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La mappa dei nei

Con il termine empirico “mappa dei nei” viene indicata la richiesta di visita dermatologica per l’osservazione e lo studio dei nei e lesioni pigmentate in genere. La richiesta di osservazione dei propri nei ( nevi se vogliamo attenerci alla dicitura medica) è oggi più frequente che in passato, sia per un generale innalzamento del livello socio-culturale della popolazione, sia per una crescente paura di trasformazione neoplastica dei propri nevi. A prescindere dall’uso di diverse apparecchiature, che ci consentono di inquadrare con precisione nevi ed altre lesioni, l’esame clinico , ovvero la semplice ispezione ad occhio nudo delle lesioni pigmentate, con una buona illuminazione, è fondamentale. Già con una semplice visita si riesce, nella gran parte dei casi, a formulare un giudizio diagnostico e prognostico esaustivo; sono veramente pochi i nevi che meritano un esame più approfondito, ovvero la videodermatoscopia in epiluminescenza , con eventuale stampa delle immagini ottenute. D’altra parte, non si può evitare di ricorrere a questo ausilio diagnostico quando ci si trova di fronte a quei nevi che all’esame clinico risultano sospetti. In questi casi la dermatoscopia ci dà un grandissimo aiuto: pur ammettendo che molti nevi già sospetti con l’esame clinico lo sono anche con l’esame dermatoscopico, capita abbastanza spesso che nevi brutti clinicamente finiscono per rivelarsi innocui con l’esame dermatoscopico; il caso contrario capita eccezionalmente, ovvero non c’è da aspettarsi sorprese negative da nevi clinicamente insignificanti. La dermatoscopia viene eseguita con l'ausilio di apparecchiature, più o meno sofisticate, che ci consentono di osservare una lesione pigmentata con un ingrandimento di almeno 10x ed illuminata in maniera ottimale da sorgente luminosa incorporata nella macchina e adeguatamente posizionata. A questi ingrandimenti le diverse lesioni pigmentate, melanocitarie e non, mostrano particolari che ci permettono un inquadramento molto più preciso di quanto ci sia consentito con il solo esame clinico. Con l'esame dermatoscopico un nevo clinicamente sospetto può essere caratterizzato, seguendo alcuni parametri ormai standardizzati ed essere, quindi, inquadrato, con precisione quasi assoluta, come nevo , da controllare nel tempo, o come sospetto melanoma , da rimuovere. Chiaramente, è necessaria una grossa esperienza per poter condurre un esame dermatoscopico senza errori di valutazione, poichè anche lesioni della stessa natura sono come individui di una specie animale: simili fra di loro ma nessuno uguale ad un altro. Ci sono in commercio molte apparecchiature per eseguire la videodermatoscopia in epiluminescenza: più o meno tutte ci consentono di monitorare, con un’immagine clinica e con un’immagine dermatoscopica , i nevi che decidiamo di esaminare. Queste immagini vengono memorizzate, eventualmente anche stampate, e fungono da immagini di riferimento, al tempo zero quando si vede il paziente la prima volta, per i successivi controlli. E’ chiaro che si decide, volta per volta, di memorizzare le immagini solo di quei nevi che veramente meritano attenzione: personalmente, nella gran parte dei casi, mi limito all’esame dermatoscopico di poche unità; nevi composti tipici nei bambini e nevi dermici banali, sia nei bambini che negli adulti, non li prendo proprio in considerazione. Non si può negare, d’altra parte, che ci sono delle situazioni, particolarmente incresciose, dove un esame dermatoscopico che voglia essere veramente minuzioso può durare anche due ore: mi riferisco a quei pazienti, generalmente di carnagione chiara, che presentano una miriade di nevi, quasi tutti “interessanti” . In questi casi bisogna essere veramente molto attenti perché con l’esame dermatoscopico si pizzicano abbastanza spesso melanomi sottili, ovvero in fase iniziale. Da quanto su esposto, si intuisce che la dermatoscopia (o dermoscopia) è un esame di grande importanza: ci consente, anzitutto, di capire se una lesione pigmentata è di natura melanocitaria o non quando con l’esame clinico rimane qualche dubbio, come, ad es., nel caso di un basalioma pigmentato, di una verruca seborroica particolarmente scura, di un melanoma ipocromico ed altre situazioni difficili; ci consente, inoltre, nella gran parte dei casi, di definire con precisione la natura di una lesione melanocitaria, ovvero di capire se si tratta di un nevo (lesione benigna) o di un melanoma (lesione maligna). Il tutto si traduce nella riduzione di escissioni “inutili” e nella identificazione precoce di lesioni tumorali, con indubbi vantaggi per i pazienti.