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SHOPPER BIODEGRADABILI E COMPOSTABILI: avanti adagio, sostiuiranno quelli in plastica dal 2011


E' stata ragionevolemnte " prorogato al 1° gennaio 2011 il divieto di commercializzazione dei sacchetti per la spesa di plastica non biodegradabili contenuto nella legge Finanziaria 2007 (articolo 1, comma 1130, della legge 27 dicembre 2006, n. 296); tale divieto che doveva entrare in vigore il 1° gennaio 2010, dopo un periodo di sperimentazione di tre anni, per altro mai avviato nè finanziato come previsto dalla stessa legge"


" Il rinvio al 2011, presente nella prima bozza del pacchetto milleproproghe, era scomparso nel decreto legge pubblicato il 1 luglio scorso, per rispuntare ieri a sorpresa nel progetto di conversione in legge del decreto in discussione in questi giorni alla Camera (la fiducia sul provvedimento è prevista oggi o domani). Le poche righe ballerine (21-novies. All'articolo 1, comma 1130, della legge 27 dicembre 2006, n. 296, le parole: «1o gennaio 2010» sono sostituite dalle seguenti: «1o gennaio 2011») rischiano però di scontentare tutti.


Scontentano innanzitutto gli ambientalisti, convinti che il bando sarebbe entrato comunque in vigore tra pochi mesi, allo scoccare dell'anno nuovo. Francesco Ferrante , membro dell’esecutivo nazionale degli Ecodem e promotore del divieto quando al Governo c'era Prodi, boccia senza mezzi termini la proroga: “Ancora una volta Berlusconi cancella o rinvia l’entrata in vigore di una norma a sostegno dell’ambiente e che favorisce la competitività dell’industria più innovativa”.


D'altro canto, anche i produttori di sacchetti in polietilene non nascondono di preferire di gran lunga lo status quo, poiché la mancanza dei decreti attuativi rendeva il provvedimento una "mera dichiarazione di principio, senza effetti concreti", come lo aveva definito Federazione Gomma Plastica.


In una circolare inviata alle aziende associate, Federazione Gomma Plastica ha ribadito che, in mancanza dei decreti attuativi, la messa al bando dei sacchetti in polietilene prevista dalla Legge Finanziaria 2007 debba intendersi, agli effetti pratici, una mera dichiarazione di principio .


La Federazione ha chiesto al Ministero dello Sviluppo Economico delucidazioni riguardo una bozza di decreto di attuazione che, secondo alcuni, era in discussione in questi giorni; disposizione che, se entrasse in vigore a ridosso della fine d'anno, potrebbe creare effetti distorsivi sul mercato senza lasciar tempo agli operatori di mettere a punto soluzioni alternative ai tradizionali sacchetti in materiale plastico.


" Il Ministero - si legge nella circolare FGP - ha precisato che sono emerse difficoltà a formulare, entro aprile 2007 ( data indicata dalla Finanziaria per l'emanazione dei decreti, ndr ), il programma sperimentale per la progressiva riduzione dell’immissione in commercio di sacchetti in materiali non biodegradabili. Peraltro, ha dichiarato il Ministero, sono stati valutati gli effetti della norma sull’assetto produttivo, cui hanno fatto seguito valutazioni che hanno indotto a ritenere necessaria la determinazione di un più ampio periodo di transizione rispetto ai tre anni indicati dalla norma.


E' quindi possibile, conclude il Ministero, che nel corso di quest'anno venga definito il bando per l’appalto dello studio avente l’obiettivo di individuare le linee d’indirizzo relative ai processi tecnologici economicamente sostenibili.


La confusione intorno alla ipotetica messa al bando, dal 1 gennaio 2010, dei sacchetti in plastica parte dalla Legge Finanziaria 2007 che prevedeva, ai commi 1129 e 1130 , l'avvio di un programma sperimentale volto alla progressiva riduzione della commercializzazione di sacchi per l’asporto delle merci non biodegradabili, nonché il rinvio a due decreti ministeriali, mai pubblicati, da adottare entro centoventi giorni dalla data di entrata in vigore della legge (quindi, entro il 30 aprile 2007); questi avrebbero dovuto individuare misure “da introdurre progressivamente nell’ordinamento interno al fine di giungere al definitivo divieto, a decorrere dal 1 gennaio 2010 , della commercializzazione di sacchi non biodegradabili per l’asporto delle merci ”.


Commneto aggiuntivo


Si deve tuttavia ricordare che il fine ultimo dello shopper biodegradabil e compostabile, in bioplastica, non è quello di permettere agli utenti di abbandanorlo nella natura o di buttarlo in modo indiscriminato, dato che questo non è un comportamento ecologico e lo stesso schopper puo impiegare diverso tempo, anche se molto inferriore a quello in plastica a biodegradarsi. Il buon utilizzo dello shopper commerciale biodegradbile e compostabile e quello di utilizzarlo subito, dopo averlo protato a casa, per la raccolta differenziata della frazione organica dei rifiuti solidi urbani ( FORSU). Lo shopper biodegradabile e compostabile infatti non una lunga vita e si degragarda facilemnte, pertanto non puo essere usato molte volte come lo shopper in plastica. In secondo luogo non puo essere riciclato come lo shopper in plastica, pertanto potrebbe essere solo gettato nei rifiuti indifferenziati e bruciato, con un enorme spreco di risorse dato il costo notevolemnte maggiore rispetto alla plastica. Giustamente sugli shopper commerciali è da molte aziende indicato che puo essere usato per laraccolta differenziata della FORSU, dando il maggior apporto ecologico alla sua breve vita. Una migliore educazione abientale da parte di tutti i fruitori di questi prodotti sarebbe certamente auspicabile, e questa si potrebbe definire vera ecologia.


FONTE : POLIMERICA: Shopper rispunta il diviveto ma dal 2011 Aricolo del 25.07.09


//www.polimerica.it/modules.php?name=News&file=article&sid=6692


POLIMERICA : Shopper 2010 : probabibile rinvio divieto articolo 23.06.2009


//www.polimerica.it/modules.php?name=News&file=article&sid=6573