Facciamo chiarezza sulla cellulite
E’ luogo comune pensare che la cellulite sia una malattia oltre che un inestetismo; ufficialmente e tecnicamente le viene attribuito un nome altisonante: Pannicolopatia Edemato-Fibrosclerotica (PEF ).
Purtroppo, già solo per il fatto che viene definita ed etichettata come patologia, è oggi diventata lo “spauracchio” di milioni di donne occidentali, ovvero abitanti nei paesi industrializzati e ricchi. Chi di noi ha avuto la fortuna di viaggiare e conoscere gli altri paesi, quelli considerati più poveri, il cosiddetto terzo mondo, ha molto probabilmente notato che le donne locali raramente avevano la cellulite. E’ altresì probabile che la globalizzazione che sta coinvolgendo tutto il pianeta riguarderà a breve anche la cellulite. In realtà questa non è una battuta, difatti in questo scritto sarà dapprima spiegato questo inestetismo dal punto di vista anatomico, dopodiché saranno evidenziati i luoghi comuni e i trattamenti consigliati dalla maggior parte dei chirurghi vascolari, infine sarà rivisitato anche dal punto di vista eziologico, cosa che normalmente viene definita in maniera alquanto confusa e senza prove scientifiche.
La cosiddetta cellulite indica una condizione alterata del tessuto sottocutaneo che è ricco di cellule adipose . Si trova sotto la pelle ed è caratterizzata da ipertrofia delle cellule adipose, ritenzione idrica e quindi stasi di liquidi negli spazi intercellulari. L’equilibrio del sistema venoso e linfatico (la linfa è un liquido che raccoglie i materiali di scarto dell’organismo) è caratterizzato da una ritenzione di liquidi intra ed extracellulari. Interessando nella fattispecie l’ipoderma, il quale è un tessuto prevalentemente adiposo, risulta essere correlazionata al metabolismo. L’ipoderma infatti è un tessuto attivo per il legame intercorrente tra il suo metabolismo e il bilancio calorico; tuttavia la sua attività si manifesta con una funzione lipolitica , che provoca lo scioglimento dei grassi quando il bilancio calorico è negativo; oppure con quella di liposintesi , che attiva la deposizione dei grassi, quando il bilancio è positivo. Costituisce la riserva energetica a lento utilizzo dell’organismo.
Il pannicolo adiposo si distribuisce in modo differente nei due sessi: nella donna è più accentuato nel distretto inferiore del corpo. I soggetti di sesso maschile presentano un adipe localizzata soprattutto in sede addominale e viscerale (" la pancetta ").
Successivamente intervengono anche fenomeni involutivi, processi reattivi del tessuto reticolare intorno agli adipociti e interessamento del collagene (o collageno, proteina fibrosa costituita dai fibroblasti le cui fibre, flessibili e in grado di offrire una grande resistenza alle trazioni, prendono parte alla costituzione di ossa, tendini e cartilagini) circostante determinati proprio dallo scompaginamento della struttura del tessuto adiposo di queste zone corporee.
La nomenclatura medica tradizionale distingue quattro stadi:
- Stadio 1 : è caratterizzato da edema e da una iniziale alterazione dell’irrorazione sanguigna. I vasi presentano un’anormale permeabilità della parete e ciò causa trasudazione del plasma, ristagno e accumulo negli spazi interstiziali. La pelle diventa più pastosa e meno elastica.
- Stadio 2: Aumentano i fenomeni che caratterizzano il primo. Il risultato finale è che le fibrille reticolari presenti intorno agli adipociti aumentano di numero e di spessore, peggiorando così la condizione del microcircolo e dei suoi rapporti con gli adipociti; inoltre si ha una perdita dell’elasticità e della morbidezza della pelle . Diminuiscono gli scambi e si determina anche un ristagno di tossine, perciò la pelle si presenta pallida, ipotermica, più pastosa. Già si notano fenomeni dolorifici.
