Mondo di Bodhisattva
BODHISATTVA
Il Mondo di Bodhisattva, in giapponese bosatsu , è caratterizzato dalla Jihi , compassione, cioè dal desiderio di aiutare gli altri e sostituire la loro sofferenza con la felicità. Quando la persona si trova in questa condizione fa emergere naturalmente tutte le migliori qualità: intelligenza, saggezza, positività, bontà, generosità, altruismo. In generale l’altruismo è il mezzo migliore e più veloce per il perfezionamento di sé stessi, e per essere più felici e appagati, e per il Bodhisattva non c’è felicità più grande che aiutare e sostenere gli altri: si crea una sorta di identificazione con chi soffre, condividendo il suo dolore, si confonde con e negli altri addossandosi la loro sofferenza. La differenza tra i Mondi di Studio e Parziale Illuminazione e Bodhisattva è che, quest’ultimo, possiede saggezza e apprendimento, ma non le usa per sé, ma per gli altri: "Il Bodhisattva, movendosi tra la gente comune, all’interno dei Sei Sentieri, si umilia ed esalta gli altri, cercando sempre di dirigere il male contro sé stesso e il bene verso gli altri" (Nichiren Daishonin, Causalità nei Dieci Mondi, ne La Vita Mistero Prezioso ). Una caratteristica che lo contraddistingue è il coraggio, che gli serve per combattere il male: in uno scritto buddista si arriva a dire che la parola Bodhisattva significa "coraggio".
La parola "Bodhisattva" è composta da bodhi , che vuol dire "la saggezza del Budda" e sattva , "essere cosciente": la saggezza del Budda è la saggezza che il Bodhisattva ottiene agendo totalmente per il bene altrui. Nelle scritture sono descritti Bodhisattva come: Monju= Saggezza,Yakuo(Re della Medicina)= Medicamento, Kannon(Percettore dei i Suoni del Mondo)= Misericordia, Fugen= Cultura, Miroku= Compassione, Myòon(Suono Meraviglioso)= Musica e Arte, Kokuzo(Tesoro dello Spazio)= dimora nello Spazio : ogni loro particolarità è a beneficio degli altri.
Fino alla venuta di Nichiren Daishonin, nel Buddismo, si insegnava che il mondo di Bodhisattva e di Buddità erano molto al di sopra delle persone comuni, le quali potevano diventare Budda solo dopo infiniti eoni (tempo enormemente lungo) di opere compassionevoli come Bodhisattva. Il problema era che si allontanava ancora di più questa legittima aspirazione, descrivendo i Bodhisattva in modo fantastico e non assimilabile alla vita quotidiana: Kannon poteva assumere 33 forme diverse e apparire dovunque per salvare le persone, oppure, Yakuo poteva guarire qualsiasi malattia fisica e spirituale. Erano più o meno come dèi, intesi in senso soprannaturale. Nichiren spiegò che le particolarità di questi Bodhisattva non erano così irraggiungibili, ma erano le rappresentazioni delle straordinarie qualità di ogni comune individuo, che, perlopiù, non sa di possedere. Re della Medicina è la saggezza e la dedizione dei medici, degli infermieri, di chi cerca di alleviare e curare le sofferenze dei malati, Percettore dei Suoni del Mondo sono i vari modi con cui si può esprimere pietà, Suono Meraviglioso è la capacità degli artisti di donare bellezza al mondo.
Ogni persona è dotata naturalmente della qualità del Bodhisattva di poter aiutare, sostenere, ascoltare e incoraggiare: nel Sutra del Loto viene descritto il momento in cui il Budda Shakyamuni, dopo aver predicato la Legge, davanti a un’enorme assemblea composta da ogni tipo di Bodhisattva, spiega che non affiderà a loro il compito di proteggerla e propagarla e, in quel momento da sotto, la terra si apre e ne escono infinite schiere di meravigliosi Bodhisattva, numerosi come la sabbia del fiume Gange, ai quali, il Budda, affida questa missione. Questi Bodhisattva sono chiamati Bodhisattva della Terra e hanno caratteristiche che li rendono diversi dagli altri Bodhisattva: sono più grandi fisicamente, sono "meravigliosi", nobili e fieri, maestosi. Sono più grandi anche come capacità, perché gli altri Bodhisattva, detti "provvisori", possono aiutare le persone tramite le loro capacità, alleviando il dolore, mentre i Bodhisattva della Terra possono insegnare la Legge a chi soffre, dando la possibilità di essere felici: dunque, rendono liberi gli altri.
