Come rendere ‘green’ coperture e pareti esterne
Soluzioni sostenibili e tecnologie per realizzare tetti verdi e giardini verticali
23/03/2017 – Le città, sempre più urbanizzate e cementificate, hanno bisogno di verde per mitigare il fenomeno dell’isola di calore e rendere più sostenibili e vivibili i luoghi nei quali trascorriamo il tempo.
Per incrementare lo spazio destinato a verde, molti progetti architettonici contemplano un’integrazione tra edificio e verde, sfruttando ogni spazio residuale per inserire giardini oppure orti urbani.
In particolare, si sono imposte nel panorama architettonico soluzioni come il green roof (tetto verde), un sistema di copertura che prevede una superficie vegetale disposta lungo la copertura orizzontale superiore di edifici e il green wall (parete verticale verde), ovvero una parete esterna agli edifici coltivata con vegetazione.
In più si stanno sperimentando esperienze come l’Urban farming e il Vertical farm, veri e propri orti urbani sui tetti o sull’involucro esterno degli edifici cittadini.
Giardini pensili: vantaggi ed esempi esistenti
I tetti verdi sono un utile strumento per il risparmio energetico dell'abitazione in quanto migliorano l'isolamento termico della copertura, sia in inverno che in estate, e aiutano a regolare l'umidità dell'aria.
Inoltre, riducono il fenomeno delle “isole di calore” delle città, migliorando il microclima cittadino e apportando un significativo vantaggio economico nella gestione energetica dell’edificio e nella gestione globale delle aree urbane.
Un giardino pensile può svolgere anche l’importante funzione di regolare il deflusso delle acque piovane che la progressiva cementificazione del territorio ha ridotto, con conseguenti problemi alluvionali. Infatti, tali coperture a giardino, in caso di forti e intense piogge, evitano l’intasamento delle reti fognarie.
Tra gli ulteriori vantaggi, il tetto giardino: filtra l’inquinamento urbano e riduce l’anidride carbonica, raffredda l’aria per evapotraspirazione di vapore acqueo, favorisce l’insediamento di ecosistemi animali, riduce la trasmissione dei rumori all’interno dell’edificio, riduce la velocità del vento, aumenta la resistenza termica della copertura, protegge dalle onde elettromegnetiche, protegge il manto impermeabile e ne prolunga la durata e, infine, migliora l’estetica del quartiere e valorizza l'edificio.
Sono molti gli esempi illustri in questo senso, sia nel caso di costruzioni ex-novo che in caso di riqualificazioni.
Un edificio costruito secondo il principio dell’integrazione con il verde è il Bosco Verticale progettato da Stefano Boeri a Milano che comprende due torri residenziali in cui sono stati predisposti balconi capaci di contenere complessivamente 900 alberi, 5.000 arbusti e 11.000 piante floreali.
©Photo: Cecilia Di Marzo - Archilovers Editorial Office
A Nola l’architetto Renzo Piano ha progettato Vulcano Buono, un centro servizi dell’Interporto che coniuga costruito e verde grazie a pendii erbosi che completano lo spazio centrale pianeggiante; in armonia con il paesaggio naturale circostante, la copertura a verde assicura inoltre l’isolamento termico e l’impermeabilizzazione dell’edificio.
Un altro esempio è il Gary Comer Youth Center di John Ronan a Chicago, un edificio polifunzionale per i giovani che in copertura prevede un grande giardino con orto annesso.
©Photo: John Ronan Architects
Favorire l’utilizzo del verde in copertura: le norme internazionali
Attualmente non esistono leggi unitarie che obblighino la riqualificazione degli edifici mediante i tetti verdi, tuttavia ci sono norme, spesso locali, che favoriscono o incentivano la loro installazione.
Ad esempio Berlino è stata la prima città, nel 1994, che ha introdotto un indice per definire la superficie da destinare a verde in caso di edificazione. L’indice BAF (Biotope Area Factor) può essere applicato a tutte le forme di costruzione, sia per le attività di recupero edilizio che nelle nuove costruzioni, ed include coperture e pareti verdi. Il punteggio finale di ogni opera deve corrispondere almeno ad valore minimo stabilito dalla municipalità.
Seattle ha avviato una procedura simile per incrementare il verde nelle aree a più alta densità urbana: il “Seattle Green Factor” (SGF) che sfrutta “punti di valutazione” per ogni intervento realizzato tenendo conto del verde.
A Tokyo dal 2001 si è disposto che almeno il 20% dei tetti piani venga destinato ad ospitare coperture a verde e giardini mentre a Toronto nel 2006 è stata approvata una strategia per promuovere l'uso del verde pensile in città, con lo scopo di arrivare a coprire il 50-75% della superficie del patrimonio edificato.
Tetti e pareti verdi: la situazione italiana
In Italia non esiste una normativa nazionale che favorisca esplicitamente questo metodo di riqualificazione, tuttavia ci sono casi virtuosi di enti locali che hanno sperimentato queste nuove forme di verde urbano.
Ad esempio nel 2007 il Comune di Bolzano ha reso obbligatoria la procedura R.I.E. (Riduzione dell'Impatto Edilizio) che consiste in un indice che certifichi la qualità dell'intervento edilizio rispetto alla permeabilità del suolo e del verde.