- Stadio 3 : Si formano micronoduli, cioè strutture rotondeggianti, molto piccole e incapsulate in fibrille di collagene (nodulo: agglomerato di elementi cellulari o di altra natura, con una struttura propria che lo distingue dal tessuto circostante; il termine indica anche una formazione circoscritta, di consistenza dura, di forma e dimensioni varie, che si sviluppa nel derma superficiale e profondo, o nell’ipoderma, e che caratterizza diverse condizioni morbose). I noduli e le fibre di collagene insieme formano come una trama che, racchiudendo il microcircolo e gli adipociti, ostacola gli scambi metabolici. Inizia quindi una sclerosi (distruzione lenta e progressiva di tessuti o organi che, divenuti rigidi e fibrosi, perdono la loro funzionalità.) del connettivo del derma, un’ipercheratosi (alterazione cutanea caratterizzata da ispessimento dello strato corneo dell’epidermide; se il fenomeno è accentuato si parla di ipercheratosi) della zona interessata e una conseguente scarsa ossigenazione.
La pelle presenta il caratteristico aspetto a buccia di arancia : si manifesta anche un certo dolore alla palpazione.
- Stadio 4 : I micronoduli si sono moltiplicati fino a formare macronodulazioni facilmente apprezzabili alla palpazione, che si presentano mobili, dolenti alla pressione e al sollevamento della plica cutanea.
Questo stadio evolve nella fibrosi ( iperplasia di tessuto connettivale fibroso, quasi sempre espressione di un processo riparativo. Infatti le perdite di sostanza che avvengono nei tessuti infiammati, sia per l’azione diretta degli agenti nocivi, sia in seguito a processi regressivi, vengono riparate per la maggior parte con la neoformazione di tessuto connettivo e solo in piccola parte per rigenerazione di tessuti uguali a quelli che sono andati distrutti) che è un processo irreversibile caratterizzato dalla sclerosi finale in cui le fibrille di collagene formano una trama sempre più fitta aderente, in profondità, alle fasce muscolari. L’aspetto della pelle, a buccia d’arancia o a materasso, diventa molto marcato, la cute si presenta piuttosto pallida e manifesta ipotermia distrettuale.
Compaiono delle striature, sensazioni di dolore spontaneo e alla palpazione si rilevano facilmente sia noduli singoli che conglobati, quasi sempre dolenti.
Differente risulta l’accumulo di adipe localizzato , il quale è un fenomeno che accade proprio a tutti in certe fasi della vita. Nell’adiposità localizzata la pelle si presenta liscia, di colore normale, priva di introflessioni e retrazioni. E’ assolutamente normale avere una certa quantità di riserve energetiche a lento utilizzo, ovvero un po’ di grassi. Le persone senza grasso, eccessivamente magre, inducono il proprio organismo a divenire tale con varie metodiche, tecniche e talvolta anche con farmaci sintetici. Si è anche esageratamente magri durante periodi di grande attività e stress, durante grandi momenti di simpaticotonia.
E’ credenza popolare e della medicina tradizionale che la causa della cellulite risiede in un insieme di cause genetiche, costituzionali, ormonali e vascolari. Questo paradigma riscuote sempre meno consensi e di questo passo, a furia di ipotesi non comprovate, ci propineranno in un futuro ormai prossimo il vaccino per la cellulite o qualcosa del genere, qualcosa di molto preventivo. E’ notizia di qualche mese fa della ragazza statunitense, che per prevenzione, visto che la madre ha avuto il cancro al seno, si è fatta asportare il seno.
Ma considerare la cellulite come una malattia, è già di per sé un anatema difficile da debellare. Sarà quindi molto difficile togliersi di dosso questa etichetta, questo marchio, entrando così in un pericoloso circolo vizioso. Il luogo più comune comunque riguarda il fatto di credere che la cellulite è esclusiva del mondo femminile. Gli uomini che frequentano palestre e centri fitness potranno confermare che vi sono sempre più soggetti di sesso maschile con la cellulite. Bere tanta acqua, anche quando non si ha sete, è la credenza per eccellenza, ma chi prova a bere solo quando ha sete ne percepisce gli immensi vantaggi… basta provare. Ho purtroppo anche sentito personalmente medici consigliare la pillola anticoncezionale per migliorare l’equilibrio ormonale, con l’unica certezza di aumentare a dismisura la ritenzione idrica. Si potrebbe continuare a lungo con i luoghi comuni e le credenze popolari, ma si rischierebbe di confondere maggiormente le idee al lettore o alla lettrice e soprattutto di non fare chiarezza sull’argomento.
