Assenteisimo. Perché rivolgersi ad un investigatore privato ?
A cura di Luciano Ponzi
L'assenteismo, è la sistematica assenza dal posto di lavoro di un dipendente durante l'orario lavorativo e rappresenta uno dei principali fattori d’improduttività per un’azienda. Giorni di malattia sospette o che si trasformano in giorni di vacanza o di doppio lavoro, ricorso ripetuto e sistematico di permessi retribuiti, assenze ingiustificate o coperte da altri colleghi, lunghi periodi di aspettativa per motivi personali, mancanza sistematica di puntualità, questi i principali comportamenti del “perfetto assenteista”.
In un momento come quello attuale, l'assenteismo si ripercuote in modo rilevante sull'economia dell'azienda gravando su tutte le parti sociali coinvolte. Questo fenomeno implica una serie di costi a carico dei governi, del datore di lavoro, dei lavoratori, e della società nel suo complesso. Tra quelli diretti ci sono le indennità di malattia e le spese per coprire l’assenza di personale, tra gli indiretti l’insoddisfazione degli altri dipendenti e la minor qualità del prodotto. Perdita di produttività e diminuzione di forza lavoro sono le maggiori conseguenze dell’assenteismo e generano problematiche rilevanti che spaziano dalla sostituzione del lavoratore stesso, con conseguente esborso di denaro, alla rivoluzione organizzativa dell’assetto aziendale.
Un professionista nel campo delle investigazioni è in grado di proporre all'imprenditore o all’azienda soluzioni studiate ad hoc per contrastare il fenomeno dell’assenteismo come provvedimenti procedurali con azioni di monitoraggio e di controllo. L’investigatore è in grado di produrre prove sull’assenza ingiustificata del dipendente affinché l’azienda scelga se concedere ancora fiducia o procedere, in casi estremi, a una causa legalmente riconosciuta (giusta causa) di licenziamento e alla richiesta di risarcimento danni.
Case History
La “finta” depressione
Uno dei casi più frequenti è quello di lavoratori che si assentano presentando certificati che ne dichiarano la depressione, una malattia che non presentando sintomi "visibili" è difficile da confutare.
Le categorie di lavoratori che, statisticamente, dichiarano più spesso di essere affetti da depressione sono dirigenti, assicuratori, operai.
E’ il caso di Mario, un dirigente 60enne di un’importante multinazionale con l’hobby del giardinaggio, che si assentava dal lavoro con la scusa della “depressione” per curare il suo giardino e quello dei vicini. A insospettire l’azienda le assenze ripetute e frequenti del dipendente proprio nei giorni in cui erano programmate trasferte o appuntamenti fuori città. Dopo alcuni appostamenti il professionista è stato colto con le “forbici in mano” ma non dietro una scrivania bensì tra le rose della sua serra: si assentava per malattia dal primo lavoro per esercitarne un secondo.
L’operaio che mixa
E’ il caso di Andrea, un operaio 33enne con la passione per la musica, che chiedeva sistematici permessi i sabato e i lunedì mattina. Mal di pancia, visita medica e chi più ne ha più ne metta…sempre nel fine settimana cosa che ha insinuato il dubbio nel direttore e nei colleghi. Dopo pochi appostamenti si è scoperto che l’uomo nei week end si trasformava e diventava Dj Andrew e animava le serate notturne lombarde dietro ad una consolle.
In vacanza nel Salento con la madre disabile a Brescia
E’ il caso di Antonio, un quadro 45enne, che ricorreva ripetutamente ai permessi della legge 104 per prestare assistenza alla madre disabile. La società, dato il numero elevato di assenze dal posto di lavoro dell’uomo, ha fatto luce sulla situazione scoprendo che il dipendente aveva lasciato l’anziana donna a Brescia insieme alla badante prendendosi una bella vacanza in Salento in compagnia di amici e parenti e a danno dell’azienda.