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Binge Eating Disorder



BINGE EATING DISORDER



Dopo aver discusso dei disturbi alimentari, e nello specifico dell’Anoressia Nervosa e della Bulimia Nervosa, mi soffermo ora, brevemente, sulla presentazione del Binge eating disorder, BED (Disturbo da Alimentazione Incontrollata o Disturbo da Abbuffate Compulsive).


L’espressione b inge eating è stata inventata da un paziente, Hyman Cohen, professore di liceo, curato per obesità verso gli anni ’50 del secolo scorso dal medico Albert Stunkard. Essa deriva, per analogia, da binge drinking , alzare il gomito, perdere la misura nel bere; e quindi significa letteralmente cedere alla tentazione di mangiare.


Quello che caratterizza, però le crisi di binge eating , non è tanto il cibo ingerito in eccesso, ma l’esperienza, spesso devastante, di perdere il controllo e di non vivere tale esperienza come un momento di nutrimento per sé.


Attualmente, quindi, l’espressione binge eating, è usata in medicina e psichiatria sia per indicare il sintomo sia per comporre il nome della sindrome di Binge Eading Disorder.


Il sintomo Binge Eating, pertanto, attraversa trasversalmente l’intera area dei disturbi del comportamento alimentare e tutto lo spettro dei pesi corporei. Scheletrici soggetti anoressici ben al di sotto dei 40 chili di peso e grandi obesi che superano i duecento possono descrivere lo stesso tipo di bramosia conflittuale e incontenibile per il cibo. (Cuzzolaro, M. 2002).



PATOLOGIE CONNESSE all’abbuffata:



- anoressia nervosa
- bulimia nervosa
- bed



A questo riguardo possiamo distinguere due tipi di abbuffate, le prime riferite dalle persone BED e bulimiche, mentre le seconde riferite spesso dalle anoressiche e bulimiche:


  • Si hanno abbuffate oggettive quando la quantità di cibo ingerita e riferita dal soggetto, è obiettivamente esagerata e sproporzionata al fabbisogno giornaliero di una persona.
  • Si hanno, invece, abbuffate soggettive quando il soggetto avverte una forte sensazione di aver perso il controllo per aver ingerito piccole quantità di cibo.

Il binge eating disorder , invece, compare nel DSM solo nella quarta edizione, nell’Appendice B, “criteri e assi proposti per studi ulteriori”, come possibile nuova categoria diagnostica. In questi ultimi anni è andata aumentando l’incidenza di questo disagio, è presente, infatti, nell’1-4% dei soggetti obesi e nel 20-30% degli obesi che richiedono un trattamento specialistico per la loro obesità. Data questa rilevanza nella popolazione e l’aumento degli studi e dell’interesse su questo disagio, la prossima edizione del DSM V, vedrà probabilmente aggiungersi la diagnosi di BED nell’Asse I, “disturbi clinici”, insieme ai disturbi dell’Alimentazione.


Il disturbo da alimentazione incontrollata (BED) presenta il seguente quadro clinico:


A) episodi di abbuffate compulsive, medesime a quelle del disturbo di Bulimia Nervosa, caratterizzate da:


1) mangiare, in un periodo di tempo circoscritto (es. due ore), una quantità di cibo che è indiscutibilmente maggiore di quella che la maggior parte della gente mangerebbe nello stesso periodo di tempo in circostanze simili;


2) un senso di mancanza di controllo sull’atto di mangiare durante l’episodio (es. sentire di non poter smettere di mangiare o di non poter controllare cosa o quanto si sta mangiando.


In questi episodi la persona non fa l’esperienza di nutrirsi, di alimentarsi, ma piuttosto quello di ingozzarsi e di riempirsi fino a star male. La caratteristica principale è l’esperienza di perdita di controllo, e i sentimenti di degradazione e di vergogna sono parte essenziale della crisi;


B) gli episodi di abbuffate compulsive sono associati a tre (o più) dei seguenti caratteri:


· Mangiare molto più rapidamente del normale


· Mangiare fino ad avere una sensazione penosa di troppo pieno;


· Mangiare grandi quantità di cibo pur non sentendo, fisicamente, fame;


· Mangiare in solitudine per l’imbarazzo legato alle quantità di cibo ingerite;


· Provare disgusto di sé, depressione o intensa colpa dopo aver mangiato;


C) le abbuffate compulsive suscitano sofferenza e disagio


D) le abbuffate compulsive capitano, in media, almeno due giorni a settimana per almeno sei mesi.


L’abbuffata giunge ad interrompere e a perpetuare un vizioso ciclo di comportamenti, atteggiamenti e pensieri che si hanno su se stessi, con un unico risultato di allontanare sempre più l’affettività e l’emotività da sé e da ogni gesto e relazione con il mondo esterno, tanto da farla diventare una risposta impulsiva e aspecifica ad una “intolleranza alle emozioni”, sempre più ingestibile.


Chi soffre di questo disturbo si abbuffa ripetutamente, ma non ricorre alle estreme misure di controllo del peso corporeo usate da chi soffre di bulimia nervosa (Fairburn C, 1996). Quindi ciò che differenzia la sindrome bulimica da quella BED sta proprio nel fatto che quest’ultima non mette in atto nessun comportamento compensatorio e nessun metodo di controllo della propria linea.

scritto da Michela Roman. E' vietata la riproduzione del testo, anche parziale.