Invece la tesi empirica più accreditata e scientifica chiarisce che il susseguirsi, tramite recidive, di un conflitto estetico e di un conflitto esistenziale viscerale porta alla creazione di quanto descritto anatomicamente sopra. In particolare il sentirsi troppo grassi, lo svalutarsi considerando una parte del proprio corpo inestetica, ovvero la sensazione di sentirsi troppo magri o troppo grassi (ebbene sì la cellulite non è soltanto appannaggio delle donne in sovrappeso..); in natura, per gli animali e tutte quelle popolazioni esterne alla grande globalizzazione, non esiste l’essere “troppo grasso” e magri lo si diventa in modo naturale (carestie, letargo, ecc.). Invece gli esseri umani più “industrializzati”, percepiscono “troppo grasso” o “troppo magro” come una deformità. Il secondo motivo, cioè quello della ritenzione idrica (vedasi l’articolo “Ritenzione idrica”), ovvero della stasi idrica nei punti di maggior edema e quindi in cui la cellulite è evidente, riguarda il conflitto più importante, cioè la lotta per l’esistenza, il sentirsi profugo come un pesce fuor d’acqua, l’aver perso i propri punti di riferimento, il sentirsi soli, abbandonati a se stessi, il non sentirsi accuditi o non a sufficienza, il non stare bene con il proprio corpo. E’ una situazione viscerale, istintiva, molto forte e intensa, ma che non riguarda la psicologia, ma la biologia, il significato che il proprio essere (psiche, cervello, organo), intero e unico al mondo, dà a quel momento choccante, inaspettato, im-mediato (senza la mediazione della mente) e ben preciso, che eventualmente si ricrea nel tempo (sotto forma di recidiva), vissuto con un senso di solitudine. In questi momenti si fa anche poca urina e si dorme male.
Contrariamente a quanto si crede però, non è l’accumulo di grasso e la creazione di tanti lipomi nella zona dell’ipoderma a preoccupare, ma la ritenzione idrica, sempre esistente nella cellulite e descritta anatomicamente anche dalla medicina tradizionale, responsabile del 90% della sintomatologia di questo inestetismo. Per questo motivo non ha senso ed è uno spreco di tempo ricorrere ai rimedi consigliati usualmente come ad esempio l’elettrolipolisi, la mesoterapia, la ionoforesi, la laser-terapia, l’ultrasuonoterapia, l’ozonoterapia, i prodotti cosmetici, ecc.. Niente di ciò funziona e chi avesse delle prove scientifiche certe, riguardanti le pratiche di cui all’elenco appena menzionato, è pregato di contattarmi urgentemente! Attualmente vengono pubblicizzati farmaci “in grado di combattere la cellulite o la ritenzione idrica”. Le donne che si orientano ad usarli in genere attentano alla propria salute, perché non capiscono che la ritenzione idrica ha cause che vanno individuate ed eventualmente eliminate, non è un fatto che sfortunatamente è toccato a loro per volere divino e che solo una pillola da prendersi per tutta la vita può risolvere. Diverso è il discorso riguardante la lipoaspirazione chirurgica, ma efficace solo per il 10% della sintomatologia per i motivi descritti ad inizio paragrafo. Il Bendaggio Gastrico Regolabile, introdotto da Kuzmak nel 1986 è un nastro di silicone elastomero (biocompatibile) collegato ad un piccolo serbatoio, si introduce chirurgicamente attorno alla parte più alta dello stomaco, il serbatoio viene posto nello spessore della parete addominale. Lo stomaco assume una forma di "clessidra". Per quanto mi riguarda non è efficace, se lo dovesse essere è solo per il 10% della sintomatologia.
Sostanzialmente è molto importante individuare da quanto tempo si ha questo inestetismo e soprattutto la ritenzione idrica; se si assumono farmaci ormonali e le abitudini alimentari. Tuttavia è importante chiarire che nessun medico o terapeuta o chinesiologo o personal trainer potrà mai caricarsi della responsabilità della persona e risolverle il problema d’emblée . Sarà un percorso più o meno breve, che l’individuo, prendendosi carico nuovamente della propria responsabilità, inizierà cercando il motivo reale e la causa precisa e concreta originaria del problema, se possibile, altrimenti l’ultima situazione che ha generato tali conflitti.
Normalmente se si riescono a trovare le giuste chiavi di lettura, si raggiungono dei sorprendenti risultati, quasi inimmaginabili fino ad allora.
Personalmente ritengo opportuno, antecedente al primo incontro, consigliare la lettura di un libro, per evitare incomprensioni di fondo e per valutare la reale motivazione ad iniziare un percorso così fortemente alternativo da parte della persona che mi contatta.
Dott. Lorenzo Girodo