A capo di questa moltitudine ci sono Quattro Guide, che sono: Jogyo(Pratiche Superiori)= Vero Io, Muhengyo(Pratiche Illimitate)= Eternità, Jyogyo(Pratiche Pure)=Purezza, Anryugyo(Pratiche Salde) = Felicità: le Guide rappresentano le enormi capacità che già esistono nelle persone e la capacità di svilupparle ."Secondo la mia interpretazione, la virtù dell’io indica il rafforzamento dell’identità al punto da poter sfidare le difficoltà esterne e trasformarle in opportunità di crescita. Eternità significa una salda convinzione nella vita eterna, unita allo sforzo su di essa fondato di spingersi incessantemente in avanti verso i nostri obiettivi. Il senso dell’eternità rafforza la fiducia che le proprie azioni compassionevoli possano trasformare il nostro ambiente, le nostre circostanze, il nostro paese o persino il mondo intero. Purezza indica una vita pulita e luminosa, in cui il male o gli istinti egoistici non riescono a sviarci. Una vita dedita all’aiutare gli altri invece che a perseguire il proprio interesse proietta una luce di vera saggezza e intelligenza. Felicità significa una gioia di vivere incrollabilmente radicata nella forza vitale del cosmo" (Daisaku Ikeda "La Vita Mistero Prezioso" ).
Noi possiamo agire da Bodhisattva della Terra nella nostra veste di esseri umani, siamo in grado di dedicarci senza egoismo, togliendo dolore e donando gioia :"In antitesi ai Bodhisattva provvisori, Nichiren Daishonin parla dei Bodhisattva della Terra (jiyu no bosatsu) descritti nel Sutra del Loto. Manifestazioni del Budda definitivo, essi emergono dalla terra per diffondere la Legge del Budda in tutto l’universo. Sono le persone che, nella vita quotidiana di questo mondo, sfidano le forze del male dedicandosi incondizionatamente al bene degli altri e, nello stesso tempo, facendo scaturire l’infinita energia della compassione che è in loro" (ibidem)
Nonostante sia una condizione vitale molto alta, anche questo mondo contiene in sé il suo aspetto negativo, cioè il rischio di sentirsi superiori e condiscendenti verso chi si aiuta: questa non è vera compassione ma carità, quindi mettendosi in una condizione di superiorità e non di servizio. Ed è negativo quando si sa che si può "fare del bene" e non si fa perché "non si ha tempo", oppure trascurare sé stessi, perché il Bodhisattva non è un martire, ma traendo gioia dall’aiutare arricchisce sé stesso, avendo compassione anche di sé.
"…La straordinaria indulgenza che mostrano i Doner non scaturisce da debolezza o da mera compiacenza. Nasce da uno spirito sovrabbondante. Si dirige verso tutto ciò che è capace di svilupparsi, sia esso una pianta, una creatura, un bambino, un artista o un’idea. Nell’obbedire a questo impulso, che li spinge a nutrire e sostenere lo spirito vitale, essi crescono in pari misura e sono nutriti, sostenuti e fortificati proprio dalle forze che hanno scatenato.
Ho detto poco fa che Doner è il tipo che, pregato di fare con te due miglia, ti accompagna per quattro. Questo atteggiamento non è semplice indulgenza. Sì, v’è in esso simpatia e compassione, e una comprensione fuori dell’ordinario. Ma la sua essenza è il rispetto della vita. O forse, semplicemente, il rispetto. Coloro che fanno più di quanto si chiede loro non si esauriscono mai. Solo coloro che hanno paura di dare s’indeboliscono dando. L’arte di dare è una faccenda assolutamente spirituale. In questo senso, l’espressione dare tutto non significa nulla, perché non c’è fondo dove si tratta dell’autentico dare…" (Henry Miller, Big Sur e le arance di Hieronymus Bosch , Einaudi, Torino, 1968)