini di sei anni di Torino, naturalmente sono abituati a vivere in un certo contesto ambientale, nel quale, a seconda dei casi, si instaurano dei “vizi comportamentali” e non solo. Ora, se immaginiamo, rappresentiamo mentalmente un bambino “tipo” di città , magari di Torino, e lo riproduciamo mentalmente mentre mangia, mentre si muove in casa, ma soprattutto fuori casa, mentre gioca o da solo o con gli eventuali amichetti, mentre va a scuola, mentre è con i propri genitori, mentre guarda la televisione, mentre forse si muove; probabilmente ci creiamo un certo tipo di figura mentale. Se invece, si prova a pensare alla vita di questo bambino, quello della foto, inserito nel contesto di quella data tribù, lontano dalle città e dalle “guerre” ovviamente, balzeranno dapprima alla mente i limiti di questo genere di civiltà, ma poi provando a pensare agli aspetti positivi, alle virtù di questo modus vitae, alle abilità motorie, allo strisciare, al correre, al saltare, al rotolare, all’arrampicarsi, alle relazioni che si instaurano con i propri compagni di vita, alle conoscenze acquisite tramite la natura, alle scoperte di ogni giorno, non certo nozionistiche... forse scopriremo un altro punto di vista. Personalmente tendo a pensare al benessere psicofisico in forma più “africana”...


Dott. Lorenzo Girodo