A Firenze dal 2007 il Regolamento edilizio della città mira a diminuire l'effetto ‘isola di calore’ attraverso l’utilizzo del verde, anche integrato negli edifici. All’art. 3 il R.E propone: “per quanto riguarda gli edifici, è opportuno disporre la vegetazione o altri schermi in modo tale da massimizzare l'ombreggiamento estivo delle superfici vetrate”. Inoltre il comma 8 dell’art. 3 “consiglia, compatibilmente con vincoli di natura artistica ed architettonica, il ricorso al verde anche per le coperture”, senza però entrarne in merito.
A livello nazionale i tetti giardino potrebbero sfruttare il Bonus 50% per le ristrutturazioni e l’Ecobonus 65% per il risparmio energetico, anche se le norme non fanno esplicito riferimento a queste metodologie.
Nel 2015 è stato presentato (il cui esame non è ancora iniziato) un disegno di legge che mira alla promozione e diffusione di tetti giardino e orti urbani attraverso una detrazione fiscale del 65%.
Tetti giardino: come realizzarli
La progettazione del verde in copertura è regolamentata dalla UNI 11235 (Istruzioni per la progettazione, l’esecuzione, il controllo e la manutenzione di coperture verdi) che fornisce le specifiche e i criteri di calcolo riguardanti la composizione degli strati primari (portante, di tenuta, di protezione dall’azione delle radici, drenanti, filtranti, ecc) e di quelli secondari (strato di barriera a vapore, strato termoisolante, pendenza, strato antierosione, impianti di irrigazione, ecc), indicando gli spessori minimi da utilizzare in base al tipo di vegetazione.
Inoltre, soprattutto nei casi di ristrutturazione, sarà importante verificare la portata del solaio e assicurare il rispetto della normativa antisismica.
Un tetto giardino è composto generalmente dai seguenti strati che poggiano sul solaio di copertura:
- barriera al vapore, per evitare la formazione di condensa umidità;
- strato di isolante, per evitare dispersioni di calore;
- guaina impermeabile, per evitare infiltrazioni d'acqua nelle strutture portanti e negli ambienti sottostanti;
- membrana antiradice, per impedire alle radici di andare oltre e creare fessurazioni;
- elemento di accumulo e drenaggio acqua piovana;
- strato drenante, per immagazzinare acqua ed allontanare quella eccedente;
- strato filtrante, che trattiene le particelle di terriccio evitando così le infiltrazioni negli strati sottostanti;
- terra di coltura, ovvero terreno alleggerito che ha la funzione di accogliere le piante;
- strato di verde, ovvero la vegetazione che si è scelto di piantare.
Ci sono due tipologie di tetto verde, che si differenziano prima di tutto per lo spessore dello strato di terra: quello estensivo e quello intensivo. Nell’estensivo lo strato di terreno è sottile (circa 5-12 cm) e permette di piantare vegetazione a piccolo fusto, mentre nel tipo intensivo lo spessore di terreno è consistente (da 30 cm fino ad 80 cm) con piante che hanno un altezza maggiore.
Lo stesso principio utilizzato per la creazione di tetti giardino si può utilizzare per rivestire gli edifici verticalmente grazie all’utilizzo di sistemi per pareti verticali verdi.
Un “giardino verticale” è una parete esterna all’edificio coltivata con vegetazione. Per realizzarla si utilizza un sistema costituito da una o più reti in acciaio inossidabile che vengono ancorate alla facciata attraverso particolari distanziatori fissati alla parete, sulla quale s’inserisce uno strato in cui si sviluppano le essenze e uno strato per l’approvvigionamento idrico, con sistema d’irrigazione automatizzato e nascosto alla vista.
Anche questo sistema, come il tetto verde, ha numerosi vantaggi; una parete a verde verticale protegge l’involucro edilizio dal punto di vista termo-acustico, raccoglie le particelle di polvere dovute all’inquinamento e difende l’edificio dall’irraggiamento solare, migliorando la qualità di vita di chi ci vive.
Griglie per verde verticale
Un esempio di parete verticale verde che permette la realizzazione di paratie autoportanti o di rivestimento di murature già esistenti con inverdimenti mono e bifacciali, creando veri e propri giardini verticali, che generano effetti di compensazione, mitigazione e miglioramento dell’edificio stesso e del contesto ambientale circostante.
Tra le facciata ventilate con finitura esterna in erba sintetica c’è un sistema modulare con una sottostruttura portante in alluminio che innova la parete verde con i benefici della tecnologia: velocità di posa, aspetto estetico inalterato, manutenzione minima.
Giardini verticali per esterni
Tra le pareti vegetali per esterni c’è un sistema armonioso ed elegante di piante su pannelli sostenuti da una struttura modulare distanziata dalla parete per garantirne la ventilazione e l'impermeabilizzazione.
Un altro esempio di sistema verde verticale componibile e facile da realizzare anche in spazi ridotti.
Si può creare integrazione con la natura anche all’interno delle mura domestiche grazie a Pareti vegetali per interni e Quadri vegetali.
Ad esempio c’è una parete studiata per la decorazione e la divisione di spazi esterni e interni le cui superfici verticali sono costituite da contenitori amovibili per piante da giardino o da orto.